Avis Andria, al via il servizio civile per tre giovani

"Un dono per tutti in Puglia", il titolo del progetto

venerdì 25 settembre 2015 8.47
A cura di Stefano Massaro
­Un'occasione di crescita per l'Avis di Andria in termini di contatto con i giovani, di promozione della donazione e soprattutto un'occasione per divulgare questa pratica solidaristica nel tessuto sociale. A distanza di quasi dieci anni dall'ultima volta, l'associazione andriese ha sposato il progetto del servizio civile ovvero l'opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni, di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale.

«Il servizio civile volontario - dice il Presidente della sezione andriese Mariagrazia Iannuzzi - garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, un'importante e spesso unica occasione di crescita personale, un'opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Tali valori sono richiamati anche nell'innovativa sintesi grafica del simbolo che contraddistingue questa esperienza: la stella della Repubblica, i colori della bandiera italiana, il blu dell'Europa, l'abbraccio della solidarietà e dell'aiuto reciproco attraverso cui costruire una società solidale e coesa nel rispetto dei principi ispiratori della norma istitutiva. L'Avis di Andria ha deciso di dare questa opportunità nell'anno sociale in corso a tre ragazzi opportunamente selezionati da una commissione istituita da Avis Nazionale».

Tommaso, Ezia e Vincenzo saranno i giovani volontari, che coordinati dal loro tutor, nonché segretario del direttivo, il cav. Antonio Panico, prenderanno parte al progetto "Un dono per tutti in Puglia" mettendo a disposizione le proprie energie e competenze per affrontare la difficoltà a raggiungere la quota di sangue programmata a livello regionale e nazionale. Difficoltà che si articola in cinque criticità specifiche, quali: la mancanza di diffusione ampia e aggiornata alla comunità sul valore del sangue e del dono, scarsa presenza sul territorio, non sufficiente coinvolgimento dei giovani, non omogeneo sistema di archiviazione dei dati nelle sedi Avis e insufficiente affezione da parte dei donatori alla donazione. «Perché donare il sangue è un gesto di solidarietà - prosegue Mariagrazia Iannuzzi - Significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo ci preoccupa. Infatti il sangue non è riproducibile in laboratorio ma è indispensabile alla vita, indispensabile nei servizi di primo soccorso, in chirurgia nella cura di alcune malattie tra le quali quelle oncologiche e nei trapianti. Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo. La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo di solidarietà da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità. Il servizio civile è pertanto un occasione da non perdere per far sì che questa pratica acquisti sempre più valore».