Ai Giovedì del “Gino Strada", “La ferita originaria", l'ultimo libro di Maria Antonietta Vito
Dialogheranno con lei il dirigente scolastico Paolo Farina e il prof. Domenico Canciani, dell'Università di Padova
martedì 23 gennaio 2024
16.46
Giovedì 25 gennaio, con inizio alle ore 18:00, torna l'appuntamento con "I Giovedì del Gino Strada". Ospite d'eccezione, la professoressa Maria Antonietta Vito che ha di recente pubblicato "La ferita originaria" (Castelvecchi 2023). Dialogheranno con lei il dirigente scolastico Paolo Farina e il prof. Domenico Canciani, dell'Università di Padova.
È possibile seguire l'evento in presenza presso l'Auditorium della Sede Centrale del CPIA BAT "Gino Strada", in Via dei Comuni di Puglia, 4. L'ingresso è libero e la cittadinanza è invitata.
Prevista anche sì la diretta YouTube al seguente link: https://youtube.com/live/Je1mNX7nDC8?feature=share
La Ferita Originaria, di Maria Antonietta Vito. Sinossi del romanzo
Il titolo mette a fuoco il nucleo di senso attorno a cui si dipana l'intreccio del romanzo: ciascun personaggio appare segnato da una «ferita originaria», inflitta dalle circostanze di tempo e luogo nelle quali gli tocca vivere. Per il piccolo Tanino, da cui prende avvio il racconto, l'evento originario è la follia che, dall'infanzia, lenta e inesorabile s'insinua nella sua mente, compromettendo ogni possibile legame d'amore. Da lì, nascono altre storie, altre figure, di uomini, donne e bambini, in lotta per non soccombere alla condizione cui il destino sembra inchiodarle. I fili del racconto s'intrecciano in una tessitura in cui le sorti di ognuno sono messe in gioco: ne nasce un «romanzo di formazione» corale che si sviluppa attraverso un intreccio a spirale tra le diverse vicende, sullo sfondo d'un borgo ai piedi del Vesuvio e dalla città di Napoli, sempre contemplata a distanza, dal mare o dalla collina, lungo un arco di tempo dagli anni venti ai sessanta.
Nota biografica
Maria Antonietta Vito ha vissuto infanzia e giovinezza a Napoli, compiendovi i suoi studi, poi a Padova, insegnando e svolgendo attività di scrittura in più ambiti: il romanzo (Il Viaggio, Il disincanto, La ferita originaria), la poesia (La casa dei silenzi, Le stagioni del desiderio, Tutto di te rimane), il teatro (Il silenzio di Jaffier), la saggistica filosofica che, in collaborazione con Domenico Canciani, l'ha portata a dedicare diversi anni di studio a Simone Weil, curando per Castelvecchi l'edizione critica di numerosi testi: Una costituente per l'Europa. Scritti londinesi, Viaggio in Italia (2015), L'amicizia pura, Venezia salva (2016), ecc. S'è cimentata anche nella letteratura per l'infanzia, pubblicando, sempre con Castelvecchi, un testo illustrato da Alexandra Stendl: Se sei felice. A passi lenti tra parole e immagini. Suoi contributi di riflessione appaiono su riviste sia cartacee che online (Esodo, Studium, Studia patavina, Odysseo, Scuola e Formazione).
È possibile seguire l'evento in presenza presso l'Auditorium della Sede Centrale del CPIA BAT "Gino Strada", in Via dei Comuni di Puglia, 4. L'ingresso è libero e la cittadinanza è invitata.
Prevista anche sì la diretta YouTube al seguente link: https://youtube.com/live/Je1mNX7nDC8?feature=share
La Ferita Originaria, di Maria Antonietta Vito. Sinossi del romanzo
Il titolo mette a fuoco il nucleo di senso attorno a cui si dipana l'intreccio del romanzo: ciascun personaggio appare segnato da una «ferita originaria», inflitta dalle circostanze di tempo e luogo nelle quali gli tocca vivere. Per il piccolo Tanino, da cui prende avvio il racconto, l'evento originario è la follia che, dall'infanzia, lenta e inesorabile s'insinua nella sua mente, compromettendo ogni possibile legame d'amore. Da lì, nascono altre storie, altre figure, di uomini, donne e bambini, in lotta per non soccombere alla condizione cui il destino sembra inchiodarle. I fili del racconto s'intrecciano in una tessitura in cui le sorti di ognuno sono messe in gioco: ne nasce un «romanzo di formazione» corale che si sviluppa attraverso un intreccio a spirale tra le diverse vicende, sullo sfondo d'un borgo ai piedi del Vesuvio e dalla città di Napoli, sempre contemplata a distanza, dal mare o dalla collina, lungo un arco di tempo dagli anni venti ai sessanta.
Nota biografica
Maria Antonietta Vito ha vissuto infanzia e giovinezza a Napoli, compiendovi i suoi studi, poi a Padova, insegnando e svolgendo attività di scrittura in più ambiti: il romanzo (Il Viaggio, Il disincanto, La ferita originaria), la poesia (La casa dei silenzi, Le stagioni del desiderio, Tutto di te rimane), il teatro (Il silenzio di Jaffier), la saggistica filosofica che, in collaborazione con Domenico Canciani, l'ha portata a dedicare diversi anni di studio a Simone Weil, curando per Castelvecchi l'edizione critica di numerosi testi: Una costituente per l'Europa. Scritti londinesi, Viaggio in Italia (2015), L'amicizia pura, Venezia salva (2016), ecc. S'è cimentata anche nella letteratura per l'infanzia, pubblicando, sempre con Castelvecchi, un testo illustrato da Alexandra Stendl: Se sei felice. A passi lenti tra parole e immagini. Suoi contributi di riflessione appaiono su riviste sia cartacee che online (Esodo, Studium, Studia patavina, Odysseo, Scuola e Formazione).