Antonucci (CGIL): «Servono soluzioni a 'costo zero' per i cittadini»

Intervento del Segretario provinciale sulle prenotazioni a pagamento in farmacia

domenica 31 agosto 2014 10.21
«Avremmo tanto voluto sbagliarci ed invece no, è andata esattamente come denunciavamo noi quando nei primi giorni di luglio parlavamo della probabilità che da settembre prenotare in farmacia una visita o un esame specialistico avrebbe avuto un costo a carico dei cittadini». Commenta così Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil di Barletta – Andria – Trani l'accordo tra la Regione ed i farmacisti che porterà all'applicazione del costo di due euro sulle prenotazioni sanitarie che gli utenti effettueranno nelle farmacie, a partire dai prossimi giorni.

«Siamo certi che a prevalere sarà la logica del 'meglio pagare che fare lunghe code ai Cup', peccato che questa 'comoda' alternativa sarà valida però solo per pochi e non certo per tutti. Si pensi alle persone a basso reddito o ai pensionati, quelli stessi che stando alle statistiche Istat sono indicati come i più poveri d'Europa. Siamo convinti che la priorità sia quella di cercare di evitare le file di ore che i cittadini sono costretti a fare ai Cup ma non certo facendo pagare un servizio essenziale come questo. Bisognerebbe aumentare i punti di prenotazione oppure potenziare quelli già esistenti. Perché non proseguire sulla strada già intrapresa nella Asl Bat dove le prenotazioni in via sperimentale sono state affidate ad alcuni studi medici del territorio?».

«Chiediamo a chi governa di mettere immediatamente sul tavolo soluzioni 'a costo zero' per i cittadini e ribadiamo tutta la nostra contrarietà al costo di due euro delle prenotazione. Le istituzioni forse, a tutti i livelli, non hanno ancora ben compreso la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo continuando a mettere la testa sotto la sabbia. Chi ha il compito di decidere del futuro della gente non può più continuare a giustificarsi con il solito 'non possiamo fare altro'. È una logica che – conclude Antonucci – non ci appartiene e quindi non accetteremo questa cosa come ineluttabile ma ci batteremo per farla cambiare».