Andria Lab3- Bruno Sindaco: "Scompare il Patto territoriale ...ma non è colpa di questa amministrazione"
Nota di chiarimento inviata dal movimento civico di centro sinistra all'indirizzo di liste civiche del centro destra
martedì 9 febbraio 2021
15.16
"Una recente nota da parte di alcune liste civiche di centro destra, ha ancora una volta evidenziato come la memoria diventi improvvisamente corta quando si cerca di scaricare le proprie responsabilità e di screditare chi invece prova a risolvere quotidianamente problemi", sottolinea un comunicato stampa del movimento civico Andria Lab3- Bruno Sindaco.
"Prendendo spunto dalla conclusione dell'iter amministrativo relativo all'ottenimento del finanziamento per un progetto di valorizzare della pineta di Castel del Monte, tale nota, come spesso avviene, nella coda conteneva il veleno. Si dichiarava infatti che " …l'attuale Amministrazione ha ultimamente cancellato con un colpo di spugna" il Patto Territoriale Nord Barese – Ofantino.
Ma cosa era il Patto Territoriale? Nato nel luglio del 1998, era uno strumento promosso dall'Unione Europea per creare progetti di sviluppo locale. Fra i soli 10 Patti Territoriali italiani, quello nostro comprendeva i comuni della futura Bat oltre al comune di Corato. Nel primo decennio di vita, grazie al sostegno del partenariato pubblico-privato, ad un approccio strategico e ad una salda guida politico-amministrativa, il Patto era diventato uno dei motori principali della crescita territoriale favorendo uno sviluppo locale mediante la terziarizzazione e la valorizzazione delle risorse storico strutturali. Negli anni dal 2010 in poi, la spinta propulsiva, non adeguatamente politicamente supportata dalle amministrazioni Giorgino, si è persa, rendendo il Patto Territoriale un contenitore pressochè vuoto.
Ebbene essendo persone coscienziose a cui piace attenersi ai fatti, abbiamo voluto accertarci del perché di tale presunto colpo di spugna. Approfondendo la conoscenza degli atti amministrativi abbiamo verificato che durante il "governo (!) Giorgino" con delibera n° 63 del 2018 il Consiglio Comunale dopo una seduta che i resoconti narrano essere stata burrascosa, il centro destra spaccandosi decise "…di predisporre secondo la normativa vigente, la relativa DISMISSIONE DELLA QUOTA dell'Agenzia per l'occupazione e lo sviluppo dell'Area del Nord Barese Ofantina posseduta dal Comune di Andria con decorrenza dal 30.05.2019…". Tale dismissione fu ulteriormente confermata con successive deliberazioni n. 33 del 2019 e definitivamente ratificata con delibera del Commissario Prefettizio n. 33 del 2020 assunte con i poteri del Consiglio Comunale "…in considerazione della mancanza di un effettivo progetto di ristrutturazione e rilancio dell'Agenzia".
Fin qui, visto il pressapochismo nella programmazione dello sciagurato decennio amministrativo scorso, tutto appare naturale, se non fosse che da quella delibera n° 63 del 2018, Giorgino & Co decisero di non pagare più le annualità pari a circa 150.000 euro ciascuna dovute dal Comune di Andria quale socio detentore del 17,12% delle quote, cosa che porta oggi ad un ulteriore BUCO del nostro bilancio comunale di circa 450.000 euro dovuto al mancato pagamento delle annualità 2018-2019-2020 oltre ai costi per il recesso anticipato rispetto alla scadenza naturale fissata al 31.12.2020.
Ecco che gradualmente, ma purtroppo inesorabilmente, vengono svelate le nefandezze commesse, gli errori reiterati, le incompetenze conclamate, che ci hanno portato al pre-dissesto determinando le difficoltà con cui l'intera comunità cittadina oggi è costretta a confrontarsi.
Relativamente poi al personale dell'Agenzia pari ad una ventina di unità, sin dal suo insediamento il Sindaco Bruno ha evidenziato come i consiglieri regionali Zinni e Marmo si erano resi parte attiva presso la Regione affinchè si fossero trovate forme di tutela nei confronti dei lavoratori, interlocuzione che tutt'ora è in corso da parte dei Sindaci dei comuni del Patto, finalizzata al salvataggio dei posti di lavoro.
Se chi è stato autore dello scempio avvenuto ai danni di Andria avesse il buon gusto di tacere, non solo farebbe opera buona a sè stesso, ma non distoglierebbe l'attenzione dalla risoluzione dei reali problemi quotidiani degli andriesi, da parte di chi oggi con senso di responsabilità ed abnegazione è chiamato a farlo".
"Prendendo spunto dalla conclusione dell'iter amministrativo relativo all'ottenimento del finanziamento per un progetto di valorizzare della pineta di Castel del Monte, tale nota, come spesso avviene, nella coda conteneva il veleno. Si dichiarava infatti che " …l'attuale Amministrazione ha ultimamente cancellato con un colpo di spugna" il Patto Territoriale Nord Barese – Ofantino.
Ma cosa era il Patto Territoriale? Nato nel luglio del 1998, era uno strumento promosso dall'Unione Europea per creare progetti di sviluppo locale. Fra i soli 10 Patti Territoriali italiani, quello nostro comprendeva i comuni della futura Bat oltre al comune di Corato. Nel primo decennio di vita, grazie al sostegno del partenariato pubblico-privato, ad un approccio strategico e ad una salda guida politico-amministrativa, il Patto era diventato uno dei motori principali della crescita territoriale favorendo uno sviluppo locale mediante la terziarizzazione e la valorizzazione delle risorse storico strutturali. Negli anni dal 2010 in poi, la spinta propulsiva, non adeguatamente politicamente supportata dalle amministrazioni Giorgino, si è persa, rendendo il Patto Territoriale un contenitore pressochè vuoto.
Ebbene essendo persone coscienziose a cui piace attenersi ai fatti, abbiamo voluto accertarci del perché di tale presunto colpo di spugna. Approfondendo la conoscenza degli atti amministrativi abbiamo verificato che durante il "governo (!) Giorgino" con delibera n° 63 del 2018 il Consiglio Comunale dopo una seduta che i resoconti narrano essere stata burrascosa, il centro destra spaccandosi decise "…di predisporre secondo la normativa vigente, la relativa DISMISSIONE DELLA QUOTA dell'Agenzia per l'occupazione e lo sviluppo dell'Area del Nord Barese Ofantina posseduta dal Comune di Andria con decorrenza dal 30.05.2019…". Tale dismissione fu ulteriormente confermata con successive deliberazioni n. 33 del 2019 e definitivamente ratificata con delibera del Commissario Prefettizio n. 33 del 2020 assunte con i poteri del Consiglio Comunale "…in considerazione della mancanza di un effettivo progetto di ristrutturazione e rilancio dell'Agenzia".
Fin qui, visto il pressapochismo nella programmazione dello sciagurato decennio amministrativo scorso, tutto appare naturale, se non fosse che da quella delibera n° 63 del 2018, Giorgino & Co decisero di non pagare più le annualità pari a circa 150.000 euro ciascuna dovute dal Comune di Andria quale socio detentore del 17,12% delle quote, cosa che porta oggi ad un ulteriore BUCO del nostro bilancio comunale di circa 450.000 euro dovuto al mancato pagamento delle annualità 2018-2019-2020 oltre ai costi per il recesso anticipato rispetto alla scadenza naturale fissata al 31.12.2020.
Ecco che gradualmente, ma purtroppo inesorabilmente, vengono svelate le nefandezze commesse, gli errori reiterati, le incompetenze conclamate, che ci hanno portato al pre-dissesto determinando le difficoltà con cui l'intera comunità cittadina oggi è costretta a confrontarsi.
Relativamente poi al personale dell'Agenzia pari ad una ventina di unità, sin dal suo insediamento il Sindaco Bruno ha evidenziato come i consiglieri regionali Zinni e Marmo si erano resi parte attiva presso la Regione affinchè si fossero trovate forme di tutela nei confronti dei lavoratori, interlocuzione che tutt'ora è in corso da parte dei Sindaci dei comuni del Patto, finalizzata al salvataggio dei posti di lavoro.
Se chi è stato autore dello scempio avvenuto ai danni di Andria avesse il buon gusto di tacere, non solo farebbe opera buona a sè stesso, ma non distoglierebbe l'attenzione dalla risoluzione dei reali problemi quotidiani degli andriesi, da parte di chi oggi con senso di responsabilità ed abnegazione è chiamato a farlo".