Bari Nord, Caldarone: «Andria Sud banale pezza a colori»

L'intervento dell'ex Sindaco di Andria sulla questione ferrovia

domenica 18 gennaio 2015 10.03
«Con l'autorevole avvallo dell'Assessore Regionale ci hanno raccontato la favola che nessun finanziamento è stato perso, e che l'interramento della Ferrovia avverrà entro il 2018». Invece, secondo Vincenzo Caldarone, ex Sindaco della Città di Andria nonché sostenitore del Movimento Cambiamenti le cose sono molto diverse: «Il finanziamento europeo per l'intera opera doveva essere speso entro il 31 dicembre 2015. Aver ripiegato solo sul lotto della stazione è la prova che le risorse per l'intera opera sono perse - ha scritto lo stesso Caldarone - Pensare che il progetto preliminare è stato iniziato nel 1998. La data del 2018 è una ulteriore promessa vuota. Se non si ricorre ai fondi nazionali l'interramento potrà finanziarsi solo con il nuovo quadro comunitario di sostegno, la cui programmazione regionale ancora non esiste. Solo qualche giorno fa è stato pubblicato l'accordo di partenariato nazionale, con almeno due anni di ritardo. Se tutto va bene il 2018 potremo vedere l'opera inclusa nel nuovo programma di fondi comunitari. L'iter per l'appalto e la esecuzione sarà lungo quanto è stato fin'ora? Siamo a più 15 anni di distanza».

E poi l'affondo sulla politica locale: «Altro che tenacia. L'avvio dei lavori per la stazione Sud a pochi mesi dalla scadenza dei pagamenti dei fondi europei è una banale pezza a colore, altro che frutto della perseveranza - ha scritto ancora Caldarone - E' grave il silenzio delle istituzioni locali, anche dei sindaci che hanno partecipato alla iniziativa. Segno di un territorio non consapevole della propria centralità e della propria forza, se finalmente dovesse unirsi e darsi un progetto comune. Si deve a gran voce affermare che, le diseconomie provocate dalla Bari nord, che Andria ha sopportato, hanno coperto almeno 10 volte il costo dell'interramento, tutto a carico della città e non di chi gestisce le linee. La Ferrotranviaria non ha investito un euro nelle città attraversate, e al momento, essendo l'attuatore del progetto di interramento, è responsabile per la mancata esecuzione. Staremo a vedere se la Regione ripeterà l'affidamento».

Il ritorno al territorio locale per trovare soluzioni immediate al problema ferrovia in città: «Nel frattempo servono opere e attività di mitigazione nel tessuto urbano - ha proseguito Caldarone - E' necessario, per evitare il ripetersi infinito di quanto abbiamo visto per ben due periodi di programmazione europea, che gli investimenti siano realizzati con risorse nazionali e con risorse per il miglioramento della qualità urbana, con una diversa programmazione. Questo accade nei centri urbani e nei capoluoghi di provincia più civili, che vengono difesi e rappresentati con ben altra forza. Naturalmente sono contento per quelle poche persone che avranno la possibilità di usufruire del biglietto unico. Lo sono meno per le centinaia di migliaia che dovranno sopportarsi ferrovia, traffico, inefficienze e passerelle di annuncio. Non c'è un secondo tempo per combattere il declino. Le nostre città devono cambiare volto adesso, devono recuperare inefficienze, diventare luogo di attrazione di investimenti e di attività moderne senza aspettare che la crisi finisca e passi il treno (appunto) dello sviluppo. Non è più così. Ognuno ne sente la prova sulla propria pelle».

Tra le soluzioni innovazioni e coesione oltre che il rialzo delle barriere ferroviarie come previsto dal progetto approvato: «Le nostre istituzioni devono imporsi e rialzare la testa - ha concluso Caldarone - Per questo servono innovazione e coesione, a partire dalle prossime elezioni comunali. Il primo punto del programma infrastrutturale serio deve essere che dal 1 gennaio 2016, data in cui la nuova stazione entrerebbe in funzione, dovrà essere sospeso l'attraversamento della città da parte dei treni della Bari Nord ed il collegamento per Barletta dovrà essere assicurato dal trasporto su gomma. Non sarà ancora l'interramento ma un primo atto di giustizia, e un primo immediato modo per far respirare la città. Vediamo se le elezioni riusciranno a far cambiare verso a questa vicenda, insieme ad altre, ormai non più rinviabile».