Bat, categorie protette: quale futuro?
Secondo dati recenti, circa 80 aziende presenti sul nostro territorio non assumono gli iscritti a tale categoria
venerdì 8 novembre 2019
Secondo i dati rilevati dal prospetto informativo del 31 dicembre 2018 e aggiornato al 18 luglio 2019 da parte del Centro dell'Impiego di Andria, circa una ottantina di aziende presenti sul territorio BAT, continuano a non assumere gli iscritti alla suddetta categoria.
Inefficienza dell'operatività degli uffici competenti? Mancanza di controlli? Potrebbe ricadere in queste due domande, le risposte che da tanto tempo cercano di darsi molte famiglie che hanno a carico figli disabili oppure orfani di genitori deceduti a causa di servizio, dovere o guerra che purtroppo non riescono a trovare una giusta collocazione nel mondo del lavoro.
Eppure le nostre normative che tutelano le categorie protette risultano essere tra le più avanzate a livello europeo ma che, a quanto pare, non riescono ad attuare un vero e proprio cambiamento culturale tra gli imprenditori. Infatti, con numeri alla mano, in Italia solo il 18% dei disabili è occupato rispetto al 58.7% della popolazione; numeri che rivelano il fallimento di una valida ed importante legge.
Ora vediamo più da vicino le normative a cui si devono attenere le aziende. Ogni anno per i datori di lavoro (sia pubblici che privati) che hanno dai 15 a 35 dipendenti, la legge prevede l'obbligo di assumere una persona con disabilità. Fino al 31 dicembre 2017 l'obbligo scattava solo in caso di nuove assunzioni mentre con l'arrivo del nuovo anno (2018) chiunque abbia dai 15 ai 35 dipendenti è tenuto a mettersi in regola. Questa novità ha soppresso il comma 2 dell'articolo 3 della legge n. 68/99, il cosiddetto "regime di gradualità", ed è stata introdotta dall'articolo 3 del Decreto legislativo 151/2015, attuativo della legge n. 183/2014 (Jobs Act). Inoltre, sono previsti per i datori di lavoro che non assumono, sanzioni salate che possono superare i costi della stessa assunzione.
Riportiamo di seguito la tabella degli obblighi di assunzione di lavoratore disabile:
Pertanto, trattasi di una normativa che nella sua validità si scontra costantemente contro il muro di pregiudizi ancora ben presente nel mondo del lavoro: imprenditori che oppressi da preconcetti, continuano a considerare i ragazzi disabili come un ostacolo allo sviluppo della propria azienda. Eppure, anche in questo interviene la legge: secondo le direttive CE 200/78, il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure appropriate ovvero sistemando il luogo di lavoro in funzione dell'handicap.
Nel panorama delle diversità, purtroppo il tema delle categorie protette, (un tema sulla quale torneremo ad affrontarlo in seguito) continua a ricevere scarsa attenzione nel nostro territorio o in generale nella letteratura nazionale. Eppure, l'integrazione delle persone che vivono una condizione di disabilità contribuisce non solo al superamento di qualsiasi barriera ambientale, fisica e soprattutto culturale ma anche alla crescita di un'organizzazione attenta alla tutela del capitale umano orientata a valorizzare la diversità e quindi al benessere dell'intero territorio.
Inefficienza dell'operatività degli uffici competenti? Mancanza di controlli? Potrebbe ricadere in queste due domande, le risposte che da tanto tempo cercano di darsi molte famiglie che hanno a carico figli disabili oppure orfani di genitori deceduti a causa di servizio, dovere o guerra che purtroppo non riescono a trovare una giusta collocazione nel mondo del lavoro.
Eppure le nostre normative che tutelano le categorie protette risultano essere tra le più avanzate a livello europeo ma che, a quanto pare, non riescono ad attuare un vero e proprio cambiamento culturale tra gli imprenditori. Infatti, con numeri alla mano, in Italia solo il 18% dei disabili è occupato rispetto al 58.7% della popolazione; numeri che rivelano il fallimento di una valida ed importante legge.
Ora vediamo più da vicino le normative a cui si devono attenere le aziende. Ogni anno per i datori di lavoro (sia pubblici che privati) che hanno dai 15 a 35 dipendenti, la legge prevede l'obbligo di assumere una persona con disabilità. Fino al 31 dicembre 2017 l'obbligo scattava solo in caso di nuove assunzioni mentre con l'arrivo del nuovo anno (2018) chiunque abbia dai 15 ai 35 dipendenti è tenuto a mettersi in regola. Questa novità ha soppresso il comma 2 dell'articolo 3 della legge n. 68/99, il cosiddetto "regime di gradualità", ed è stata introdotta dall'articolo 3 del Decreto legislativo 151/2015, attuativo della legge n. 183/2014 (Jobs Act). Inoltre, sono previsti per i datori di lavoro che non assumono, sanzioni salate che possono superare i costi della stessa assunzione.
Riportiamo di seguito la tabella degli obblighi di assunzione di lavoratore disabile:
- dai 15 ai 35 lavoratori l'azienda è obbligata ad assumere un lavoratore con disabilità;
- dal 36 ai 50 lavoratori l'azienda è obbligata ad assumere due lavoratori con disabilità;
- oltre 50 lavoratori, la quota del 7% deve essere riservata a lavoratori con disabilità.
Pertanto, trattasi di una normativa che nella sua validità si scontra costantemente contro il muro di pregiudizi ancora ben presente nel mondo del lavoro: imprenditori che oppressi da preconcetti, continuano a considerare i ragazzi disabili come un ostacolo allo sviluppo della propria azienda. Eppure, anche in questo interviene la legge: secondo le direttive CE 200/78, il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure appropriate ovvero sistemando il luogo di lavoro in funzione dell'handicap.
Nel panorama delle diversità, purtroppo il tema delle categorie protette, (un tema sulla quale torneremo ad affrontarlo in seguito) continua a ricevere scarsa attenzione nel nostro territorio o in generale nella letteratura nazionale. Eppure, l'integrazione delle persone che vivono una condizione di disabilità contribuisce non solo al superamento di qualsiasi barriera ambientale, fisica e soprattutto culturale ma anche alla crescita di un'organizzazione attenta alla tutela del capitale umano orientata a valorizzare la diversità e quindi al benessere dell'intero territorio.