Ambiente: raddoppiati in dieci anni gli attacchi dei lupi agli allevamenti

Per Coldiretti è necessario difendere i pascoli del nostro territorio

domenica 14 aprile 2019 7.19
Occorre salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e agnelli uccisi in Puglia, dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle considerazioni del vicepremier Matteo Salvini e del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, nel sottolineare la necessità di misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti – le montagne muoiono, l'ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.

"Nel giro di dieci anni i lupi sono raddoppiati – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti. in Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro".

I lupi vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive – conclude Coldiretti Puglia – ma inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati.