Anche ad Andria, Coldiretti raccoglie firme contro il cibo anonimo
Un prodotto alimentare su 4 a rischio "fake"
domenica 29 settembre 2019
Oggi, domenica 29 settembre, in viale Crispi dalle ore 10 alle 13,30, la sezione andriese di Coldiretti, come in altre 50 piazze pugliesi, raccoglierà le firme per rendere obbligatoria l'indicazione dell' origine dei prodotti alimentari che acquistiamo.
L'invito della Coldiretti è quello a presentarsi presso il gazebo allestito in viale Crispi, muniti di carta d'identità per firmare in difesa dell'origine dei prodotti.
Arrivano così in mille piazze d'Italia gli "etichetta days" per salvare il vero cibo 100% italiano. Con un prodotto alimentare a rischio "fake" rischiamo di ritrovarci nel carrello della spesa prodotti, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini, che non riportano la loro origine in etichetta
Coldiretti, assieme a Fondazione Campagna Amica ha organizzato così la più grande mobilitazione mai realizzata per difendere la salute dei consumatori, valorizzare l'agricoltura e far cambiare finalmente verso all'Europa nelle politiche sulla trasparenza di quel che i cittadini portano in tavola.
La petizione "Eat original! Unmask your food" ( Mangia originale smaschera il tuo cibo), promossa dalla Coldiretti per chiedere alla Commissione Ue di estendere l'obbligo di indicare l'origine in etichetta a tutti gli alimenti, vede il coinvolgimento di altre organizzazioni europee, dalla Fnsea 8 il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu ( la più grane associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc ( storico sindacato polacco) alla Upa (l'Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ING svedese).
"La posta in gioco è alta –ricorda Coldiretti – poiché per la prima volta c'è la possibilità di invertire la tendenza e spingere la Commissione Ue a valorizzare l'origine dei prodotti agricoli e garantire trasparenza nelle scelte di acquisto dei cittadini e un giusto reddito agli agricoltori. Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall'82% di quelli italiani che – continua Coldiretti- ritiene necessario superare l'atteggiamento incerto e contraddittorio dell'Unione Europea sull'origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all'Italia costa oltre 100 miliardi di euro all'anno nel mondo".
Si tratta di un vero e proprio fronte europeo per la trasparenza che punta a raccogliere un milione di firme, in almeno 7 Paesi dell'Unione entro il 2 ottobre prossimo.
L'invito della Coldiretti è quello a presentarsi presso il gazebo allestito in viale Crispi, muniti di carta d'identità per firmare in difesa dell'origine dei prodotti.
Arrivano così in mille piazze d'Italia gli "etichetta days" per salvare il vero cibo 100% italiano. Con un prodotto alimentare a rischio "fake" rischiamo di ritrovarci nel carrello della spesa prodotti, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini, che non riportano la loro origine in etichetta
Coldiretti, assieme a Fondazione Campagna Amica ha organizzato così la più grande mobilitazione mai realizzata per difendere la salute dei consumatori, valorizzare l'agricoltura e far cambiare finalmente verso all'Europa nelle politiche sulla trasparenza di quel che i cittadini portano in tavola.
La petizione "Eat original! Unmask your food" ( Mangia originale smaschera il tuo cibo), promossa dalla Coldiretti per chiedere alla Commissione Ue di estendere l'obbligo di indicare l'origine in etichetta a tutti gli alimenti, vede il coinvolgimento di altre organizzazioni europee, dalla Fnsea 8 il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu ( la più grane associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc ( storico sindacato polacco) alla Upa (l'Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ING svedese).
"La posta in gioco è alta –ricorda Coldiretti – poiché per la prima volta c'è la possibilità di invertire la tendenza e spingere la Commissione Ue a valorizzare l'origine dei prodotti agricoli e garantire trasparenza nelle scelte di acquisto dei cittadini e un giusto reddito agli agricoltori. Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall'82% di quelli italiani che – continua Coldiretti- ritiene necessario superare l'atteggiamento incerto e contraddittorio dell'Unione Europea sull'origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all'Italia costa oltre 100 miliardi di euro all'anno nel mondo".
Si tratta di un vero e proprio fronte europeo per la trasparenza che punta a raccogliere un milione di firme, in almeno 7 Paesi dell'Unione entro il 2 ottobre prossimo.