Andria e la sua decrescita
Montaruli presidente Unibat, pone una approfondita riflessione socio-economica
mercoledì 19 luglio 2017
13.31
Savino Montaruli nelle sue molteplici vesti, questa volta in qualità di presidente Unibat, pone una approfondita riflessione socio-economica sulle condizioni in cui vive la nostra città.
"E' curioso il susseguirsi di episodi, accadimenti e situazioni che rendono la città di Andria un "caso" da studiare e da analizzare nei minimi dettagli. In genere le azioni amministrative, quando hanno alle spalle solide e costruttive basi politiche, mirano a creare condizioni di attrattiva e di progresso. Nella città federiciana a volte sembra che tutto venga concepito in modo che si realizzi esattamente l'opposto: la desertificazione sociale, l'emarginazione culturale, l'isolamento istituzionale.
Il continuo e progressivo trasferimento di uffici di interesse provinciale in altre città è un primo, significativo esempio. Svanito il "sogno" di Andria quale Polo della Sicurezza, come stabilito nell'idea costituente del Cerbero Bat e nel suo stesso Statuto, frettolosamente e strumentalmente modificato da sottili menti strateghe, anche gli uffici amministrativi e governativi, pian piano, stanno traslocando altrove. A questi uffici burocratici si aggiungano i Presidi di Sicurezza, quelli fiscali, tributari e servizi pubblici. Recentemente anche lo Sportello della Camera di Commercio di Bari è stato chiuso in un'indifferenza degna delle migliori saghe siciliane, calabresi o napoletane. Tutto questo ha significato un'inevitabile, enorme migrazione dei cittadini andriesi verso altre città per il disbrigo delle pratiche ma anche minor afflusso di avventori nella nostra città, avendo perso motivazioni prima invece esistenti. Dagli uffici alla viabilità Andria ha deciso di reggere una sostanziale fetta delle proprie entrate comunali sulle multe e sulle sanzioni. Con la scusante dello scarso numero di operatori in servizio, enorme in proporzione ad altre realtà vicine, la città di Andria si dota di strumenti tecnologicamente avanzatissimi per il controllo del traffico, delle infrazioni e delle violazioni. Non bastavano telecamere sparse dappertutto, ad ogni angolo di strada, ora ci si mette anche un marchingegno capace di dimostrare ciò che già era ampiamente noto in città cioè che un'enorme percentuale di veicoli non è coperta da polizza assicurativa e che gli andriesi, alla guida, sono indisciplinati, come lo sono pure coloro che dovrebbero essere di esempio in tale buona pratica. Il marchingegno contribuirà ad alimentare le casse comunali in una città dove il blu non è solo il colore della politica che "avanza" ma anche delle indicazioni di soste a pagamento con il costo del ticket che è il doppio rispetto a quello di grandi città della Cultura qual è, ad esempio, quella di Matera ma anche rispetto alle città dirimpettaie".
E Montaruli prosegue: "Se è vero come è vero che nel bilancio comunale le entrate di questa natura sfiorano i due milioni di euro l'anno allora ci si chiede: ma la prevenzione la si vuole oppure no? Se un'amministrazione comunale inserisce nel suo bilancio cifre così significative rivenienti dalle trasgressioni e violazioni al codice della circolazione stradale vuole fare prevenzione o vuole fare solo cassa? Allora "spera" ed "auspica" che le infrazioni ci siano? Vuole attratte turisti, visitatori, utenti e consumatori in città o vuole disincentivarli con il terrore della sanzione dietro ogni angolo?
Altro elemento di grande riflessione è quello relativo agli spettacoli.
In genere un'amministrazione comunale decide di sostenere iniziative popolari per consentire un notevole afflusso di persone in città, soprattutto provenienti da altri luoghi, quindi sceglie o indica o comunque sostiene location in grado di rappresentare un'attrattiva, un valore aggiunto. Invece no. Spettacoli che attraggono decine e decine di migliaia di persone devono essere svolti in piazze che ne conterrebbero solo qualche migliaio, al netto dello spazio per le attrezzature sceniche così come altri spettacoli, che pesano in modo considerevole sul bilancio pubblico, vengono relegati in luoghi angusti qual è il Palazzo Ducale fatiscente e pericolante. Sulla mancanza di un vero Teatro in città ci sarebbe da scrivere un capitolo intero.
Di esempi di leggerezze, spesso frettolosità e, a volte, anche la premeditata distrazione o altri condizionamento ne potremmo fare tantissimi altri, a cominciare dalla facilità con la quale si "accompagnano" verso altri territori, altre nazioni le nostre imprese, i nostri giovani, i nostri lavoratori. Basti vedere il calendario degli incontri con Delegazioni straniere che invitano a delocalizzare per rendersi conto di cosa ci sia dietro quegli incontri che appaiono promozionali ma sono di vero e puro sperpero di denaro pubblico con i soliti "accompagnatori" in giacchetta e cravattino.
Andria piace ma non attrae, se non per "approvvigionamenti" di massa con consumo sul posto.
Andria attrae ma non troppo. Andria affascina ma solo un pochino.
Andria c'è, gli andriesi pure, il resto va molto, molto perfezionato se non costruito da zero".
"E' curioso il susseguirsi di episodi, accadimenti e situazioni che rendono la città di Andria un "caso" da studiare e da analizzare nei minimi dettagli. In genere le azioni amministrative, quando hanno alle spalle solide e costruttive basi politiche, mirano a creare condizioni di attrattiva e di progresso. Nella città federiciana a volte sembra che tutto venga concepito in modo che si realizzi esattamente l'opposto: la desertificazione sociale, l'emarginazione culturale, l'isolamento istituzionale.
Il continuo e progressivo trasferimento di uffici di interesse provinciale in altre città è un primo, significativo esempio. Svanito il "sogno" di Andria quale Polo della Sicurezza, come stabilito nell'idea costituente del Cerbero Bat e nel suo stesso Statuto, frettolosamente e strumentalmente modificato da sottili menti strateghe, anche gli uffici amministrativi e governativi, pian piano, stanno traslocando altrove. A questi uffici burocratici si aggiungano i Presidi di Sicurezza, quelli fiscali, tributari e servizi pubblici. Recentemente anche lo Sportello della Camera di Commercio di Bari è stato chiuso in un'indifferenza degna delle migliori saghe siciliane, calabresi o napoletane. Tutto questo ha significato un'inevitabile, enorme migrazione dei cittadini andriesi verso altre città per il disbrigo delle pratiche ma anche minor afflusso di avventori nella nostra città, avendo perso motivazioni prima invece esistenti. Dagli uffici alla viabilità Andria ha deciso di reggere una sostanziale fetta delle proprie entrate comunali sulle multe e sulle sanzioni. Con la scusante dello scarso numero di operatori in servizio, enorme in proporzione ad altre realtà vicine, la città di Andria si dota di strumenti tecnologicamente avanzatissimi per il controllo del traffico, delle infrazioni e delle violazioni. Non bastavano telecamere sparse dappertutto, ad ogni angolo di strada, ora ci si mette anche un marchingegno capace di dimostrare ciò che già era ampiamente noto in città cioè che un'enorme percentuale di veicoli non è coperta da polizza assicurativa e che gli andriesi, alla guida, sono indisciplinati, come lo sono pure coloro che dovrebbero essere di esempio in tale buona pratica. Il marchingegno contribuirà ad alimentare le casse comunali in una città dove il blu non è solo il colore della politica che "avanza" ma anche delle indicazioni di soste a pagamento con il costo del ticket che è il doppio rispetto a quello di grandi città della Cultura qual è, ad esempio, quella di Matera ma anche rispetto alle città dirimpettaie".
E Montaruli prosegue: "Se è vero come è vero che nel bilancio comunale le entrate di questa natura sfiorano i due milioni di euro l'anno allora ci si chiede: ma la prevenzione la si vuole oppure no? Se un'amministrazione comunale inserisce nel suo bilancio cifre così significative rivenienti dalle trasgressioni e violazioni al codice della circolazione stradale vuole fare prevenzione o vuole fare solo cassa? Allora "spera" ed "auspica" che le infrazioni ci siano? Vuole attratte turisti, visitatori, utenti e consumatori in città o vuole disincentivarli con il terrore della sanzione dietro ogni angolo?
Altro elemento di grande riflessione è quello relativo agli spettacoli.
In genere un'amministrazione comunale decide di sostenere iniziative popolari per consentire un notevole afflusso di persone in città, soprattutto provenienti da altri luoghi, quindi sceglie o indica o comunque sostiene location in grado di rappresentare un'attrattiva, un valore aggiunto. Invece no. Spettacoli che attraggono decine e decine di migliaia di persone devono essere svolti in piazze che ne conterrebbero solo qualche migliaio, al netto dello spazio per le attrezzature sceniche così come altri spettacoli, che pesano in modo considerevole sul bilancio pubblico, vengono relegati in luoghi angusti qual è il Palazzo Ducale fatiscente e pericolante. Sulla mancanza di un vero Teatro in città ci sarebbe da scrivere un capitolo intero.
Di esempi di leggerezze, spesso frettolosità e, a volte, anche la premeditata distrazione o altri condizionamento ne potremmo fare tantissimi altri, a cominciare dalla facilità con la quale si "accompagnano" verso altri territori, altre nazioni le nostre imprese, i nostri giovani, i nostri lavoratori. Basti vedere il calendario degli incontri con Delegazioni straniere che invitano a delocalizzare per rendersi conto di cosa ci sia dietro quegli incontri che appaiono promozionali ma sono di vero e puro sperpero di denaro pubblico con i soliti "accompagnatori" in giacchetta e cravattino.
Andria piace ma non attrae, se non per "approvvigionamenti" di massa con consumo sul posto.
Andria attrae ma non troppo. Andria affascina ma solo un pochino.
Andria c'è, gli andriesi pure, il resto va molto, molto perfezionato se non costruito da zero".