Borse di studio della LUM: Patto in difesa, politica e sindacati all'attacco
Vicenda in primo piano da dieci giorni dopo la pubblicazione del bando
lunedì 18 novembre 2013
11.44
Giugno 2011 il Patto Territoriale del Nord Barese comprendente i comuni della BAT sceglie di lanciare il progetto di istituzione di una sede universitaria in provincia. Il bando dello stesso ente aggregativo dei Sindaci, vide la partecipazione della sola Università privata LUM di Casamassima. Nel settembre 2011 la firma della convenzione mentre nel gennaio 2013 il vero e proprio inizio dell'attività didattica. La sede di Trani della LUM è una sede di tutoraggio. Nel dicembre dello stesso 2011 il consiglio provinciale della BAT, poi, ha deciso di impegnare una somma pari a 500mila euro per alimentare un fondo istituito dal Patto Territoriale per l'assegnazione di borse di studio sul territorio. Questo fondo è stato implementato anche da ulteriori risorse provenienti dai Comuni aderenti sino ad un totale di 700mila euro complessivi.
Già per lo scorso anno accademico, quindi, lo stesso Patto ha indetto un bando di assegnazione delle borse di studio in favore di residenti nei Comuni soci, in possesso di precisi requisiti di merito e di reddito. Dopo la fase di raccolta delle richieste le domande rispondenti ai requisiti del bando sono state 12 e, come spiega il Presidente del Patto Pasquale Musci «sull'impegno di spesa di euro 500.000,00, è stata disposta la liquidazione della somma complessiva di Euro 31.500,00, ovvero € 30.000,00 per le 12 borse di studio ed € 1.500,00 (ovvero il 5% dell'importo globale delle borse assegnate, come da convenzione) per le spese di gestione sostenute dal Patto. Allo stato attuale - conclude Musci - preso atto che dallo stanziamento della Provincia Bat residuano risorse più che sufficienti per sostenere il prosieguo del progetto, come da nota dirigenziale della Provincia, il Patto ha pubblicato il secondo bando relativo all'anno accademico 2013/14, riproponendo gli stessi parametri del precedente».
Ma il mondo politico e sindacale è in grande fermento per l'assegnazione di tali risorse nei confronti di un'Università privata. Grande attenzione alla tematica è stata posta da parte dei rappresentanti locali, regionali e poi nazionali di Sinistra Ecologia e Libertà che hanno rilanciato più volte tutto il loro disappunto per la scelta. Gaetano Cataldo, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà Puglia, riprendendo una nota dei coordinatori cittadini di Andria, Lorusso e Lomuscio, ha parlato di «iniziativa, meritevole in astratto, che ha un'ombra pesante di incostituzionalità. La gravità sta nel fatto che soldi pubblici dei comuni per Borse di studio saranno destinati esclusivamente ad un'università privata. Perché, se si vogliono attuare politiche di sostegno al diritto allo studio, non si pensa a progetti come il reddito di formazione, sperimentato proprio nel Comune di Barletta, che dà direttamente ai richiedenti, in questo caso valorizzando l'elemento di residenza, risorse per la propria formazione senza predestinare l'impiego di queste risorse?». Sempre per SEL, il Presidente del Gruppo alla Regione Puglia, invece ha detto che «i leghisti di casa nostra prosperano nella classe dirigente della BAT. Solo così si spiega la scelta di destinare borse di studio universitarie unicamente a studenti che risiedono nella VI provincia scopiazzando le scelte incostituzionali ed offensive dei seguaci di Bossi che volevano escludere da possibili benefici per il diritto allo studio gli studenti meridionali». Il deputato pugliese di Sinistra Ecologia e Libertà, Nicola Fratoianni, poi, ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, per chiedere di esprimersi sulla costituzionalità e la correttezza del bando pubblico, che eroga fondi unicamente agli iscritti alla Lum di Casamassima (con sede di tutoraggio a Trani), residenti nei Comuni del Patto Territoriale per l'Occupazione Nord-Barese Ofantino.
A destra, invece, è Fratelli d'Italia a sollevare il problema con alcune domande: «Il patto territoriale dovrebbe spiegare perché preferisce favorire studenti di università private rispetto agli studenti delle università pubbliche che per giunta, anche per le situazioni sopra descritte, affrontano quotidianamente evidenti difficoltà per esercitare il sacrosanto diritto allo studio. Quanti sono ogni giorno gli studenti che si recano al proprio Ateneo, viaggiando su un treno sporco ed affollato al punto da offendere il costo degli abbonamenti che incidono fortemente sui bilanci delle famiglie? E quanti sono gli studenti fuori sede che cercano di inseguire il loro sogno e la loro affermazione lontano da casa, dalla famiglia e magari abbinando allo studio anche il lavoro? La stragrande maggioranza degli studenti barlettani e della Provincia rientra in queste due categorie, e che siano pendolari o fuori sede il costo complessivo del diritto allo studio è elevatissimo».
Il bando sarà aperto on-line sino al 19 dicembre, ma le polemiche restano a livelli molto alti ed in un mese vi saranno ancora moltissime voci in merito alla vicenda
Già per lo scorso anno accademico, quindi, lo stesso Patto ha indetto un bando di assegnazione delle borse di studio in favore di residenti nei Comuni soci, in possesso di precisi requisiti di merito e di reddito. Dopo la fase di raccolta delle richieste le domande rispondenti ai requisiti del bando sono state 12 e, come spiega il Presidente del Patto Pasquale Musci «sull'impegno di spesa di euro 500.000,00, è stata disposta la liquidazione della somma complessiva di Euro 31.500,00, ovvero € 30.000,00 per le 12 borse di studio ed € 1.500,00 (ovvero il 5% dell'importo globale delle borse assegnate, come da convenzione) per le spese di gestione sostenute dal Patto. Allo stato attuale - conclude Musci - preso atto che dallo stanziamento della Provincia Bat residuano risorse più che sufficienti per sostenere il prosieguo del progetto, come da nota dirigenziale della Provincia, il Patto ha pubblicato il secondo bando relativo all'anno accademico 2013/14, riproponendo gli stessi parametri del precedente».
Ma il mondo politico e sindacale è in grande fermento per l'assegnazione di tali risorse nei confronti di un'Università privata. Grande attenzione alla tematica è stata posta da parte dei rappresentanti locali, regionali e poi nazionali di Sinistra Ecologia e Libertà che hanno rilanciato più volte tutto il loro disappunto per la scelta. Gaetano Cataldo, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà Puglia, riprendendo una nota dei coordinatori cittadini di Andria, Lorusso e Lomuscio, ha parlato di «iniziativa, meritevole in astratto, che ha un'ombra pesante di incostituzionalità. La gravità sta nel fatto che soldi pubblici dei comuni per Borse di studio saranno destinati esclusivamente ad un'università privata. Perché, se si vogliono attuare politiche di sostegno al diritto allo studio, non si pensa a progetti come il reddito di formazione, sperimentato proprio nel Comune di Barletta, che dà direttamente ai richiedenti, in questo caso valorizzando l'elemento di residenza, risorse per la propria formazione senza predestinare l'impiego di queste risorse?». Sempre per SEL, il Presidente del Gruppo alla Regione Puglia, invece ha detto che «i leghisti di casa nostra prosperano nella classe dirigente della BAT. Solo così si spiega la scelta di destinare borse di studio universitarie unicamente a studenti che risiedono nella VI provincia scopiazzando le scelte incostituzionali ed offensive dei seguaci di Bossi che volevano escludere da possibili benefici per il diritto allo studio gli studenti meridionali». Il deputato pugliese di Sinistra Ecologia e Libertà, Nicola Fratoianni, poi, ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, per chiedere di esprimersi sulla costituzionalità e la correttezza del bando pubblico, che eroga fondi unicamente agli iscritti alla Lum di Casamassima (con sede di tutoraggio a Trani), residenti nei Comuni del Patto Territoriale per l'Occupazione Nord-Barese Ofantino.
A destra, invece, è Fratelli d'Italia a sollevare il problema con alcune domande: «Il patto territoriale dovrebbe spiegare perché preferisce favorire studenti di università private rispetto agli studenti delle università pubbliche che per giunta, anche per le situazioni sopra descritte, affrontano quotidianamente evidenti difficoltà per esercitare il sacrosanto diritto allo studio. Quanti sono ogni giorno gli studenti che si recano al proprio Ateneo, viaggiando su un treno sporco ed affollato al punto da offendere il costo degli abbonamenti che incidono fortemente sui bilanci delle famiglie? E quanti sono gli studenti fuori sede che cercano di inseguire il loro sogno e la loro affermazione lontano da casa, dalla famiglia e magari abbinando allo studio anche il lavoro? La stragrande maggioranza degli studenti barlettani e della Provincia rientra in queste due categorie, e che siano pendolari o fuori sede il costo complessivo del diritto allo studio è elevatissimo».
Il bando sarà aperto on-line sino al 19 dicembre, ma le polemiche restano a livelli molto alti ed in un mese vi saranno ancora moltissime voci in merito alla vicenda
Borse di studio alla Lum, Cgil e Flc Cgil Bat chiedono incontro al presidente della Provincia
Anche i Sindacati prendono posizione sulla vicenda specifica delle borse di studio e chiedono un immediato incontro al Presidente della Provincia BAT: «A nostro avviso – commentano Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat e Francesco D'Ambra, segretario generale Flc Cgil Bat – tale decisione è, in primo luogo, fortemente discriminatoria nei confronti di chi ha scelto di studiare in un'università pubblica. In questo momento molte famiglie sono costrette a scegliere se e quanti figli iscrivere all'università. Sarebbe più opportuno, invece, utilizzare tutti i fondi disponibili al sostegno di un 'reddito di formazione', tale da rendere più sereno e praticabile il cammino universitario delle ragazze e dei ragazzi residenti nel territorio del Patto Territoriale. Chiediamo, quindi, che questo provvedimento venga ritirato, che le borse di studio vengano destinate a chi ha maggiore bisogno di sostegno economico e che i Comuni e la Provincia, cofinanziatori di questa iniziativa, provvedano ad utilizzare le proprie risorse a sostegno di interventi che incrementino il 'reddito di formazione' delle famiglie del nostro territorio».
«Ci chiediamo, inoltre, - conclude il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci – questi soldi messi a disposizione non possono essere utilizzati da parte dell'ente in maniera alternativa? Magari aiutando le famiglie indigenti, il cui numero aumenta sempre di più, a mandare i propri figli a scuola, e non solo? Forse, ci sono delle priorità da affrontare in questo delicato momento storico. Per esprimere tutte le nostre ragioni chiediamo, con i rappresentati della Flc, al presidente della Provincia un incontro nel quale discutere insieme di questo provvedimento».
Anche i Sindacati prendono posizione sulla vicenda specifica delle borse di studio e chiedono un immediato incontro al Presidente della Provincia BAT: «A nostro avviso – commentano Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat e Francesco D'Ambra, segretario generale Flc Cgil Bat – tale decisione è, in primo luogo, fortemente discriminatoria nei confronti di chi ha scelto di studiare in un'università pubblica. In questo momento molte famiglie sono costrette a scegliere se e quanti figli iscrivere all'università. Sarebbe più opportuno, invece, utilizzare tutti i fondi disponibili al sostegno di un 'reddito di formazione', tale da rendere più sereno e praticabile il cammino universitario delle ragazze e dei ragazzi residenti nel territorio del Patto Territoriale. Chiediamo, quindi, che questo provvedimento venga ritirato, che le borse di studio vengano destinate a chi ha maggiore bisogno di sostegno economico e che i Comuni e la Provincia, cofinanziatori di questa iniziativa, provvedano ad utilizzare le proprie risorse a sostegno di interventi che incrementino il 'reddito di formazione' delle famiglie del nostro territorio».
«Ci chiediamo, inoltre, - conclude il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci – questi soldi messi a disposizione non possono essere utilizzati da parte dell'ente in maniera alternativa? Magari aiutando le famiglie indigenti, il cui numero aumenta sempre di più, a mandare i propri figli a scuola, e non solo? Forse, ci sono delle priorità da affrontare in questo delicato momento storico. Per esprimere tutte le nostre ragioni chiediamo, con i rappresentati della Flc, al presidente della Provincia un incontro nel quale discutere insieme di questo provvedimento».