Antropologia minima ed il mondo che cambia di Felice Di Lernia

Presentato ad Andria il libro "Mio Fratello è figlio unico (ma ha molti follower)"

domenica 11 ottobre 2015 11.17
A cura di Stefano Massaro
Un insieme di saggi, articoli e interventi di antropologia minima scritti da un professionista dell'ascolto e della formazione; un libro intenso, originale e ironico nel senso più filosofico del termine. Un libro che rileva in chiave critica come cambia il mondo dei rapporti umani con internet ed i social network, un libro scritto da Felice Di Lernia e presentato nella location del Persepolis Libri e Caffè di Andria. Si tratta di "Mio Fratello è figlio unico (ma ha molti follower)", edizioni Bordeaux.

«Il titolo è una citazione di una straordinaria canzone di Rino Gaetano - ha detto Felice Di Lernia - una canzone che ha caratterizzato la mia giovinezza così come un bellissimo film. Il titolo fa proprio riferimento ad uno dei pezzi che compone questo libro, fatto di saggi ed articoli e che comprende un passaggio fondamentale dell'analisi degli ultimi 20-30 anni in termini antropologici. C'è un grande sociologo, Bauman, che ha detto come c'è stato un tempo a cui ad una domanda "dov'è tuo fratello?", quando Caino risponde "sono forse io il custode di mio fratello", questa risposta avrebbe creato scandalo, perchè l'idea della fratellanza era un concetto fondamentale nella società. Dice Bauman, semplicemente che ora non è più così. Nessuno si stupirebbe della risposta di Caino, anzi, da questo punto di vista, mio fratello è davvero figlio unico. Ed ecco che io mi inserisco nel concetto di Bauman, ricordando che oggi però c'è una nuova forma di fratellanza con la f minuscola, che è l'essere collegati attraverso una intelligenza connettiva che io ironicamente ho individuato con i follower. Per cui - ha ribadito Di Lernia - capita a me di avere mille persone che leggono il mio blog tutti i giorni e di non conoscerle, in realtà, quindi, spesso si rimane figli unici pur avendo un sacco di amici».

Una critica abbastanza dura rispetto al nuovo mondo digitale, una critica che nell'articolo trova forza in diversi elementi, una critica che, tuttavia, l'autore stesso giudica decisamente eccessiva se si considera che vi è semplicemente da comprendere in che modo stare nel mondo: «Ecco forse un limite di questo articolo è che mette in luce solo la componente negativa dell'evoluzione antropologica degli ultimi anni - ha concluso Di Lernia - in realtà quello che è lo sciame digitale porta con se anche enormi vantaggi. Viviamo in un tempo che è oggettivamente infinitamente migliore di quello di un tempo, e chi ci seguirà vivrà in un mondo infinitamente migliore di quello in cui viviamo noi. Si tratta solo di decidere in che modo voler stare nel mondo». Con l'autore hanno dialogato Sabino Zinni e Valentina Lomuscio con un reading affidato a Giorgia Di Renzo.