Aumentano i sequestri di prodotti agroalimentari tarocchi
E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, nella prima “Giornata della Lotta alla Contraffazione per gli studenti”
giovedì 31 ottobre 2019
Sequestrata nei primi 6 mesi del 2019 in Puglia 1 tonnellata di prodotti agroalimentari contraffatti, con l'italian sounding che viaggia veloce anche sul web, arrecando un danno da miliardi di euro al 'Made in'. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dei dati emersi nel corso della prima "Giornata della Lotta alla Contraffazione per gli studenti", organizzata a Bari presso l'Auditorium della Legione Allievi della Guardia di Finanza, nell'ambito del Protocollo d'Intesa sottoscritto tra diverse Amministrazioni dello Stato, Forze dell'Ordine e Associazioni di categoria che partecipano ai lavori del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all'Italian Sounding (CNALCIS), a cui hanno partecipato oltre 850 studenti di 15 scuole superiori di secondo grado dell'aerea metropolitana barese, che nelle settimane precedenti all'evento sono stati coinvolti in un percorso formativo organizzato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
"Si registra una crescita record del 70% nell'ultimo decennio di produzione di falso italiano, per un valore stimato di 100 miliardi di euro, un inaccettabile danno all'immagine del Made in Italy a tavola, poiché non solo rubano mercato e posti di lavoro a tutta la filiera agroalimentare italiana, ma ingannano i consumatori di tutto il mondo", ha detto Veronica Barbati, leader nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. All'estero, dove – ha insistito Barbati – le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi, i salumi più prestigiosi, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve. Mettendo le mani sull'agroalimentare in territori dove l'agricoltura è il settore economico centrale, la malavita si infiltra in modo capillare nella società civile, condizionando la vita quotidiana della persone e affermando il proprio controllo sul territorio".
Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale "agropirateria". "Il fenomeno criminale si sviluppa – ha concluso il presidente dei giovani di Coldiretti Barbati - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano "made in Puglia" e "made in Italy" fregiandosi in modo fraudolento dell'immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio".
"Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro, anche attraverso una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali, all'approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall'apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti", ha aggiunto Cinzia Coduti dell'Osservatorio Agromafie. "Lo scenario 'evolutivo' delle agromafie – ha spiegato Coduti - è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell'opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l'informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto".
L'Italian sounding vola anche sul web con gli 'agropirati' che sfruttano il valore incalcolabile del brand 'made in Italy' e dei prodotti DOP e IGP per vendere finti olio extravergine pugliese, lenticchia di Altamura, burrata di Andria e Limone Femminello del Gargano, intercettati e bloccati dall'Ispettorato centrale della tutela e qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, denuncia di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Rapporto 2018 dell'ICQRF del MIPAAFT.
"Con i prodotti che sfruttano l'italian sounding occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell'agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di 'tipo italiano' su tre", ha precisato Benedetta Liberace, a capo del gruppo di giovani di Coldiretti Puglia che hanno partecipato all'evento nazionale organizzato a Bari.
Molto 'evocative' del vero made in Puglia le etichette irregolari stanate e bloccate dall'ICQRF, conclude Coldiretti Puglia, come l'olio extravergine di oliva BIO Puglia Terre di Bari, i Lomoni del Gargano biologici citrus lemon sicilia.
"Si registra una crescita record del 70% nell'ultimo decennio di produzione di falso italiano, per un valore stimato di 100 miliardi di euro, un inaccettabile danno all'immagine del Made in Italy a tavola, poiché non solo rubano mercato e posti di lavoro a tutta la filiera agroalimentare italiana, ma ingannano i consumatori di tutto il mondo", ha detto Veronica Barbati, leader nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. All'estero, dove – ha insistito Barbati – le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi, i salumi più prestigiosi, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve. Mettendo le mani sull'agroalimentare in territori dove l'agricoltura è il settore economico centrale, la malavita si infiltra in modo capillare nella società civile, condizionando la vita quotidiana della persone e affermando il proprio controllo sul territorio".
Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale "agropirateria". "Il fenomeno criminale si sviluppa – ha concluso il presidente dei giovani di Coldiretti Barbati - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano "made in Puglia" e "made in Italy" fregiandosi in modo fraudolento dell'immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio".
"Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro, anche attraverso una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali, all'approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall'apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti", ha aggiunto Cinzia Coduti dell'Osservatorio Agromafie. "Lo scenario 'evolutivo' delle agromafie – ha spiegato Coduti - è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell'opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l'informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto".
L'Italian sounding vola anche sul web con gli 'agropirati' che sfruttano il valore incalcolabile del brand 'made in Italy' e dei prodotti DOP e IGP per vendere finti olio extravergine pugliese, lenticchia di Altamura, burrata di Andria e Limone Femminello del Gargano, intercettati e bloccati dall'Ispettorato centrale della tutela e qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, denuncia di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Rapporto 2018 dell'ICQRF del MIPAAFT.
"Con i prodotti che sfruttano l'italian sounding occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell'agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di 'tipo italiano' su tre", ha precisato Benedetta Liberace, a capo del gruppo di giovani di Coldiretti Puglia che hanno partecipato all'evento nazionale organizzato a Bari.
Molto 'evocative' del vero made in Puglia le etichette irregolari stanate e bloccate dall'ICQRF, conclude Coldiretti Puglia, come l'olio extravergine di oliva BIO Puglia Terre di Bari, i Lomoni del Gargano biologici citrus lemon sicilia.