Bidone ribaltato e calci alla porta: vandalismo contro la sede dell'Arcigay

Durante una riunione di lunedì scorso l'atto denunciato dal Presidente della BAT, Michele Pio Antolini. «Solo due istituti hanno accettato il nostro progetto Scuola Arcobaleno»

mercoledì 30 gennaio 2013 17.17
A nulla è servito il trasferimento della sede da Andria a Barletta: lunedì sera, durante un incontro interprovinciale, un gruppo di giovani teppisti ha preso di mira la sede dell'Arcigay Bat. Un bidone ribaltato verso l'ingresso e calci alla porta hanno creato grande imbarazzo allo svolgimento del coordinamento tra Bari, Foggia e la BAT: «Questo gesto di inciviltà riporta l'attenzione sull'educazione degli adolescenti da parte delle famiglie e degli stessi istituti - dice Michele Pio Antolini, Presidente dell'Arcigay Bat - è importante sottolineare quanto poco siano trattati i temi relativi ad omosessualità e omofobia all'interno di una società pur evoluta e - almeno sulla carta - tollerante».

Gli adolescenti di oggi sono completamente all'oscuro in merito, non discutono su tematiche riferite alla sessualità, scrivono dall'Arcigay e rincarano la dose, è facile intuire che i primi educatori dei ragazzi contribuiscono a non formare a dovere, o almeno a non parlarne abbastanza: «Ad agosto abbiamo inviato a tutti gli istituti superiori di Barletta, Andria e Trani, una lettera di presentazione del "Progetto Scuola Arcobaleno" - ha proseguito il presidente dell'Arcigay Bat Michele Pio Antolini - constatiamo con grande amarezza che di tutti gli istituti coinvolti, solo due hanno risposto alla nostra "chiamata", per la precisione l' I.P.S.S.P. "Colasanto" di Andria e il Liceo Scientifico "Nuzzi" di Andria. È impensabile nonché inaudito che nel 2013 i nostri istituti scolastici siano totalmente insensibili alla problematica inerente all'omofobia, visto e considerato il loro fondamentale ruolo di educatori degli adolescenti. Pensare che l'odio omofobico non esista è impossibile: spesso ci arrivano segnalazioni di ragazzi che ricevono o sono spettatori di insulti legati all'orientamento sessuale. Noi, come associazione per la difesa dei diritti LGBT, non possiamo rimanere in silenzio!».