Buona sanità: «Un grazie all'equipe medica di Neurologia»
Scrivono i familiari di Teresa Porro, scomparsa mercoledì scorso dopo 40 giorni di ricovero
lunedì 10 marzo 2014
10.36
E' una lettera accorata e sentita quella che hanno scritto i familiari di Teresa Porro, una donna di Andria deceduta mercoledì scorso dopo quaranta giorni di degenza nel reparto di Neurologia e Nefrologia dell'Ospedale "Bonomo" di Andria. Una lettera che parla di buona sanità e della passione che gli operatori di una struttura sanitaria pongono, quasi sempre, al servizio dei cittadini bisognosi di cure.
«Molto spesso, quando si pensa ad un ospedale, si parla di malasanità, di superficialità dell'equipe medica, di carenza della prestazione di alcuni servizi. Insomma, di tutto ciò che non funziona. Non ci soffermiamo, invece, su tutto ciò che l'ospedale ci offre e sul lavoro di molte persone competenti grazie alle quali ci possiamo curare - Scrive Mara Loconte in rappresentanza dei familiari della compianta Porro - Noi, familiari di Teresa Porro, ci sentiamo doverosi di ringraziare tutti coloro che lavorano nel reparto di Neurologia e Nefrologia dell'Ospedale Bonomo di Andria, dagli infermieri ai medici. Non hanno mai gettato la spugna o perso la pazienza, sono sempre stati disponibili in ogni momento della giornata e venivano a controllare le sue condizioni spontaneamente, senza dover per forza essere richiamati dal suono della campanella. Hanno fatto di tutto per farla vivere un po' di più, sono stati sempre tempestivi nel rianimarla dopo ogni crisi epilettica, era sempre sotto controllo! Questo succede quando si ama il proprio lavoro, quando si mette il cuore anche nelle azioni che possono sembrare inutili e meccaniche, quando si pensa che il proprio gesto possa essere utile nella salute e guarigione di un'altra persona. E come diceva San Francesco d'Assisi: "Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e con la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista". Grazie ancora a tutti coloro che hanno contribuito alla sua cura».
«Molto spesso, quando si pensa ad un ospedale, si parla di malasanità, di superficialità dell'equipe medica, di carenza della prestazione di alcuni servizi. Insomma, di tutto ciò che non funziona. Non ci soffermiamo, invece, su tutto ciò che l'ospedale ci offre e sul lavoro di molte persone competenti grazie alle quali ci possiamo curare - Scrive Mara Loconte in rappresentanza dei familiari della compianta Porro - Noi, familiari di Teresa Porro, ci sentiamo doverosi di ringraziare tutti coloro che lavorano nel reparto di Neurologia e Nefrologia dell'Ospedale Bonomo di Andria, dagli infermieri ai medici. Non hanno mai gettato la spugna o perso la pazienza, sono sempre stati disponibili in ogni momento della giornata e venivano a controllare le sue condizioni spontaneamente, senza dover per forza essere richiamati dal suono della campanella. Hanno fatto di tutto per farla vivere un po' di più, sono stati sempre tempestivi nel rianimarla dopo ogni crisi epilettica, era sempre sotto controllo! Questo succede quando si ama il proprio lavoro, quando si mette il cuore anche nelle azioni che possono sembrare inutili e meccaniche, quando si pensa che il proprio gesto possa essere utile nella salute e guarigione di un'altra persona. E come diceva San Francesco d'Assisi: "Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e con la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista". Grazie ancora a tutti coloro che hanno contribuito alla sua cura».