Aperture a ferragosto: la Uil chiede rispetto per i lavoratori

Pugliese e Zimmari: "Serve un coordinamento delle istituzioni"

martedì 15 agosto 2017
"E' tempo che le istituzioni diano una risposta chiara su quelle che sono le regole generali e i diritti dei lavoratori nell'ambito del commercio e della grande distribuzione": è quanto chiedono ad una voce il segretario generale della Uil di Puglia e di Bari-Bat, Aldo Pugliese, ed il segretario generale della Uil Tucs, Giuseppe Zimmari.

Il riferimento è al fatto che anche a ferragosto alcuni grandi centri commerciali della Puglia non chiuderanno i battenti, nonostante la campagna regionale pugliese 2017 promossa dalle segreterie sindacali unitarie del settore commercio, turismo, terziario, contro l'apertura dei grandi centri commerciali nella giornata del 15 agosto in tutta la Puglia.

"E' tempo che i settori del commercio e della grande distribuzione siano riorganizzati per coniugare i diritti dei lavoratori e le esigenze della gente. Ormai non solo non si fa più differenza tra feriali e festivi, ma anche nei grandi appuntamenti come 1° Maggio e ora ferragosto sembra essere venuto meno il rispetto per i diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. Si spaccia per servizio alla collettività una logica meramente economica nella quale non si tiene conto dei turni massacranti e dei sacrifici a cui si devono sottoporre i lavoratori".

Secondo la Uil servirebbe "una organizzazione capillare dei turni di apertura. Decidere cioè a livello territoriale, partendo dai week end, chi resta aperto il sabato e chi la domenica, ruotando in maniera organica e sistematica in modo che non vi sia danno e garantendo comunque il servizio. Ovviamente, servirebbe anche chi vi sia qualcuno che si prenda la briga di coordinare, fissando i paletti delle chiusure senza che i diritti dei lavoratori siano calpestati. Tra l'altro, non va dimenticato che siamo nell'epoca delle vendite online, che potrebbero essere incrementate ed incentivate nel fine settimana e nelle festività. In tal modo si limiterebbero le aperture e si garantirebbe il servizio senza mettere a rischio i posti di lavoro. Ma serve un minimo di coordinamento a livello regionale, che finora non s'è visto".