Alcide De Gasperi: un grande uomo

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

lunedì 5 aprile 2021 11.22
Degli uomini grandi è come dei monti: l'altezza della cima che si spinge verso il cielo e l'imponenza della mole non appaiono se non a chi li guarda da una certa distanza. E così è degli uomini grandi: anche chi è stato per anni, per decenni vicino ad essi, e li ha giorno per giorno amati per quello che erano e ammirati per quello che facevano, solo dopo, quando essi se ne sono andati, comprendono la grandezza dell'opera loro. E così di Alcide De Gasperi.

In verità, c'è da essere grati al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella se il 3 aprile scorso, nella ricorrenza dei 140 dalla nascita di Alcide De Gasperi è stato il solo a ricordarlo, dandoci di rivedere grande la figura di De Gasperi e aiutandoci a ripetere il suo nome con ammirazione, con reverenza e con rimpianto profondo. E mi ha profondamente commosso ritornare con la mente e con il cuore, alle numerose volte che di De Gasperi ho sentito parlare dalla viva voce del suo grande amico Igino Giordani in virtù della mia adesione all'Ideale del Movimento dei Focolari del quale De Gasperi – Trentino come Chiara Lubich – era simpatizzante.

Così, ho dedicato questi ultimi giorni nel rivedere il carteggio De Gasperi-Giordani; alcune lettere tra Alcide e la stessa Chiara Lubich; la famosa foto della cartolina riportata nell'autobiografia del Giordani con la quale De Gasperi uscito dl carcere chiedeva di incontrare Giordani: «Sono sempre solo; vedrei con grande conforto qualche giovane amico come te. Sto a S. Chiara, mangio spesso alla trattoria della rotonda (v.v. Seminario); ma verrei anche costì volentieri, se mi dice come. Suo aff. Alcide - 2 ottobre 1928».

Che dire, la commozione di conservare gelosamente nella mia piccola biblioteca il corposo volume della storia di Alcide De Gasperi scritta da Giordani e altri scritti di questi due uomini politici in cammino verso la Santità. "Se non doniamo quel poco che siamo e che abbiamo, siamo tutti più poveri", è il motto che mi ha spinto a mettere in comune questi ricordi la cui lettura – mi auguro – contribuisca a che " la vetta del monte non apparirà soltanto ergersi in alto, in alto, verso l'azzurro ma apparire splendente di luce, illuminata da un sole che non tramonta mai". (Così Adone Zoli)
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