Auto 'cannibalizzate': 10 arresti tra Andria e Cerignola
Operazione "Four minutes" dei Carabinieri. 90 furti in tre mesi
lunedì 1 febbraio 2016
11.41
Una indagine durata poco meno di 5 mesi fatta di osservazione ed intercettazioni ambientali per sgominare una banda che operava in modo rapido e senza scrupoli nei furti d'auto e nella successiva ricettazione dei pezzi di ricambio. 10 gli arrestati e tre i ricercati sottrattisi alla cattura nell'operazione scattata all'alba tra Andria e Cerignola. Undici, infatti, i coinvolti andriesi e 2 quelli cerignolani entrambi titolari di autodemolizioni pronti, secondo l'accusa, a rivendere le parti letteralmente "cannibalizzate" con estrema precisione. Circa 95 i furti di autovetture tra le province di Bari, Bat e Foggia, in meno di 3 mesi con una rapidità che ha sorpreso anche gli inquirenti stessi. Solo quattro minuti di media per portare via una qualsiasi autovettura di marchi prestigiosi e con qualsiasi sistema di allarme o protezione. Tutti i dettagli sono stati presentati durante una conferenza stampa in Procura a Trani alla presenza del Procuratore Carlo Maria Capristo che si è detto particolarmente soddisfatto dell'operazione condotta dalla Compagnia dei Carabinieri di Andria.
«Abbiamo interrotto un pericoloso sodalizio criminale - ha detto il Capitano Marcello Savastano, Comandante della Compagnia di Andria - una organizzazione criminale che non si fermava davanti a nulla e che operava con rapidità e precisione in una rete che abbiamo ricostruito con molta minuziosità». Dalle numerose intercettazioni telefoniche è emerso come ci fosse una vera e propria associazione a delinquere contestata agli arrestati assieme al furto aggravato ed alla ricettazione. Una organizzazione che aveva due strutture parallele tra operai che avevano i compiti di rubare le autovetture e smontarle pezzo per pezzo e la successiva commercializzazione dei ricambi attraverso gli autodemolitori. Coinvolti anche tre ragazzi appena diciottenni oltre al sequestro di un terreno del valore da oltre 300mila euro nell'agro tra Andria e Ruvo dove venivano portate la maggior parte delle vetture appena rubate.
«Abbiamo interrotto un pericoloso sodalizio criminale - ha detto il Capitano Marcello Savastano, Comandante della Compagnia di Andria - una organizzazione criminale che non si fermava davanti a nulla e che operava con rapidità e precisione in una rete che abbiamo ricostruito con molta minuziosità». Dalle numerose intercettazioni telefoniche è emerso come ci fosse una vera e propria associazione a delinquere contestata agli arrestati assieme al furto aggravato ed alla ricettazione. Una organizzazione che aveva due strutture parallele tra operai che avevano i compiti di rubare le autovetture e smontarle pezzo per pezzo e la successiva commercializzazione dei ricambi attraverso gli autodemolitori. Coinvolti anche tre ragazzi appena diciottenni oltre al sequestro di un terreno del valore da oltre 300mila euro nell'agro tra Andria e Ruvo dove venivano portate la maggior parte delle vetture appena rubate.
Stralcio dell'ordinanza cautelare del GIP
Quella sgominata, in definitiva, è una "banda organizzata che ha agito e, verosimilmente, agisce ancora allo scopo di commettere una serie indeterminata di furti d'auto per poi sezionarle e monetizzarle sui pezzi di ricambio, di concerto con gli autodemolitori che effettuano veri e propri ordinativi. I reati fine venivano poi commessi con spregiudicata disinvoltura, talora in presenza delle stesse vittime a volte intimidite al punto dal desistere da sporgere denuncia. I ruoli e le funzioni ricoperte da ciascun associato risultano tendenzialmente stabili in quanto ciascuno dei partecipi aveva un preciso compito. I mezzi a disposizione dell'organizzazione non sono poi tanto rudimentali in quanto gli stessi si erano organizzati con strumenti operativi sia sofisticati (si pensi ai disturbatori di frequenze o agli aggeggi necessari per sintonizzarsi sulle frequenze dei CC allo scopo di prevenire agguati) e sia comuni (le automobili, i furgoni , gli attrezzi da scasso ecc…) sufficienti alla messa a segno dei furti programmati. […] Per di più si registra la capacità dell'organizzazione di assicurare la tutela legale"[1].
Quella sgominata, in definitiva, è una "banda organizzata che ha agito e, verosimilmente, agisce ancora allo scopo di commettere una serie indeterminata di furti d'auto per poi sezionarle e monetizzarle sui pezzi di ricambio, di concerto con gli autodemolitori che effettuano veri e propri ordinativi. I reati fine venivano poi commessi con spregiudicata disinvoltura, talora in presenza delle stesse vittime a volte intimidite al punto dal desistere da sporgere denuncia. I ruoli e le funzioni ricoperte da ciascun associato risultano tendenzialmente stabili in quanto ciascuno dei partecipi aveva un preciso compito. I mezzi a disposizione dell'organizzazione non sono poi tanto rudimentali in quanto gli stessi si erano organizzati con strumenti operativi sia sofisticati (si pensi ai disturbatori di frequenze o agli aggeggi necessari per sintonizzarsi sulle frequenze dei CC allo scopo di prevenire agguati) e sia comuni (le automobili, i furgoni , gli attrezzi da scasso ecc…) sufficienti alla messa a segno dei furti programmati. […] Per di più si registra la capacità dell'organizzazione di assicurare la tutela legale"[1].