Bari e Bat, boom di vendite all'estero, ma non basta

Capone: «Aumentare numero degli esportatori interni». In arrivo 20 milioni per le PMI locali

mercoledì 3 luglio 2013 17.10
Le province di Bari e Bat, nonostante la crisi e il calo delle esportazioni pugliesi, anche nel primo trimestre del 2013 hanno dimostrato un trend di crescita delle vendite all'estero: «Bari dell'11,77% (in termini assoluti 100,2 milioni in più di fatturato export) e Bat del 15,02% (in termini assoluti 13,5 milioni in più)». L'ha riferito l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Loredana Capone, nel corso della recente Assemblea generale di Confindustria Bari e Bat dal titolo "Attrattività industriale nell'era globale in una crisi prolungata". «Ma non è sufficiente - ha specificato l'assessore, nel suo intervento su "Le leve della politica industriale regionale", bisogna fare di più. Occorre aumentare il numero degli esportatori anche in province forti come Bari e Bat. Per questo abbiamo attivato l'incentivo dedicato all'internazionalizzazione appena citato dal viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Abbiamo messo a disposizione dei raggruppamenti di piccole e medie imprese 20 milioni di euro perché imparino a cogliere le sfide dell'internazionalizzazione».

«C'è però una condizione in più - ha aggiunto la Capone - Oggi il sistema delle imprese non si divide tra aziende che esportano e aziende che non esportano, ma tra imprese che innovano ed esportano e imprese che non innovano e non esportano. Se le imprese innovano, riescono anche a competere sui mercati esteri e se poi fanno rete, anche per le microimprese potrebbero aprirsi nuove opportunità. La Regione Puglia accompagna le imprese che vogliono innovare e quelle che vogliono internazionalizzare. Noi vogliamo uscire dell'idea del meridione fasonista investendo sulla ricerca e sul capitale umano. Ma anche gli incentivi europei da soli non bastano - ha ribadito l'assessore - la Regione deve poterli cofinanziare e non può farlo per le maglie del patto di stabilità. Nettizzare il cofinanziamento dal patto di stabilità è la nostra più grande battaglia del momento. Per questo è fondamentale l'intervento del governo, al quale chiediamo almeno tre piani nazionali: un piano per l'energia, uno per la ricerca e uno per la formazione».

«In un momento storico come quello attuale, fortemente segnato da una crisi economica che investe tutti i comparti del nostro paese - ha detto il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola - l'inversione di tendenza dovrebbe "passare" da una ritrovata fiducia verso il prossimo e verso le istituzioni di cui siamo rappresentanti. Il senso di smarrimento unitamente alla paura nel futuro sono sentimenti che non ci permettono di guardare al domani con ottimismo. Solo scrollandoci di dosso tutte le paure e le angosce che ci attanagliano potremmo riprendere la giusta via del rilancio economico». Tra le concrete misure possibili, il Presidente Ventola ne ha proposte alcune tra le quali: «sostegno per l'accesso al credito diretto alle imprese e alle famiglie; un pacchetto d'iniziative volte a sburocratizzare la macchina amministrativa troppo spesso inadeguata a dare risposte celeri e concrete ai cittadini e alle imprese; un allentamento del sistema vincolistico; ed infine una costante riduzione della ingerenza che la politica ha nel sistema economico. Bisogna ripensare al funzionamento del sistema economico nella sua interezza. Molte regole sono cambiate ed altrettante variabili sono intervenute interagendo tra loro. La nostra disponibilità - ha poi concluso il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani Francesco Ventola - al cambiamento, ad innovarci, deve essere altrettanto ampia».