Bosco della Cocevola ripulito dai volontari della Federcaccia
Adesione all’iniziativa della Fondazione UNA e F.I.D.C. L'invio alle istituzioni al controllo del territorio andriese
mercoledì 10 maggio 2023
17.55
Ci sono voluti ben 12 grandi sacchi per recuperare oltre un quintale di rifiuti abbandonati nel bosco della Cocevola. Domenica scorsa, 7 maggio il bosco della Cocevola è stato in parte ripulito dai rifiuti meno ingombranti; rimangono invece al suolo le carcasse delle auto rubate e incendiate che vanno recuperate con mezzi e personale idonei. Si tratta del solito e sconfortante risultato ottenuto dai volontari dell'Associazione Federcaccia- Sezione Comunale di Bisceglie distaccamento di Andria- che anche quest'anno ha aderito senza indugi all'iniziativa nazionale promossa dalla Fondazione Una e coordinata dalla F.I.D.C. Provinciale di Barletta.
Hanno partecipato alle operazioni di ripristino ambientale numerosi soci, tra questi Franco Acquaviva, Rossano Daleno, Edoardo Ceci Ginistrelli, Nicola Pizzolorusso, Giulio Campanale, Mario Marmo, Giuseppe Piccolo e Nicola Carbone. Tutti Federcacciatori volontari ai quali va riconosciuto un particolare merito per l'azione di ripristino ambientale svolta a salvaguardia di un antico bosco di roverelle, come quello della Cocevola, da sempre considerato l'avamposto del territorio pre-murgivo che si estende fino al Castel del Monte.
"Nell'agro di Andria- commenta il Presidente della sezione comunale F.I.D.C. il dott. Franco Acquaviva- il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti al suolo è diventato un illecito frequente che mina la qualità della vita di coloro che lavorano, transitano e abitano le campagne e la periferia della città. Ogni anno l'eccessivo inquinamento dei boschi, ma anche dei terreni circostanti, trasforma le nostre poche aree verdi in pericolosi depositi di rifiuti, talvolta nocivi e tossici, con gravissimi danni per la salute dell'uomo e dell'eco-sistema. Peraltro, la sistematica combustione dei suddetti rifiuti genera nubi dense di fumo nero che sprigionano particelle di diossina (contenute nella plastica), inquinano l'atmosfera ed entrano a far parte della catena alimentare attraverso la frutta, gli ortaggi e tutte le verdure coltivate nel raggio di svariati chilometri dai roghi. E' necessaria una intensa campagna di comunicazione, la mappatura dei territori soggetti a discarica, il ripristino immediato dello stato dei luoghi, l'installazione delle foto-trappole nei luoghi tipici e l'applicazione delle sanzioni previste dalle leggi ambientali per dissuadere la parte più incivile del Paese. Si tratta di una situazione ignobile che da tempo immemore degrada sotto sotto gli occhi di tutti, compresi quelli dei tanti turisti che vengono a visitare le nostre attrattive".
Dinanzi agli occhi dei volontari, invece del rigoglioso bosco di querce, si è presentato il solito degrado ambientale che caratterizza l'agro extra-urbano di Andria: copertoni, lastre di eternit, frigoriferi, farmaci scaduti, fustoni di olio, buste, vetri, plastica in quantità esorbitante, sacchetti ricolmi di immondizia e perfino buste di pannolini. Altro che raccolta differenziata, energia alternativa e transizione ecologica: l'ignobile abbandono dei rifiuti in campagna rappresenta una minaccia serie nei confronti della salute di tutti i cittadini, anche di quegli incivili che dolosamente appiccano gli incendi in danno dell'ambiente.
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Forse sarà il caso che i cittadini più avvezzi a tale ignobile comportamento comincino a pagare le prime sanzioni previste dalla legge e che le Istituzioni accertino lo stato di emergenza per trovare opportune soluzioni finalizzate alla risoluzione dell'ignobile problema, talvolta di carattere culturale.
I volontari della Federcaccia, come sempre, saranno disposti a fare la loro parte ma la gestione dell'ambiente deve assolutamente cambiare: non c'è più tempo per pensare ma solo per agire, soprattutto non c'è più spazio per la comune inciviltà!
Hanno partecipato alle operazioni di ripristino ambientale numerosi soci, tra questi Franco Acquaviva, Rossano Daleno, Edoardo Ceci Ginistrelli, Nicola Pizzolorusso, Giulio Campanale, Mario Marmo, Giuseppe Piccolo e Nicola Carbone. Tutti Federcacciatori volontari ai quali va riconosciuto un particolare merito per l'azione di ripristino ambientale svolta a salvaguardia di un antico bosco di roverelle, come quello della Cocevola, da sempre considerato l'avamposto del territorio pre-murgivo che si estende fino al Castel del Monte.
"Nell'agro di Andria- commenta il Presidente della sezione comunale F.I.D.C. il dott. Franco Acquaviva- il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti al suolo è diventato un illecito frequente che mina la qualità della vita di coloro che lavorano, transitano e abitano le campagne e la periferia della città. Ogni anno l'eccessivo inquinamento dei boschi, ma anche dei terreni circostanti, trasforma le nostre poche aree verdi in pericolosi depositi di rifiuti, talvolta nocivi e tossici, con gravissimi danni per la salute dell'uomo e dell'eco-sistema. Peraltro, la sistematica combustione dei suddetti rifiuti genera nubi dense di fumo nero che sprigionano particelle di diossina (contenute nella plastica), inquinano l'atmosfera ed entrano a far parte della catena alimentare attraverso la frutta, gli ortaggi e tutte le verdure coltivate nel raggio di svariati chilometri dai roghi. E' necessaria una intensa campagna di comunicazione, la mappatura dei territori soggetti a discarica, il ripristino immediato dello stato dei luoghi, l'installazione delle foto-trappole nei luoghi tipici e l'applicazione delle sanzioni previste dalle leggi ambientali per dissuadere la parte più incivile del Paese. Si tratta di una situazione ignobile che da tempo immemore degrada sotto sotto gli occhi di tutti, compresi quelli dei tanti turisti che vengono a visitare le nostre attrattive".
Dinanzi agli occhi dei volontari, invece del rigoglioso bosco di querce, si è presentato il solito degrado ambientale che caratterizza l'agro extra-urbano di Andria: copertoni, lastre di eternit, frigoriferi, farmaci scaduti, fustoni di olio, buste, vetri, plastica in quantità esorbitante, sacchetti ricolmi di immondizia e perfino buste di pannolini. Altro che raccolta differenziata, energia alternativa e transizione ecologica: l'ignobile abbandono dei rifiuti in campagna rappresenta una minaccia serie nei confronti della salute di tutti i cittadini, anche di quegli incivili che dolosamente appiccano gli incendi in danno dell'ambiente.
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Forse sarà il caso che i cittadini più avvezzi a tale ignobile comportamento comincino a pagare le prime sanzioni previste dalla legge e che le Istituzioni accertino lo stato di emergenza per trovare opportune soluzioni finalizzate alla risoluzione dell'ignobile problema, talvolta di carattere culturale.
I volontari della Federcaccia, come sempre, saranno disposti a fare la loro parte ma la gestione dell'ambiente deve assolutamente cambiare: non c'è più tempo per pensare ma solo per agire, soprattutto non c'è più spazio per la comune inciviltà!