Associazioni su Camera di Commercio: "Perché non spostarla negli uffici comunali?"
Amarezza per la chiusura della sede decentrata, più comoda rispetto a quella di Barletta
martedì 16 maggio 2017
10.00
Chiusura della Camera di Commercio ad Andria: L'allarme viene lanciato dal Coordinatore delle Libere Associazioni Civiche Andriesi, Savino Montaruli, il quale, chiamato dai commercianti aderenti al Comitato Quartiere Europa di Andria nella giornata di giovedí 11 maggio, si è recato presso lo Sportello della C.C.I.A.A. in Corso Europa Unita.
Qui la conferma, da parte di due impiegati, della chiusura del servizio prevista per il 30 giugno prossimo. Di seguito giunge l'allarme diffuso sui social che diventa virale: oltre allo stesso Montaruli, ne parla la consigliera regionale Grazia Di Bari, poi ancora associazioni e politici.
"Eppure la Camera di Commercio potrebbe continuare a restare ad Andria a costo zero ubicandola negli Uffici comunali siti in via Bari, dove prima era ubicato lo Sportello dell'Agenzia delle Entrate, anch'esso chiuso nel silenzio omertoso di un'intera città e della politica inesistente". Queste le parole taglienti delle Libere Associazioni andriesi che così si esprimono in una nota: "Anche lo Sportello della Camera di Commercio di Andria sarebbe potuto restare tranquillamente dove è ora ampliando i suoi servizi e diventando Sede Decentrata d'Area poiché risulta essere più facilmente raggiungibile rispetto a quella di Barletta ubicata nel pieno centro storico, a ridosso del Comando della Polizia Municipale. Una città come Andria, con il maggior numero di Imprese attive iscritte e con il più alto numero di rappresentanti politici, a tutti i livelli, dovrebbe contare qualcosa in seno alla Camera di Commercio, dove addirittura siedono, nella stessa Giunta che ha deliberato la soppressione dello Sportello di Andria, due autorevoli, emeriti ed eminenti rappresentanti del mondo imprenditoriale di livello nazionale: il dott. Savatore Liso ed il cavalier Giovanni Pomarico, i quali avrebbero dovuto confrontarsi con le Associazioni del territorio e con quelle migliaia di commercianti in rappresentanza dei quali sono chiamati a sedersi in corso Cavour a Bari, pur rappresentando in realtà percentuali insignificanti di iscritti alle proprie Associazioni rispetto al tessuto globale delle Imprese.
Allora cosa è successo? Il silenzio avrebbe dovuto essere l'arma della sconfitta cittadina? Nel silenzio si sarebbe voluto far passare quest'altra coltellata al cuore per una città svenduta e messa da tempo in liquidazione? Le Associazioni Civiche Andriesi non ci stanno ed invitano le autorità ad intervenire ed affrontare la questione al di fuori di interessi personali, di sistema, di coalizione, di appartenenza e di privilegio. Se la Camera di Commercio dovesse realmente essere chiusa, dovremmo aspettarci ancora nuove umiliazioni".
Qui la conferma, da parte di due impiegati, della chiusura del servizio prevista per il 30 giugno prossimo. Di seguito giunge l'allarme diffuso sui social che diventa virale: oltre allo stesso Montaruli, ne parla la consigliera regionale Grazia Di Bari, poi ancora associazioni e politici.
"Eppure la Camera di Commercio potrebbe continuare a restare ad Andria a costo zero ubicandola negli Uffici comunali siti in via Bari, dove prima era ubicato lo Sportello dell'Agenzia delle Entrate, anch'esso chiuso nel silenzio omertoso di un'intera città e della politica inesistente". Queste le parole taglienti delle Libere Associazioni andriesi che così si esprimono in una nota: "Anche lo Sportello della Camera di Commercio di Andria sarebbe potuto restare tranquillamente dove è ora ampliando i suoi servizi e diventando Sede Decentrata d'Area poiché risulta essere più facilmente raggiungibile rispetto a quella di Barletta ubicata nel pieno centro storico, a ridosso del Comando della Polizia Municipale. Una città come Andria, con il maggior numero di Imprese attive iscritte e con il più alto numero di rappresentanti politici, a tutti i livelli, dovrebbe contare qualcosa in seno alla Camera di Commercio, dove addirittura siedono, nella stessa Giunta che ha deliberato la soppressione dello Sportello di Andria, due autorevoli, emeriti ed eminenti rappresentanti del mondo imprenditoriale di livello nazionale: il dott. Savatore Liso ed il cavalier Giovanni Pomarico, i quali avrebbero dovuto confrontarsi con le Associazioni del territorio e con quelle migliaia di commercianti in rappresentanza dei quali sono chiamati a sedersi in corso Cavour a Bari, pur rappresentando in realtà percentuali insignificanti di iscritti alle proprie Associazioni rispetto al tessuto globale delle Imprese.
Allora cosa è successo? Il silenzio avrebbe dovuto essere l'arma della sconfitta cittadina? Nel silenzio si sarebbe voluto far passare quest'altra coltellata al cuore per una città svenduta e messa da tempo in liquidazione? Le Associazioni Civiche Andriesi non ci stanno ed invitano le autorità ad intervenire ed affrontare la questione al di fuori di interessi personali, di sistema, di coalizione, di appartenenza e di privilegio. Se la Camera di Commercio dovesse realmente essere chiusa, dovremmo aspettarci ancora nuove umiliazioni".