Caldarone: «Chiude l’asilo, chiude la Villa. Per Andria chiude il futuro?"

Una analisi, sulle ultime vicende compiuta dall'ex primo cittadino, esponente di Andria Bene Comune

sabato 9 maggio 2020 7.00
Dopo la prima fase legata alla pandemia da covid 19, Andria ripiomba nei suoi problemi, nelle sue emergenze sociali ed economiche. Ecco l'analisi che compie il dottor Vincenzo Caldarone, già primo cittadino ed esponente del movimento civico Andria Bene Comune.

«Chiude l'asilo, chiude la Villa. Per Andria chiude il futuro?
Povera città. Indebitata, bloccata, e ha paura del futuro. Alcuni esempi parlano per tutti.
Chiude l'asilo nido, si fa una gara per la privatizzazione: uno degli ultimi bagliori di socialità e di qualità per Andria scompare. Giustificazione? E' antieconomico. Ma la scuola pubblica è dappertutto "antieconomica" (si fa così per dire). La barca del comune fa acqua da altre parti, non dai bambini. Si può fare economia anche controllando, cambiando regole, ma la scuola pubblica non è fatta per risparmiare, ma per formare e unire la comunità.
Ma tant'è. Questa è l'ennesima pezza a colore. Andrà a finire come le gare per vendere immobili comunali. Basta che girano le carte. Ma la città è allo sbando. Riapre finalmente la villa comunale e per colpa di qualche sconsiderato che si fa? Si chiude. No a controlli e vigilanza. Altra pezza a colore; che poi la città stenta a riaprire,a rivivere, e la sua economia a pezzi rischia di affondare, è problema di altri».

«Non è una situazione che ha cause recenti -continua la sua analisi Vincenzo Caldarone-, ma sta peggiorando di giorno in giorno senza risposte e prospettive. Come si rilancia il centro storico? Semplice, riaprendo al traffico risponde qualcuno. Girano annunci di Milioni, ma la cassa integrazione dopo due mesi per molti è ancora un miraggio. E così via. E' il segno di quella che potrebbe essere la campagna elettorale prossima ventura: lo slogan "ognuno faccia i ca….i propri", come negli ultimi anni di illusioni, dimenticando che i cavoli propri li ha fatti solo qualcuno e che ci troviamo per questo in mezzo al casino.
La nostra non è una polemica verso il commissario di turno, che forse non può fare di più, a cui vorremmo solo ricordare che comunque, anche se in maniera straordinaria, il Commissario ha la responsabilità di una comunità e non solo di carte che girano.
Abbiamo taciuto per molti giorni per rispetto al dolore di molti e per aderire all'urlo muto di un intero paese. Ma col risveglio l'incubo non finisce, a quanto sembra. Questi giorni di dolore e riflessione ci hanno insegnato che senza una visione comune, senza raccogliere le energie migliori, senza unire responsabilità , coraggio e lavoro duro per Andria il futuro è pesante. Le divisioni strumentali, la propaganda, la dipendenza da apparati partitici, lasciamola al passato, sperando che la quarantena se li porti via. Si riprende a lavorare e ad unire per questo», conclude Vincenzo Caldarone.