Assunzioni in Sanitaservice: "La confusione regna sovrana"
Il consigliere regionale Saverio Tammacco (Gruppo Misto): "Manca un criterio unico per reclutare personale"
venerdì 29 ottobre 2021
6.06
Nota del consigliere regionale Saverio Tammacco (Gruppo Misto) a seguito dell'interrogazione rivolta all'assessore Lopalco sul reclutamento del personale da parte delle società in house del SSR.
"Non è ammissibile che in Puglia non esista un criterio unico per il reclutamento del personale da parte di Asl e Sanitaservice. Abbiamo assistito a situazioni assurde, come se in questa regione, fatta la legge, ognuno possa decidere di agire come vuole, indisturbato.
Se esistono delle linee guida in materia di organizzazione e gestione delle società in house per il reclutamento de personale approvate con una legge (22126 del 2019), se esse prevendono (comma1 art.4) che le modalità di reclutamento debbano essere analoghe a quelle delle pubbliche amministrazioni, la domanda è: perché ognuno continua a fare di testa sua?
E soprattutto perché non c'è alcun richiamo da parte dell'assessorato competente che dovrebbe vigilare a che cessi questa disuguaglianza di trattamento nei confronti dei lavoratori? A chi giova questa confusione?
Solo per citare qualche esempio.
La Sanitaservice Asl Ba ha proceduto al reclutamento di 40 ausiliari addetti alle pulizie, appartenenti alla categoria A, per i quali la legge prevede che siano avviati nelle liste di collocamento con il requisito unico della scuola dell'obbligo. Invece sono stati sottoposti a ben due prove, una scritta ed una orale. L'altro caso è quello di Sanitaservice Asl Bat che comunica sul suo sito, in barba alle linee guida, di aver commissionato ad una società privata il reclutamento di 33 lavoratori addetti alle pulizie, in regime somministrato; e poi c'è il caso di Sanitaservice Policlinico che ha chiesto al centro per l'impiego di Bari, l'avviamento al lavoro di 179 ausiliari delle pulizie e 10 necrofori tra gli iscritti alle liste del collocamento. Il tutto con il contributo dell'Arpal ha completato l'opera chiedendo ai candidati l'invio di una Pec ai Centri per l'impiego della provincia di Bari e prevedendo come requisito l'appartenenza e l'iscrizione ad un centro per l'impiego dell'area metropolitana.
Una situazione assurda ed inaccettabile, tanto più che esistono leggi e linee guida chiare al riguardo che vengono puntualmente disattese.
Il fatto che l'assessore alla Salute Lopalco, facendo spallucce mi risponda che "sarebbe auspicabile avere criteri omogenei" e che sarebbe utile un coordinamento delle Sanitaservice "per definire delle linee guida", non solo non mi consola, ma mi preoccupa perché vuol dire che l'assessore non sa o non ricorda che le linee guida esistono già. Quando poi attribuisce i diversi comportamenti da parte delle società in house comunque all' autonomia di questi enti, non solo si contraddice, ma sancisce il fatto che in Puglia enti e aziende, in virtù dell'autonomia, possano fare quello che vogliono, come vogliono, chiedere per uno stesso profilo requisiti diversi a seconda che il reclutamento avvenga da parte di una Sanitaservice piuttosto che di un'altra. Una confusione degna di un mercato del pesce".
"Non è ammissibile che in Puglia non esista un criterio unico per il reclutamento del personale da parte di Asl e Sanitaservice. Abbiamo assistito a situazioni assurde, come se in questa regione, fatta la legge, ognuno possa decidere di agire come vuole, indisturbato.
Se esistono delle linee guida in materia di organizzazione e gestione delle società in house per il reclutamento de personale approvate con una legge (22126 del 2019), se esse prevendono (comma1 art.4) che le modalità di reclutamento debbano essere analoghe a quelle delle pubbliche amministrazioni, la domanda è: perché ognuno continua a fare di testa sua?
E soprattutto perché non c'è alcun richiamo da parte dell'assessorato competente che dovrebbe vigilare a che cessi questa disuguaglianza di trattamento nei confronti dei lavoratori? A chi giova questa confusione?
Solo per citare qualche esempio.
La Sanitaservice Asl Ba ha proceduto al reclutamento di 40 ausiliari addetti alle pulizie, appartenenti alla categoria A, per i quali la legge prevede che siano avviati nelle liste di collocamento con il requisito unico della scuola dell'obbligo. Invece sono stati sottoposti a ben due prove, una scritta ed una orale. L'altro caso è quello di Sanitaservice Asl Bat che comunica sul suo sito, in barba alle linee guida, di aver commissionato ad una società privata il reclutamento di 33 lavoratori addetti alle pulizie, in regime somministrato; e poi c'è il caso di Sanitaservice Policlinico che ha chiesto al centro per l'impiego di Bari, l'avviamento al lavoro di 179 ausiliari delle pulizie e 10 necrofori tra gli iscritti alle liste del collocamento. Il tutto con il contributo dell'Arpal ha completato l'opera chiedendo ai candidati l'invio di una Pec ai Centri per l'impiego della provincia di Bari e prevedendo come requisito l'appartenenza e l'iscrizione ad un centro per l'impiego dell'area metropolitana.
Una situazione assurda ed inaccettabile, tanto più che esistono leggi e linee guida chiare al riguardo che vengono puntualmente disattese.
Il fatto che l'assessore alla Salute Lopalco, facendo spallucce mi risponda che "sarebbe auspicabile avere criteri omogenei" e che sarebbe utile un coordinamento delle Sanitaservice "per definire delle linee guida", non solo non mi consola, ma mi preoccupa perché vuol dire che l'assessore non sa o non ricorda che le linee guida esistono già. Quando poi attribuisce i diversi comportamenti da parte delle società in house comunque all' autonomia di questi enti, non solo si contraddice, ma sancisce il fatto che in Puglia enti e aziende, in virtù dell'autonomia, possano fare quello che vogliono, come vogliono, chiedere per uno stesso profilo requisiti diversi a seconda che il reclutamento avvenga da parte di una Sanitaservice piuttosto che di un'altra. Una confusione degna di un mercato del pesce".