Protesta Assistenti Sociali: poche unità e nessun riconoscimento

Nappi: «Solidarietà ai colleghi, ora un cenno dell'amministrazione»

venerdì 19 settembre 2014
A cura di Stefano Massaro
Gli Assistenti Sociali del Comune di Andria protestano contro il trattamento riservato dall'Amministrazione Comunale alla loro categoria. Continuano le proteste dei dipendenti dell'ente, già lo scorso 17 settembre riunitisi in assemblea sindacale unitaria (Articolo AndriaViva). «L'Amministrazione continua ad ignorare l'importanza e la delicatezza degli interventi sociali, realizzati da personale esperto e specializzato ormai da tempo sottorganico». Ha detto Antonio Nappi, vice-presidente dell'Ordine di Puglia degli Assistenti Sociali. Secondo la normativa regionale, infatti, ad Andria ci dovrebbero essere 20 assistenti sociali ed, invece, sono solo 11 le unità in organico: «Con indiscutibile abnegazione e nonostante i limiti organizzativi esistenti - ha detto ancora Nappi - aggravati da continui, massicci, tagli finanziari, danno concretezza alle politiche sociali cittadine e hanno posizionato Andria fra i comuni più avanzati ed innovativi della Puglia nel settore dei servizi sociali».

Da ormai due mesi i professionisti del Comune aspettano un qualche cenno di riscontro ad un nota di protesta inviata «in concomitanza con la definizione di alcune indennità contrattuali - ha proseguito Nappi - dapprima deprecabilmente immiserite e poi addirittura negate per interpretazioni illogiche dell'ufficio del Personale. Un'occasione per richiamare l'attenzione sui livelli di responsabilità esistenti e l'assoluta assenza di riconoscimenti d'ogni tipo. La nota inviata al Sindaco evidenzia che gli Assistenti sociali continuano ad essere mortificati da decisioni e valutazioni sganciate da ogni elemento di realtà, ignorando il peso specifico della loro responsabilità nei processi di lavoro quotidiano caratterizzati da elevata complessità».

L'assistente sociale è esposto infatti in prima persona nei confronti dell'utenza, che ormai quasi quotidianamente agisce aggressioni e minacce: «In particolare nell'area tutela minori è esposto anche nei confronti dell'autorità giudiziaria e dei legali di parte, rispondendo direttamente delle proprie valutazioni ed interventi - dice ancora lo stesso Nappi riprendendo la lettera inviata all'ente - ma il livello di complessità e responsabilità è ancora più esplicito nelle procedure attivate ai sensi delle "linee guida sull'abuso e maltrattamento dei minori" che affidano al Servizio sociale professionale il ruolo di "regista" dell'equipe di specialisti dei servizi territoriali (psichiatri, psicologi, neuropsichiatri infantili)».

Ma vi sono anche le procedure relative all'affidamento familiare e all'adozione, le complesse procedure che garantiscono tutela e presa in carico delle persone non autosufficienti, gli interventi di contrasto del sempre più dilagante fenomeno di vecchie e nuove povertà, l'impegno interistituzionale e multilivello per l'attuazione del Piano di Zona. «Nonostante la complessità di tale lavoro, mai sono state riconosciute indennità adeguate alle responsabilità assunte anche in termini di posizioni organizzative o "alte professionalità". Probabilmente il Settore nel quale operano gli Assistenti sociali non è né strategico nè centrale nei programmi dell'Amministrazione, ma un ente pubblico dovrebbe "ordinariamente" riconoscere e valorizzare adeguatamente i livelli di professionalità esistenti. L'Ordine professionale - conclude Nappi - nell'esprimere l'amarezza per il mancato riconoscimento di un lavoro reso con professionalità e responsabilità deontologica, in primis al servizio dei cittadini, chiede che si adottino tutti gli strumenti contrattuali disponibili per sostenere al meglio le modalità operative che finora hanno dato lustro all'Amministrazione Comunale».