Bici, auto e moto: cambia il panorama non le cattive abitudini

Incremento delle due ruote per gli spostamenti ma occhio a regole e gestione

giovedì 20 agosto 2015 9.01
A cura di Stefano Massaro
Basta fermarsi ad uno dei passaggi a livello cittadini, osservare le file come sempre disordinate e capire come è realmente cambiato in pochi anni il panorama dei mezzi di trasporto ad Andria: un'intera fila, proprio come in foto, è tutta dedicata alle due ruote, alle "benedette" biciclette che creano estremi benefici in una comunità che è sempre stata legata all'utilizzo dell'autovettura per gli spostamenti anche rapidi e brevi. Una città che si sviluppa su svariati chilometri quadri di territorio, ma una città che ha pochi sali e scendi ed una città che può godere della vista del sole per la maggior parte delle giornate durante l'anno solare con temperature più che gradevoli anche di inverno. Una città che tra periferia più estrema e centro cittadino percorre non più di 3 o 4 chilometri. Tutte considerazioni che hanno permesso, assieme a qualche piccolo incentivo in passato, di valorizzare il ruolo delle due ruote con una diminuzione delle autovetture ma anche dei motorini seppur sia ancora in stand-by un nuovo piano del traffico cittadino.

Ente a cui va dato merito negli anni passati di aver attivato il bike-sharing, tuttavia, franato tra costi, incuria, inciviltà e difficoltà di gestione comunale del servizio e che attende ormai da mesi un ripristino delle biciclette, ma anche di aver iniziato un percorso "ciclabile" in città abolendo parte dei parcheggi seppur senza un piano più organico e complessivo di mobilità alternativa. Demerito è lasciare le cose a metà, non governare i processi di cambiamento con efficacia ed idee. Proprio quello che è accaduto con le due ruote, una vera innovazione per l'Andria moderna cresciuta rapidamente a bordo delle quattro ruote, mai effettivamente governate. Ed allora il potenziale pregio delle piste ciclabili può diventare un incubo se, a percorrerle in entrambi i sensi di marcia su Corso Cavour, non vi è controllo sui semafori e bici ed auto si incrociano pericolosamente. Può diventare un incubo se nelle zone a traffico limitato le bici transitino senza corsie preferenziali tra i pedoni con egual pericolo, può diventare un incubo se lì dove non ci sono piste ciclabili le bici sono mezzi utilizzati in barba a qualsiasi minimo principio di rispetto del codice della strada. Demerito è, ad oggi, non aver ancora provveduto dopo diversi mesi ad una nuova idea per il servizio di bike sharing che nel frattempo ha dei costi fissi che vanno affrontati, dei costi elevati di manutenzione e gestione straordinaria, dei costi probabilmente poco sopportabili da un ente.

Merito ai tanti cittadini andriesi che hanno scelto fermamente l'utilizzo della bicicletta come mezzo di locomozione, per acquistare il pane o per andarci al lavoro, per uscire di sera o per spostarsi dai parenti, per muoversi in gruppo o per raggiungere un nuovo obiettivo. Demerito ai tanti cittadini che non rispettano le regole e che mettono a rischio la loro salute e la normale circolazione stradale. La sintesi è più bici, più spazi senza auto e più regole da rispettare in un complesso globale di ripensamento della mobilità cittadina ancora ferma al Piano generale del Traffico del 1998 aggiornato solo dieci anni fa con il Piano Urbano del Traffico.
Biciclette in coda al passaggio a livello