Allarme randagismo, i volontari lamentano il disinteresse delle istituzioni

Associazioni animaliste: "Troppe spese per la cura degli animali e sterilizzazioni bloccate da oltre due mesi"

venerdì 5 luglio 2019 20.37
A cura di Giovanna Albo
Prosegue la triste vicenda dei randagi abbandonati per le strade di Andria. I volontari delle Associazioni "Amici di Magù" onlus e "Addotami col cuore" onlus, ancora una volta, ci segnalano il forte disinteresse delle Istituzioni preposte alla cura dei nostri amici a quattro zampe, tanto da non provvedere ad un immediato ed efficiente intervento utile ad una loro salvaguardia.

Infatti, malgrado le Associazioni avessero inviato diverse e-mail di sollecitazione finalizzate anche alla microchippatura dei cuccioli, è stata prevedibilmente respinta, perché il medico del servizio veterinario dell' Asl di competenza territoriale non risulta reperibile, causando come sempre disagi ai volontari, costretti ora ad affrontare da soli, l'enorme esborso economico per l'acquisto di cibo, vaccini e cure mediche in generale.

"Il silenzio delle Istituzioni sta rappresentando per noi un grande ostacolo e tutto ciò risulta essere così insopportabile – commenta una volontaria dell'Associazione "Adottami col cuore" onlus– i cani sono stati segnalati e documentati tramite e-mail agli enti di competenze, non ottenendo nessun riscontro se non quello di affrontare le spese mediche, per l'ennesima volta, in completa solitudine. Inoltre, le sterilizzazioni sui randagi non vengono effettuate da oltre due mesi e, nonostante le diverse segnalazioni di femmine intere, gravide o con cuccioli sul territorio, nessuno è ad oggi intervenuto. In parallelo risulterebbe che i cani accalappiati mesi fa, sono ancora trattenuti presso il canile Sanitario in attesa della sterilizzazione: questi cani, purtroppo selvatici, una volta rimessi sul territorio si troveranno in grosse difficoltà".

Si rammenta che i servizi veterinari delle Asl devono avere reperibilità anche notturna e festiva e sono obbligati a intervenire per il ritiro e la cura dell'animale di non proprietà. Pertanto, si invita nuovamente, l'Ente competente a rispettare i principi sanciti sin dal 1991, anno in cui è stata emanata la legge quadro 14 agosto 1991 n. 281, che enuncia il principio generale secondo il quale "lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d'affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente".