Andria e l'elettrosmog: la preoccupazione di Onda d'Urto
Chiesta la convocazione di un incontro con l'amministrazione pubblica, i gestori e le associazioni
sabato 30 marzo 2019
13.25
«Siamo molto preoccupati e molto amareggiati da ciò che leggiamo sulle varie testate giornalistiche online. Sembra che tutti gli operatori di telefonia mobile abbiano presentato i loro piani di installazione (o riattivazione di antenne "dormienti"), come previsto dalla legge, e questo ha innescato non pochi allarmismi tra la popolazione». Lo dichiara in un comunicato il Consiglio Direttivo dell'associazione Onda d'Urto.
«A tal proposito citiamo l'ultimo studio dell'Istituto Ramazzini sull'elettrosmog e pubblicato nel 2018 (https://www.ramazzini.org/comunicato/ripetitori-telefonia-mobile-listituto-ramazzini-comunica-gli-esiti-del-suo-studio/): "I ricercatori dell'Istituto Ramazzini hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell'incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi. Inoltre gli studiosi italiani hanno individuato una aumento dell'incidenza di altre lesioni: l'iperplasia delle cellule di Schwann sia nei ratti maschi che femmine e gliomi maglini (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Nello studio sono stati usati varie dosi ambientali dai 5, 25 e 50 V/m , questi valori mimano l'esposizione umana full body generata dai ripetitori. Concludono i ricercatori: "Non si può tornare indietro ma si deve puntare alla massima attenzione verso la salute pubblica, invitando amministrazioni pubbliche e operatori della telefonia a continuare ad investire in ricerca, formazione e concepire tecnologie migliori. Non vogliamo trovarci a breve termine gli stessi problemi alla salute causati dal tabacco e l'amianto".
Prendendo spunto da questa ricerca scientifica, chiediamo alla amministrazione pubblica di rendere immediatamente pubblico il piano di zonizzazione (sparito dalla rete da oltre un mese e mai più riapparso nonostante diversi solleciti), di aggiornare il monitoraggio attuale delle emissioni dei ripetitori. Alla luce di tutto ciò ci sembra alquanto ridicolo che un amministratore pubblico possa valutare l'impatto sulla popolazione delle nuove richieste che stanno giungendo da tutti gli operatori di telefonia, non conoscendo lo stato attuale delle emissioni e pertanto chiederemo l'accesso agli atti per cercare di capire quale sarà la reale situazione delle richieste al 30 marzo 2019, data ultima per i gestori a presentare i propri piani.
Chiediamo la convocazione entro la settimana prossima di un incontro pubblico con l'amministrazione pubblica, i gestori e le associazioni cittadine per chiedere ufficialmente:
1) valutazione di utilizzo dei siti comunali (così come previsto da regolamento);
2) la riduzione significativa dei siti ubicati ed eventualmente da ubicare in città;
3) la massima delocalizzazione possibili ai margini dell'abitato;
Facciamo un appello di sensibilizzazione ai cittadini di Andria: prima di piazzare un'antenna sulla vostra testa, pensate alle persone che vi abitano intorno. Fate prima le dovute valutazioni».
«A tal proposito citiamo l'ultimo studio dell'Istituto Ramazzini sull'elettrosmog e pubblicato nel 2018 (https://www.ramazzini.org/comunicato/ripetitori-telefonia-mobile-listituto-ramazzini-comunica-gli-esiti-del-suo-studio/): "I ricercatori dell'Istituto Ramazzini hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell'incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi. Inoltre gli studiosi italiani hanno individuato una aumento dell'incidenza di altre lesioni: l'iperplasia delle cellule di Schwann sia nei ratti maschi che femmine e gliomi maglini (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Nello studio sono stati usati varie dosi ambientali dai 5, 25 e 50 V/m , questi valori mimano l'esposizione umana full body generata dai ripetitori. Concludono i ricercatori: "Non si può tornare indietro ma si deve puntare alla massima attenzione verso la salute pubblica, invitando amministrazioni pubbliche e operatori della telefonia a continuare ad investire in ricerca, formazione e concepire tecnologie migliori. Non vogliamo trovarci a breve termine gli stessi problemi alla salute causati dal tabacco e l'amianto".
Prendendo spunto da questa ricerca scientifica, chiediamo alla amministrazione pubblica di rendere immediatamente pubblico il piano di zonizzazione (sparito dalla rete da oltre un mese e mai più riapparso nonostante diversi solleciti), di aggiornare il monitoraggio attuale delle emissioni dei ripetitori. Alla luce di tutto ciò ci sembra alquanto ridicolo che un amministratore pubblico possa valutare l'impatto sulla popolazione delle nuove richieste che stanno giungendo da tutti gli operatori di telefonia, non conoscendo lo stato attuale delle emissioni e pertanto chiederemo l'accesso agli atti per cercare di capire quale sarà la reale situazione delle richieste al 30 marzo 2019, data ultima per i gestori a presentare i propri piani.
Chiediamo la convocazione entro la settimana prossima di un incontro pubblico con l'amministrazione pubblica, i gestori e le associazioni cittadine per chiedere ufficialmente:
1) valutazione di utilizzo dei siti comunali (così come previsto da regolamento);
2) la riduzione significativa dei siti ubicati ed eventualmente da ubicare in città;
3) la massima delocalizzazione possibili ai margini dell'abitato;
Facciamo un appello di sensibilizzazione ai cittadini di Andria: prima di piazzare un'antenna sulla vostra testa, pensate alle persone che vi abitano intorno. Fate prima le dovute valutazioni».