Auguri amari ma di speranza per il Natale a Casa Accoglienza S. M. Goretti
Don Geremia: «Pochi immigranti, tanti andriesi. La speranza non può venir meno»
giovedì 24 dicembre 2015
Sentimenti di spavento e meraviglia sono quelli che Don Geremia Acri ci racconta all'interno di Casa Accoglienza Santa Maria Goretti di Andria per cercare di tracciare un bilancio annuale dell'attività in favore dei più poveri. Poveri che non sono più solo i migranti, scopo per il quale è iniziata l'intera attività di Casa Accoglienza ad Andria, ma poveri che si ritrovano sempre più nell'aiuto alle famiglie andriesi ed italiane bisognose di aiuto, bisognose praticamente di tutto. Solo 50 i migranti presenti, per il resto la struttura della Caritas andriese accoglie e fornisce pasti ed indumenti per circa 400 famiglie andriesi. «E' un dato preoccupante – dice Don Geremia - non so se dire buon natale perchè la gente è davvero ferita alla ricerca di tutto. Mi sembra quasi stonato augurare buon natale a tanta gente che va alla ricerca di dignità, di casa oltre che di lavoro. Questa cosa mette in crisi soprattutto me e quello che provo è anche un senso di vergogna di quello che io ho. Quando poi parlo con gente che non ha niente o che ha poco, mi mette in crisi come prete ma anche come uomo».
A Casa Accoglienza la coda esterna per approvvigionarsi era lunghissima e si dipanava nelle stradine del centro storico andriese dove è ubicata. Ora la fila è scomparsa e gran parte di coloro i quali giungono in questo luogo chiedono un cesto da portare a casa per le esigenze quotidiane. «Il dato allarmante è proprio questo – ha detto Don Geremia Acri – la mensa si è quasi svuotata e su 450 pasti, noi ne consegniamo una 80ina qui, tra cui sono 50 i migranti ed il resto sono italiani. Il resto sono i cesti di coloro i quali vengono a ritirare il pasto caldo da portare nelle proprie case. Particolare attenzione viene posta anche nei riguardi dei più piccoli, dei neonati. Sono una 90ina quelli a cui Casa Accoglienza fornisce beni di prima necessità: «E' partito questo progetto che ci permette di raccogliere prodotti per i neonati, circa una 90ina – ha detto Don Geremia Acri - si cerca di dare una mano, mi metto nei panni di alcune mamme ed alcuni papà che cercano di dare il massimo ma una busta di latte in polvere costa davvero tanto. E' una fascia particolarmente debole da tutelare».
Ma la speranza non può svanire ed il messaggio finale, naturalmente, non può che essere positivo. «La speranza non può, tuttavia, venire meno. Noi abbiamo un Dio forte ed onnipotente che si è fatto onnidebole ed è accanto ad ogni persona».
A Casa Accoglienza la coda esterna per approvvigionarsi era lunghissima e si dipanava nelle stradine del centro storico andriese dove è ubicata. Ora la fila è scomparsa e gran parte di coloro i quali giungono in questo luogo chiedono un cesto da portare a casa per le esigenze quotidiane. «Il dato allarmante è proprio questo – ha detto Don Geremia Acri – la mensa si è quasi svuotata e su 450 pasti, noi ne consegniamo una 80ina qui, tra cui sono 50 i migranti ed il resto sono italiani. Il resto sono i cesti di coloro i quali vengono a ritirare il pasto caldo da portare nelle proprie case. Particolare attenzione viene posta anche nei riguardi dei più piccoli, dei neonati. Sono una 90ina quelli a cui Casa Accoglienza fornisce beni di prima necessità: «E' partito questo progetto che ci permette di raccogliere prodotti per i neonati, circa una 90ina – ha detto Don Geremia Acri - si cerca di dare una mano, mi metto nei panni di alcune mamme ed alcuni papà che cercano di dare il massimo ma una busta di latte in polvere costa davvero tanto. E' una fascia particolarmente debole da tutelare».
Ma la speranza non può svanire ed il messaggio finale, naturalmente, non può che essere positivo. «La speranza non può, tuttavia, venire meno. Noi abbiamo un Dio forte ed onnipotente che si è fatto onnidebole ed è accanto ad ogni persona».