Battuta d’arresto per il settore turistico, Italia&Friends: «Non bisogna ricominciare, è necessario cambiare»
Il Presidente dell’associazione culturale, Riccardo Rescio: «Il Ministero del Turismo andrebbe corretto e riveduto»
mercoledì 10 marzo 2021
Da oltre 1 anno la pandemia ha causato danni ingenti al settore culturale e turistico della nostra Penisola. Se, in un primo tempo, il turismo nel Bel Paese si è evoluto a singhiozzo, ora con l'emergenza sanitaria ha conosciuto una nuova, imprevista, ma soprattutto devastante battuta d'arresto.
L'associazione culturale di Italia&Friends fotografa la situazione del settore turistico italiano che, soprattutto dopo lo shock Covid, ha bisogno, secondo il sodalizio culturale, di essere riprogettato per superare storiche criticità. I punti su cui intervenire sono molteplici, a partire dalla necessità di riequilibrare l'offerta complessiva extralberghiera, puntando anche alla destagionalizzazione, individuare nuove strategie di fruizione dei luoghi di valenza culturale e intervenire su quei siti di pregio ancora in parte misconosciuti. Fattori tutti che hanno una incidenza notevole sul dato occupazionale.
«Il Turismo è una cosa seria. Compartimenti stagni, o vasi comunicanti, evoluzione o involuzione, cognizione o inconsapevolezza, progresso o regresso, quesiti ancestrali a cui anche il Turismo Nazionale non può e non deve sottrarsi - spiega il Presidente dell'Associazione di Italia&Friends, il dott. Riccardo Rescio - bisognerebbe allora domandarsi se sia effettivamente necessario far crescere e sviluppare le valenze che caratterizzano e identificano le nostre "Terre Uniche", se sia necessario, implementare le opportunità occupazionali, se sia necessario diversificare la destinazione dei flussi Turistici sull'intero Territorio, se sia necessario destagionalizzare le nostre attrattive, e infine, sarebbe ancora utile chiedersi se il nostro attuale modo di operare, nel comparto Turistico, sia in grado di fare tutto ciò, o se invece necessitiamo di "Sistema Turismo", organico, funzionale, efficiente, che abbia consapevolezza dell'oggi e visione prospettica per il domani. Dobbiamo prendere maggiore consapevolezza dello stato dei fatti perché, come afferma Jose Saramago, Premio Nobel per la letteratura, nel suo libro "Cecità", "Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono". Una cecità diffusa, che risparmia solo alcuni, una esigua minoranza che pur conservando la capacità di vedere è costretta, per poter sopravvive, a far finta di averla persa».
Nonostante l'Italia risulti il primo paese al mondo nel quale si desidera viaggiare, il primo per patrimonio storico culturale, enogastronomia e stile di vita, abbiamo perso costantemente "appeal". Molto probabilmente il Bel Paese ha bisogno di interventi mirati che possano rendere concorrenziale il turismo sanando vecchi problemi. «C'è infatti chi osserva che il Turismo sia effettivamente una risorsa su cui investire, in termini di formazione e professionalità, capacità e competenze, organizzazione e pianificazione, strutture e infrastrutture, ma non ha la forza, né la volontà e tantomeno il supporto necessario per dichiarare questa capacità", prosegue il presidente dell'associazione. "Servirebbe un comparto Turistico, più pesante e importante, magari come quello della Cultura e della Agricoltura».
Dunque è necessario un cambio di passo per uscire dalla crisi con la mentalità e per ridisegnare un futuro più plausibile per la ripartenza del comparto turistico. La soluzione, secondo il dottor Rescio, consisterebbe nel creare un rapporto orizzontale tra i settori turistici. Nessun nodo della rete sovrasta gli altri e ognuno contribuisce sulla base delle proprie capacità, potenzialità e risorse. Il nostro tessuto economico è, infatti, composto anche da piccole e medie imprese le quali rappresentano la forza del turismo del nostro Paese. Fare rete nel turismo è l'approccio più adatto per realizzare progetti vincenti ed efficaci ed è anche il modo migliore per poter lavorare nell'Italia del futuro. Un principio che si concretizza con Antonio Pistillo, Ambasciatore andriese dei Saperi e Sapori di Puglia per Italia&friends, che da anni è impegnato a livello territoriale per rendere concrete le idee e le proposte della Associazione, finalizzate a realizzare le collaborazioni e le sinergie necessarie al cambiamento.
«Un "Ministero del Turismo" non solo è necessario, ma indispensabile, poiché una delle maggiori risorse del nostro Paese ha bisogno di una forte riorganizzazione, che trovi il proprio punto di forza nella sinergia e nella complementarietà, di tutte le componenti che hanno interesse e titolo nel Turismo Italiano. Un Ministero riveduto e corretto con maggiori competenze specifiche in tutti i settori in cui è segmentato il comparto Turistico. Non più compartimenti stagni, ma vasi comunicanti, poiché ogni singola località della nostra "Penisola delle Meraviglie" ha una straordinaria Storia da raccontare, un Bellissimo Posto da far vedere, uno squisito Sapore. Tutte le nostre "Terre Uniche" esprimo Valenze e le Valenze non sono altro che l'incontrovertibile espressione dei rispettivi Territori d'origine, - conclude il dott. Rescio, - un "Circolo Virtuoso" che deve divenire una costante inalienabile per tutto ciò che caratterizza e identifica le nostre Terre. Se realmente, siamo consapevoli delle nostre immense potenzialità, smettiamo di accontentarci del piccolo cabotaggio e incominciamo a tracciare le grandi rotte transoceaniche, che il nostro straordinario "Transatlantico Italia", può e deve percorrere».
L'associazione culturale di Italia&Friends fotografa la situazione del settore turistico italiano che, soprattutto dopo lo shock Covid, ha bisogno, secondo il sodalizio culturale, di essere riprogettato per superare storiche criticità. I punti su cui intervenire sono molteplici, a partire dalla necessità di riequilibrare l'offerta complessiva extralberghiera, puntando anche alla destagionalizzazione, individuare nuove strategie di fruizione dei luoghi di valenza culturale e intervenire su quei siti di pregio ancora in parte misconosciuti. Fattori tutti che hanno una incidenza notevole sul dato occupazionale.
«Il Turismo è una cosa seria. Compartimenti stagni, o vasi comunicanti, evoluzione o involuzione, cognizione o inconsapevolezza, progresso o regresso, quesiti ancestrali a cui anche il Turismo Nazionale non può e non deve sottrarsi - spiega il Presidente dell'Associazione di Italia&Friends, il dott. Riccardo Rescio - bisognerebbe allora domandarsi se sia effettivamente necessario far crescere e sviluppare le valenze che caratterizzano e identificano le nostre "Terre Uniche", se sia necessario, implementare le opportunità occupazionali, se sia necessario diversificare la destinazione dei flussi Turistici sull'intero Territorio, se sia necessario destagionalizzare le nostre attrattive, e infine, sarebbe ancora utile chiedersi se il nostro attuale modo di operare, nel comparto Turistico, sia in grado di fare tutto ciò, o se invece necessitiamo di "Sistema Turismo", organico, funzionale, efficiente, che abbia consapevolezza dell'oggi e visione prospettica per il domani. Dobbiamo prendere maggiore consapevolezza dello stato dei fatti perché, come afferma Jose Saramago, Premio Nobel per la letteratura, nel suo libro "Cecità", "Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono". Una cecità diffusa, che risparmia solo alcuni, una esigua minoranza che pur conservando la capacità di vedere è costretta, per poter sopravvive, a far finta di averla persa».
Nonostante l'Italia risulti il primo paese al mondo nel quale si desidera viaggiare, il primo per patrimonio storico culturale, enogastronomia e stile di vita, abbiamo perso costantemente "appeal". Molto probabilmente il Bel Paese ha bisogno di interventi mirati che possano rendere concorrenziale il turismo sanando vecchi problemi. «C'è infatti chi osserva che il Turismo sia effettivamente una risorsa su cui investire, in termini di formazione e professionalità, capacità e competenze, organizzazione e pianificazione, strutture e infrastrutture, ma non ha la forza, né la volontà e tantomeno il supporto necessario per dichiarare questa capacità", prosegue il presidente dell'associazione. "Servirebbe un comparto Turistico, più pesante e importante, magari come quello della Cultura e della Agricoltura».
Dunque è necessario un cambio di passo per uscire dalla crisi con la mentalità e per ridisegnare un futuro più plausibile per la ripartenza del comparto turistico. La soluzione, secondo il dottor Rescio, consisterebbe nel creare un rapporto orizzontale tra i settori turistici. Nessun nodo della rete sovrasta gli altri e ognuno contribuisce sulla base delle proprie capacità, potenzialità e risorse. Il nostro tessuto economico è, infatti, composto anche da piccole e medie imprese le quali rappresentano la forza del turismo del nostro Paese. Fare rete nel turismo è l'approccio più adatto per realizzare progetti vincenti ed efficaci ed è anche il modo migliore per poter lavorare nell'Italia del futuro. Un principio che si concretizza con Antonio Pistillo, Ambasciatore andriese dei Saperi e Sapori di Puglia per Italia&friends, che da anni è impegnato a livello territoriale per rendere concrete le idee e le proposte della Associazione, finalizzate a realizzare le collaborazioni e le sinergie necessarie al cambiamento.
«Un "Ministero del Turismo" non solo è necessario, ma indispensabile, poiché una delle maggiori risorse del nostro Paese ha bisogno di una forte riorganizzazione, che trovi il proprio punto di forza nella sinergia e nella complementarietà, di tutte le componenti che hanno interesse e titolo nel Turismo Italiano. Un Ministero riveduto e corretto con maggiori competenze specifiche in tutti i settori in cui è segmentato il comparto Turistico. Non più compartimenti stagni, ma vasi comunicanti, poiché ogni singola località della nostra "Penisola delle Meraviglie" ha una straordinaria Storia da raccontare, un Bellissimo Posto da far vedere, uno squisito Sapore. Tutte le nostre "Terre Uniche" esprimo Valenze e le Valenze non sono altro che l'incontrovertibile espressione dei rispettivi Territori d'origine, - conclude il dott. Rescio, - un "Circolo Virtuoso" che deve divenire una costante inalienabile per tutto ciò che caratterizza e identifica le nostre Terre. Se realmente, siamo consapevoli delle nostre immense potenzialità, smettiamo di accontentarci del piccolo cabotaggio e incominciamo a tracciare le grandi rotte transoceaniche, che il nostro straordinario "Transatlantico Italia", può e deve percorrere».