Agguato a Dell'Endice, assoluzioni della Corte d'Appello di Bari
In primo grado in due erano stati condannati dal Tribunale di Trani
sabato 8 luglio 2017
6.58
La Corte d'Appello di Bari ha assolto dalle accuse di tentato omicidio, porto illegale di arma da fuoco e ricettazione gli andriesi Nicola Sgaramella (41 anni) e Francesco Nicolamarino (45 anni), accusati della sparatoria ai danni di Pietro Dell'Endice, ritenuto vicino al "clan Pistillo".
In primo grado i 2 imputati erano stati, invece, condannati dal Tribunale di Trani rispettivamente a 14 anni ed 8 mesi e a 13 anni e 4 mesi di reclusione. L'agguato a Dell'Endice risale al 29 Agosto 2007 quando tra piazza Augusto Murri e via Luigi Luciani gli furono esplosi 32 colpi di mitraglietta, 2 dei quali lo ferirono all'emitorace sinistro, alla mano ed all'avambraccio destri. L'inchiesta, originariamente archiviata, fu riaperta a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Dell'Endice sarebbe stato vittima dell'agguato per vendicare un altro tentato omicidio: quello ai danni di Giuseppe Lapenna, ritenuto personaggio di spicco del "clan Pastore".
Alla base della sparatoria la supremazia nel mercato degli stupefacenti della città tra i 2 gruppi malavitosi. Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza assolutoria della Corte d'Appello, che la Procura Generale barese potrebbe impugnare in Cassazione. Secondo quanto ricostruirono le ultime indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Bari, Nicolamarino avrebbe guidato l'Audi A8 utilizzata per l'agguato e risultata rubata a Barletta, mentre Sgaramella avrebbe materialmente sparato a Dell'Endice, inseguendolo anche a piedi, senza però riuscire ad ammazzarlo. Ma per i giudici di secondo grado le cose non andarono così.
In primo grado i 2 imputati erano stati, invece, condannati dal Tribunale di Trani rispettivamente a 14 anni ed 8 mesi e a 13 anni e 4 mesi di reclusione. L'agguato a Dell'Endice risale al 29 Agosto 2007 quando tra piazza Augusto Murri e via Luigi Luciani gli furono esplosi 32 colpi di mitraglietta, 2 dei quali lo ferirono all'emitorace sinistro, alla mano ed all'avambraccio destri. L'inchiesta, originariamente archiviata, fu riaperta a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Dell'Endice sarebbe stato vittima dell'agguato per vendicare un altro tentato omicidio: quello ai danni di Giuseppe Lapenna, ritenuto personaggio di spicco del "clan Pastore".
Alla base della sparatoria la supremazia nel mercato degli stupefacenti della città tra i 2 gruppi malavitosi. Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza assolutoria della Corte d'Appello, che la Procura Generale barese potrebbe impugnare in Cassazione. Secondo quanto ricostruirono le ultime indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Bari, Nicolamarino avrebbe guidato l'Audi A8 utilizzata per l'agguato e risultata rubata a Barletta, mentre Sgaramella avrebbe materialmente sparato a Dell'Endice, inseguendolo anche a piedi, senza però riuscire ad ammazzarlo. Ma per i giudici di secondo grado le cose non andarono così.