Approvati i finanziamenti per il Museo Diocesano: al via i lavori
Mons. Mansi: «Ci auspichiamo la riapertura entro il 2017»
sabato 25 febbraio 2017
9.31
Volge verso esito positivo la vicenda riguardante il Museo Diocesano di Andria intitolato a San Riccardo e allestito nei locali del seicentesco Palazzo Vescovile, una delle tre sezioni che compone il Museo ecclesiale, insieme a quella canosino "Mons. Francesco Minerva" e minervinese "San Michele Arcangelo".
Il Museo Diocesano, da tempo inaccessibile a pubblico e turisti poiché in attesa di riallestimento e potenziamento di sicurezza della struttura, ha così privato per molto tempo la città di Andria di un interessante polo di attrazione turistica; ma sembra che i tempi di attesa stiano per concludersi.
Sono state finalmente approvate e finanziate dalla Regione le opere di riqualificazione tanto attese e in questi giorni è in fase di insediamento il cantiere addetto ai lavori che ridarà piena agibilità alla struttura.
«Ho visitato personalmente gli ambienti – afferma il Vescovo di Andria, Mons. Mansi – e ho potuto constatare che abbiamo a disposizione tre piani e ampi spazi in cui poter collocare gli oggetti di pregevole valore provenienti da varie raccolte o da chiese non più aperte al pubblico». Il Museo consterebbe, infatti, di opere eterogenee (pittoriche, statuarie, di oreficeria e paramenti sacri) databili fra il IV sec a. C. e il XVI secolo, divise per sezioni e organizzate per periodi storici.
«I lavori riguardano la collocazione di un ascensore e la pitturazione delle pareti - continua Mons. Mansi – pertanto ci auguriamo che le porte possano essere riaperte al pubblico entro il 2017; nel frattempo stiamo costituendo un'équipe di persone che possano assicurare questo servizio al meglio, con l'obiettivo di fornire alla Città un nuovo fulcro di interesse turistico che si affianchi a quello già forte della Cattedrale».
Il Museo Diocesano di Andria nasceva nel 1972 con decreto vescovile di Mons. Giuseppe Lanave, proponendosi di recuperare, custodire e conservare le opere della diocesi; nel 2005 il Mons. Raffaele Calabro, in continuità col passato, ha emanato un regolamento e nel 2013, con decreto vescovile, il Museo viene articolato in tre sezioni al fine di non trapiantare le opere e lasciarle nel luogo natio.
Il Museo Diocesano, da tempo inaccessibile a pubblico e turisti poiché in attesa di riallestimento e potenziamento di sicurezza della struttura, ha così privato per molto tempo la città di Andria di un interessante polo di attrazione turistica; ma sembra che i tempi di attesa stiano per concludersi.
Sono state finalmente approvate e finanziate dalla Regione le opere di riqualificazione tanto attese e in questi giorni è in fase di insediamento il cantiere addetto ai lavori che ridarà piena agibilità alla struttura.
«Ho visitato personalmente gli ambienti – afferma il Vescovo di Andria, Mons. Mansi – e ho potuto constatare che abbiamo a disposizione tre piani e ampi spazi in cui poter collocare gli oggetti di pregevole valore provenienti da varie raccolte o da chiese non più aperte al pubblico». Il Museo consterebbe, infatti, di opere eterogenee (pittoriche, statuarie, di oreficeria e paramenti sacri) databili fra il IV sec a. C. e il XVI secolo, divise per sezioni e organizzate per periodi storici.
«I lavori riguardano la collocazione di un ascensore e la pitturazione delle pareti - continua Mons. Mansi – pertanto ci auguriamo che le porte possano essere riaperte al pubblico entro il 2017; nel frattempo stiamo costituendo un'équipe di persone che possano assicurare questo servizio al meglio, con l'obiettivo di fornire alla Città un nuovo fulcro di interesse turistico che si affianchi a quello già forte della Cattedrale».
Il Museo Diocesano di Andria nasceva nel 1972 con decreto vescovile di Mons. Giuseppe Lanave, proponendosi di recuperare, custodire e conservare le opere della diocesi; nel 2005 il Mons. Raffaele Calabro, in continuità col passato, ha emanato un regolamento e nel 2013, con decreto vescovile, il Museo viene articolato in tre sezioni al fine di non trapiantare le opere e lasciarle nel luogo natio.