Approvata a maggioranza la nuova legge elettorale regionale
Doppia soglia di sbarramento e bocciatura per la parità di genere
venerdì 27 febbraio 2015
8.51
Con 48 voti a favore e 10 contro il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge sulle "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 28 gennaio 2005, n. 2 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale)". In precedenza erano stati approvati i tre articoli (5, 6 e 8) che avevano attinenza con gli emendamenti in materia di parità di genere, accantonati a seguito della pregiudiziale posta al riguardo dal capogruppo di Forza Italia che ha visto l'assemblea pronunciarsi con voto elettronico con 37 voti favorevoli e 22 contrari. Niente parità di genere e doppia soglia di sbarramento con il 4% per i partiti che sono all'interno di una coalizione e l'8% all'esterno. Queste le principali novità introdotte nel documento approvato con voto favorevole del centro destra e del Partito Democratico. Voto contrario di Sel, La Puglia per Vendola e degli assessori all'Ambiente Lorenzo Nicastro (che ha espresso la sua posizione come Italia dei valori) ed al Lavoro Leo Caroli.
Durante la seduta ha abbandonato l'aula anche il Governatore Nichi Vendola che ha dichiarato: «Questa legge elettorale è un mostro giuridico. Oggi il Consiglio regionale ha scritto una pagina molto brutta. Immaginare soglie di sbarramento differenziata con il 4% per i partiti che sono all'interno di una coalizione e l'8% all'esterno significa che i voti degli elettori non hanno tutti lo stesso peso. Un partito con il 4% può eleggere in Consiglio regionale, uno con quasi il doppio dei voti no. E' una scelta per me incomprensibile». Disagio espresso anche dal capogruppo del Partito Democratico, Pino Romano sopratutto per come si sono sviluppati i lavori sulla parità di genere. «Non credo che lo scarto stia tutto da questa parte, perché mancano i numeri per dimostrare questo. Non siamo i responsabili. Ci sentiamo la responsabilità, che è cosa diversa di quello che è successo. Però al punto in cui siamo giunti io non me la sento di dire al mio Gruppo di abbandonare l'Aula e di far cadere il lavoro faticoso che abbiamo fatto fino a questo punto. Meglio una legge brutta che può essere emendata - ha aggiunto - che una vacatio, perché diversamente sarebbe stato il caos».
In chiusura è stata la volta del Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna che ha ringraziato per il lavoro svolto i funzionari dell'Ufficio legislativo e della Prefettura e ha espresso tutto il rammarico per un voto segreto che ha tolto al Consiglio regionale la forza di affrontare un argomento così serio, come quello della parità di genere, con trasparenza. «Mi auguro che nel prosieguo dell'attività - ha concluso - , soprattutto nella prossima legislatura, su questo argomento i colleghi consiglieri abbiano più coraggio di rappresentare le proprie idee».
Durante la seduta ha abbandonato l'aula anche il Governatore Nichi Vendola che ha dichiarato: «Questa legge elettorale è un mostro giuridico. Oggi il Consiglio regionale ha scritto una pagina molto brutta. Immaginare soglie di sbarramento differenziata con il 4% per i partiti che sono all'interno di una coalizione e l'8% all'esterno significa che i voti degli elettori non hanno tutti lo stesso peso. Un partito con il 4% può eleggere in Consiglio regionale, uno con quasi il doppio dei voti no. E' una scelta per me incomprensibile». Disagio espresso anche dal capogruppo del Partito Democratico, Pino Romano sopratutto per come si sono sviluppati i lavori sulla parità di genere. «Non credo che lo scarto stia tutto da questa parte, perché mancano i numeri per dimostrare questo. Non siamo i responsabili. Ci sentiamo la responsabilità, che è cosa diversa di quello che è successo. Però al punto in cui siamo giunti io non me la sento di dire al mio Gruppo di abbandonare l'Aula e di far cadere il lavoro faticoso che abbiamo fatto fino a questo punto. Meglio una legge brutta che può essere emendata - ha aggiunto - che una vacatio, perché diversamente sarebbe stato il caos».
In chiusura è stata la volta del Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna che ha ringraziato per il lavoro svolto i funzionari dell'Ufficio legislativo e della Prefettura e ha espresso tutto il rammarico per un voto segreto che ha tolto al Consiglio regionale la forza di affrontare un argomento così serio, come quello della parità di genere, con trasparenza. «Mi auguro che nel prosieguo dell'attività - ha concluso - , soprattutto nella prossima legislatura, su questo argomento i colleghi consiglieri abbiano più coraggio di rappresentare le proprie idee».