Burrata IGP, Miscioscia: «E' la Regione che si sbaglia»

Risposta dell'Assessore al Marketing Territoriale dopo la nota di Nardoni

venerdì 6 febbraio 2015 11.40
A cura di Stefano Massaro
E' stato l'assessore all'agricoltura della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni (Articolo 5 febbraio 2015), a sollevare ieri la contrarietà dell'ente stesso ad alcuni passaggi del disciplinare appena letto sul riconoscimento IGP della Burrata di Andria. L'appello di Nardoni è stato diretto al Ministro Martina ma, a stretto giro, l'assessore alle Attività Produttive di Andria, Benedetto Miscioscia, ha espresso tutte le sue perplessità alle note esposte dall'assessore regionale: «Sull'insoddisfazione manifestata dall'assessore regionale Nardoni riguardo il disciplinare di produzione deII'IGP Burrata di Andria, ritengo – spiega l'assessore alle Attività Produttive, Benedetto Miscioscia – che sia innanzitutto doveroso evidenziare che la "Burrata dì Andria" rappresenta un valore territoriale e storico, unico ed incontrovertibile, riconosciuto da quasi cento anni. Tale peculiarità è data dalle modalità di lavorazione del latte che deve rispettare dei requisiti qualitativi quali tenore dei grassi, proteine e carica batterica. E' bene precisare anche che non stiamo parlando di DOP per la quale è obbligatorio l'utilizzo di latte del territorio ma di IGP, cioè dell'identità territoriale, storica e geografica di un prodotto, che rispetta appunto i parametri contenuti nel regolamento comunitario 1151/2012».

Per quel che riguarda gli effetti sull'attività agricola e zootecnica a causa del mancato utilizzo di latte nostrano, l'Assessore Miscioscia ribadisce: «Quanto ai presunti timori manifestati dallo stesso assessore sugli effetti negativi che l'approvazione del disciplinare potrebbe determinare sull'attività agricola e zootecnica di importanti porzioni del territorio regionale, non so a quali effetti si riferisca atteso che, allo stato attuale, non mi risulta che la produzione di latte regionale sia sufficiente a garantire i livelli produttivi legati alla trasformazione, costringendo, di fatto, i nostri caseifici a rifornirsi del quantitativo di latte necessario da altre regioni italiane. Peraltro è interesse degli stessi caseifici consorziati rifornirsi di latte a km. zero, tenuto conto anche dei costi che devono sopportare per il trasporto del prodotto. Ritengo che il vero rilancio del comparto agro-zootecnico regionale potrà avvenire solo quando il Governo regionale avvierà seriamente quella politica di investimenti volta a prevedere nuovi incentivi allo sviluppo di allevamenti bovini e la realizzazione di una adeguata e moderna centrale del latte. Pertanto, invito l'assessore Nardoni a riconsiderare il termine della sua richiesta sull'Igp e ad avviare concretamente quelle necessarie politiche di sviluppo e valorizzazione dell'intera filiera produttiva agro-zootecnica ritenuta strategica per la fornitura di prodotti eccellenti come la burrata di Andria ormai affermatasi in tutto il mondo, ma allo stato senza tutela».