Andria e le tradizioni contadine: E’ tempo di serti di pomodori

Andria, come Canosa ed altri centri dell'entroterra murgiano sono ancora in tanti a coltivare delle sane usanze...alimentari

venerdì 26 agosto 2022 20.14
Di buon mattino l'amico diligente del nostro portale cittadino, mi chiama chiedendo dell'usanza pugliese di appendere i pomodori sull'uscio di casa e conservati per Natale nel soffitto asciutto di casa. Sfogliamo, pur provato a letto da dolori di una caduta, il libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino" del 2005 e rileggiamo il lemma dialettale "sérte". La "sèrte", sostantivo femminile, significa serto (sostantivo maschile ), ghirlanda, corona. E' un latinismo e deriva dal termine sertum che significa ghirlanda, corona. Ricordo di aver ricercato la radice linguistica sfogliando il Dizionario di latino, scorrendo sert... Il serto era riferito alla corona o ghirlanda di fiori o di alloro intrecciati come indica il verbo "sērere" (intrecciare).

Me l'usanza popolare ha trasferito il linguaggio dalla ghirlanda di fiori di bellezza o di vittoria, alla ghirlanda intrecciata di pomodorini verdi che diventavano rossi appesi in casa. Ricordo le pazienti e abili mani di mia madre Rosetta che ponevano i pomodori uno sull'altro fino a riempire la struttura di base di filo di canapa e a triangoli di filo zincato e base di listello di legno. Ma si appendeva anche serti di peperoni rossi e di aglio (na sérta d'àgghjie). Ricordo la frase: "na sérte de premedòle o de diavelìcchjie".

Un'arte antica della vita contadina, quando il frutto dei campi si conservava in casa per l'inverno, conservando il sapore e la bontà della terra. Ci giungono dal Largo Colonna sterrato dell'800 di Canosa serti di oggi dal fruttivendolo Sabino Tomaselli. L'arte contadina si ritrova in Campania alle pendici del Vesuvio con il serto chiamato "piennolo" a forma di pendolo con il pomodorino del Vesuvio. Nella letteratura ne parla Achille Bruni nell'opera "Degli ortaggi e la loro coltivazione presso la città di Napoli", del 1858 , dove racconta dei "pomodori a ciliegia": "molto saporiti, che si mantengono ottimi fino in primavera, purché siano legati in serti e sospesi alle soffitte". Il Bruni annota che il serto veniva anche rappresentato nelle scene del presepe napoletano.

Allora mentre facciamo il presepe a Natale, assaggiamo anche i nostri pomodorini rossi secchi e saporiti che ci hanno atteso dall'estate restando appesi insieme a casa. Ora con gli studenti dell'Alberghiero dell' IISS L. Einaudi di Canosa di Puglia in vacanza, mentre opera la Dirigente Professoressa Brigida Maria Caporale, facciamo con il bucolico Tommaso Caporale serti di pomodori dagli orti coltivati di Scuola e li appendiamo tra i sapori di casa e saperi didattici. Sono serti che meritano una poesia!
Maestro Peppino Di Nunno