Andria riorganizza la sicurezza mentre scattano le prime denunce
Una pattuglia di Polizia Municipale tutta la notte a presidio della Villa Comunale. Un cittadino tunisino aggredito in Piazza Catuma sporge querela per l'aggressione subita
venerdì 7 giugno 2013
9.53
Quando è complicato prevenire bisogna reprimere: è un momento storico difficile per il tema "sicurezza" nella città di Andria ed allora si corre ai ripari alla ricerca di soluzioni forti per far si che si normalizzi questa situazione complessa. Ed allora per il prossimo mese, il comando di Polizia Municipale, ha deciso di estendere la normale turnazione degli agenti di P.M. anche alla notte (da mezzanotte alle 6 di mattina), con una singola pattuglia impegnata nel controllo dell'appena inaugurata Villa Comunale "Marano" di Andria. Accanto a questo provvedimento è stata predisposta la necessità di fissare due pattuglie sino a tarda sera sia in Piazza Catuma che in Piazza Marconi per dissuadere da eventuali comportamenti violenti nel centro della movida andriese. Inoltre, intensificate le volanti di Polizia e le gazzelle dei Carabinieri che negli ultimi giorni stanno aumentando presenza e passaggi nei luoghi più frequentati e di conseguenza a rischio della Città di Andria.
Dal fronte riorganizzazione sicurezza queste le ultime notizie a cui per fortuna non si devono aggiungere nuove risse scatenate proprio in Piazza Catuma dopo la sequela di atti perpetrati nell'ultimo mese e mezzo. Ma giunge anche una risposta forte da parte di alcuni cittadini tunisini, regolarmente residenti in Italia, che hanno scelto la via legale per difendersi dalle violenze gratuite subite negli scorsi giorni. In particolare, una denuncia per aggressione è stata presentata ai Carabinieri dopo che il 9 maggio scorso vi fu una vera e propria aggressione nei pressi di un noto Bar di Piazza Catuma ad opera di sei ragazzi andriesi e terminata con diverse ferite e traumi per due cittadini tunisini. La ricostruzione dei fatti, al vaglio degli inquirenti con richiesta di acquisizione delle immagini delle telecamere presenti nei pressi proprio per confermare gli avvenimenti, è particolarmente cruda e di assoluto impatto con frasi minacciose ed insulti nonché atti di violenza gratuita difficili da interpretare.
Nella sostanza le "rimostranze" del gruppetto di andriesi erano rivolte alla necessità per i ragazzi tunisini, colpevoli solo di aver fatto un caffè, di abbandonare la città senza troppi fronzoli perchè «questa è casa nostra». Dalle minacce alle vie di fatto sino all'aggressione vera e propria ed all'intervento di altri ragazzi tunisini e di alcuni ragazzi andriesi per cercare di riportare tranquillità. Questa denuncia segue altre già effettuate da cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia. La comunità tunisina, per esempio, non è molto ampia, ma può contare su tanti anni di presenza in città e su lavori continuativi acquisiti nel tempo. Le denunce potranno aiutare gli inquirenti a riportare alla luce la verità ed i colpevoli di queste assurde "rimostranze" di appartenenza.
Dal fronte riorganizzazione sicurezza queste le ultime notizie a cui per fortuna non si devono aggiungere nuove risse scatenate proprio in Piazza Catuma dopo la sequela di atti perpetrati nell'ultimo mese e mezzo. Ma giunge anche una risposta forte da parte di alcuni cittadini tunisini, regolarmente residenti in Italia, che hanno scelto la via legale per difendersi dalle violenze gratuite subite negli scorsi giorni. In particolare, una denuncia per aggressione è stata presentata ai Carabinieri dopo che il 9 maggio scorso vi fu una vera e propria aggressione nei pressi di un noto Bar di Piazza Catuma ad opera di sei ragazzi andriesi e terminata con diverse ferite e traumi per due cittadini tunisini. La ricostruzione dei fatti, al vaglio degli inquirenti con richiesta di acquisizione delle immagini delle telecamere presenti nei pressi proprio per confermare gli avvenimenti, è particolarmente cruda e di assoluto impatto con frasi minacciose ed insulti nonché atti di violenza gratuita difficili da interpretare.
Nella sostanza le "rimostranze" del gruppetto di andriesi erano rivolte alla necessità per i ragazzi tunisini, colpevoli solo di aver fatto un caffè, di abbandonare la città senza troppi fronzoli perchè «questa è casa nostra». Dalle minacce alle vie di fatto sino all'aggressione vera e propria ed all'intervento di altri ragazzi tunisini e di alcuni ragazzi andriesi per cercare di riportare tranquillità. Questa denuncia segue altre già effettuate da cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia. La comunità tunisina, per esempio, non è molto ampia, ma può contare su tanti anni di presenza in città e su lavori continuativi acquisiti nel tempo. Le denunce potranno aiutare gli inquirenti a riportare alla luce la verità ed i colpevoli di queste assurde "rimostranze" di appartenenza.