Barchetta (FdI): «Pronto Soccorso di Andria, lavori fermi e personale sottodimensionato»
Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia: «L’amministrazione sollevi la questione!»
venerdì 3 marzo 2023
07.00
«Sono partiti circa un mese fa - scrive in una nota Andrea Barchetta, consigliere comunale di Fratelli d'Italia - i lavori di rifunzionalizzazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Bonomo di Andria. La finalità degli interventi è quella di "ridurre drasticamente i tempi d'attesa". L'impressione, però, è che i cittadini andriesi e dell'intera provincia, avranno ancora molto da aspettare. Innanzitutto per ciò che riguarda la riqualificazione della struttura. I lavori, infatti, (il cui tempo massimo si aggirava intorno ai 90 giorni) pare si siano, almeno momentaneamente, fermati.
Che il pronto soccorso di Andria viva in una situazione insostenibile, è ormai drammaticamente cosa nota. A partire dal succitato e annoso problema dei tempi d'attesa. Causati non solo dalle problematiche strutturali di cui sopra. Non possiamo, infatti, continuare ad ignorare le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli operatori, tra turni massacranti e personale sottodimensionato. Un numero di prestazioni giornaliere insostenibile e conseguenti lunghe attese per i codici gialli e verdi. Ciò, chiaramente, non può poi che abbassare il livello e la qualità delle prestazioni stesse.
L'organico, attualmente, è ridotto da 14 a 6 unità. La vicina Barletta, che circa un mese fa ha inaugurato una nuova ala (più grande e funzionale) del Pronto Soccorso del "Di Miccoli", vanta 16 unità, con turnazioni di 3 e 4 medici contro le due turnazioni giornaliere e una notturna di Andria. Con enorme difficoltà nella gestione delle emergenze. Le stesse criticità del Pronto Soccorso andriese, hanno spinto altresì i medici specializzandi (circa 6 unità) a rinunciare. Un'altra occasione persa. Si è provato, per di più, a sopperire alla mancanza di personale con l'impiego dei medici di chirurgia, che, in teoria, dovrebbero svolgere dei turni durante i propri orari di reparto. Nella realtà, però, rimangono spesso bloccati nei rispettivi reparti per la risoluzione di altre emergenze.
Il Presidente Emiliano e la variopinta maggioranza in Regione, dovranno prima o poi rendere conto di questa situazione. Nel frattempo, però, ci chiediamo: l'amministrazione comunale di Andria, che dovrebbe tutelare i cittadini e quindi i pazienti andriesi, ne è al corrente? Intende prima o poi sollevare la questione dinanzi e/o assieme alle istituzioni competenti? Non vorremmo si sviluppi un asse di immobilismo tra il centrosinistra andriese e quello regionale, che già negli ultimi 10 anni si è reso protagonista di un depotenziamento del sistema sanitario regionale senza precedenti e che anche sul tanto sbandierato nuovo ospedale di Andria continua a rimanere al punto di partenza: lo stato di validazione del progetto, senza le risorse economiche necessarie».
Che il pronto soccorso di Andria viva in una situazione insostenibile, è ormai drammaticamente cosa nota. A partire dal succitato e annoso problema dei tempi d'attesa. Causati non solo dalle problematiche strutturali di cui sopra. Non possiamo, infatti, continuare ad ignorare le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli operatori, tra turni massacranti e personale sottodimensionato. Un numero di prestazioni giornaliere insostenibile e conseguenti lunghe attese per i codici gialli e verdi. Ciò, chiaramente, non può poi che abbassare il livello e la qualità delle prestazioni stesse.
L'organico, attualmente, è ridotto da 14 a 6 unità. La vicina Barletta, che circa un mese fa ha inaugurato una nuova ala (più grande e funzionale) del Pronto Soccorso del "Di Miccoli", vanta 16 unità, con turnazioni di 3 e 4 medici contro le due turnazioni giornaliere e una notturna di Andria. Con enorme difficoltà nella gestione delle emergenze. Le stesse criticità del Pronto Soccorso andriese, hanno spinto altresì i medici specializzandi (circa 6 unità) a rinunciare. Un'altra occasione persa. Si è provato, per di più, a sopperire alla mancanza di personale con l'impiego dei medici di chirurgia, che, in teoria, dovrebbero svolgere dei turni durante i propri orari di reparto. Nella realtà, però, rimangono spesso bloccati nei rispettivi reparti per la risoluzione di altre emergenze.
Il Presidente Emiliano e la variopinta maggioranza in Regione, dovranno prima o poi rendere conto di questa situazione. Nel frattempo, però, ci chiediamo: l'amministrazione comunale di Andria, che dovrebbe tutelare i cittadini e quindi i pazienti andriesi, ne è al corrente? Intende prima o poi sollevare la questione dinanzi e/o assieme alle istituzioni competenti? Non vorremmo si sviluppi un asse di immobilismo tra il centrosinistra andriese e quello regionale, che già negli ultimi 10 anni si è reso protagonista di un depotenziamento del sistema sanitario regionale senza precedenti e che anche sul tanto sbandierato nuovo ospedale di Andria continua a rimanere al punto di partenza: lo stato di validazione del progetto, senza le risorse economiche necessarie».