Ancora ignoti i malviventi che hanno mutilato 12 ulivi secolari in contrada "Quadrone"
Una motosega, attrezzo usato dal malfattore, è rimasta incastrata tra le branche mutilate dell'imponente patriarca
venerdì 8 luglio 2022
8.36
Un dolore che si rinnova quello di un ultrasettantenne andriese, i cui ulivi secolari sono stati sfregiati qualche tempo fa da ignoti malfattori nelle campagne di Andria.
Nel vasto agro quello della città fidelis, dove sono purtroppo innumerevoli le storie legate a vicende nelle quali il crimine la fa da padrone. Dai luoghi usali in cui si rinvengono o si spogliano le autovetture rubate, ai masserie trasformate in coltivazioni di droga, ai fondi che sono oggetto di atti di vandalismo o di esempi da diffondere da parte del racket delle estorsioni. Ma vi sono anche storie assurde, inspiegabili anche in contesti delittuosi qual'è Andria, dove viene praticato un reato ancestrale qual'è l'abigeato, in zone del territorio che restano ancora terra di nessuno, dove bande criminali depredano gli agricoltori e privati cittadini, di attrezzature e linee elettriche per ricavare il prezioso rame.
Ebbene, qualche tempo fa in contrada Quadrone, nell'agro di Andria, un contadino ultrasettantenne in pensione, si recò di buon mattino nel suo uliveto e con grande sorpresa trovò 12 ulivi secolari capitozzati....ed una motosega lasciata incastrata in uno di quegli alberi mutilati. Incredulità mista a dolore per quell'inspiegabile atto delinquenziale. L'assurdo era rappresentato dal fatto che il malfattore, nel compiere quell'azione spregevole, aveva sbagliato nel calcolare l'angolo di caduta della branca, e quindi non potendola più estrarre perché incastrata, ha dovuto lasciare la motosega lì, a perenne ricordo di questo ignobile gesto. Sono intervenuti i Carabinieri e le guardie campestre....ed è stata stilata la solita denuncia contro ignoti...ma ad oggi nulla di che. Nessun indagato per questa azione criminale, perpetrata dal vigliacco di turno. Probabilmente anche un dispetto da fare a qualcuno....ma sbagliando particella del terreno sono stati arrecati danni ingenti ad una persona ignara.
Oggi, quel contadino ultrasettantenne, preferisce recarsi il meno possibile in quel terreno tanto amato, per non vedere più quello sfregio immane rimasto ancora impunito.
Nel vasto agro quello della città fidelis, dove sono purtroppo innumerevoli le storie legate a vicende nelle quali il crimine la fa da padrone. Dai luoghi usali in cui si rinvengono o si spogliano le autovetture rubate, ai masserie trasformate in coltivazioni di droga, ai fondi che sono oggetto di atti di vandalismo o di esempi da diffondere da parte del racket delle estorsioni. Ma vi sono anche storie assurde, inspiegabili anche in contesti delittuosi qual'è Andria, dove viene praticato un reato ancestrale qual'è l'abigeato, in zone del territorio che restano ancora terra di nessuno, dove bande criminali depredano gli agricoltori e privati cittadini, di attrezzature e linee elettriche per ricavare il prezioso rame.
Ebbene, qualche tempo fa in contrada Quadrone, nell'agro di Andria, un contadino ultrasettantenne in pensione, si recò di buon mattino nel suo uliveto e con grande sorpresa trovò 12 ulivi secolari capitozzati....ed una motosega lasciata incastrata in uno di quegli alberi mutilati. Incredulità mista a dolore per quell'inspiegabile atto delinquenziale. L'assurdo era rappresentato dal fatto che il malfattore, nel compiere quell'azione spregevole, aveva sbagliato nel calcolare l'angolo di caduta della branca, e quindi non potendola più estrarre perché incastrata, ha dovuto lasciare la motosega lì, a perenne ricordo di questo ignobile gesto. Sono intervenuti i Carabinieri e le guardie campestre....ed è stata stilata la solita denuncia contro ignoti...ma ad oggi nulla di che. Nessun indagato per questa azione criminale, perpetrata dal vigliacco di turno. Probabilmente anche un dispetto da fare a qualcuno....ma sbagliando particella del terreno sono stati arrecati danni ingenti ad una persona ignara.
Oggi, quel contadino ultrasettantenne, preferisce recarsi il meno possibile in quel terreno tanto amato, per non vedere più quello sfregio immane rimasto ancora impunito.