Agenzie di rating, il Gup ha deciso: tutti rinviati a giudizio
Il processo inizierà a Trani il 4 febbraio del 2015, tra i testimoni Monti e Padoan
mercoledì 29 ottobre 2014
8.25
È finalmente arrivata la decisione del gup del Tribunale di Trani sulle richieste di rinvio a giudizio di alcune importanti figure di Standard&Poor e Fitch, le società di rating accusate di manipolazione del mercato pluriaggravata. Il giudice per l'udienza preliminare Angela Schiralli ha deciso per il rinvio a giudizio di tutti, sia per i cinque di S&P che per il manager di Fitch. Per tutti l'udienza prenderà il via il 4 febbraio 2015.
Per S&P sono sott'accusa: l'ex presidente (sino al 2011) Deven Sharma, indiano; il responsabile per l'Europa Jann Le Pallec; gli analisti Moritz Kraemer (tedesco, operante nella sede di Francoforte), Eileen Zhang e Frank Gill (britannici, operanti nella sede di Londra). L'agenzia avrebbe fornito "intenzionalmente ai mercati finanziari un'informazione tendenziosa e distorta in merito all'affidabilità creditizia ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, in modo da disincentivare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il loro valore".
Per Fitch è invece stato rinviato a giudizio il britannico David Michael Willmoth Rilei. Nel mirino quelle che il pubblico ministero Michele Ruggiero ha ritenuto le irrituali anticipazioni che l'agenzia avrebbe fatto nei giorni precedenti l'ufficiale declassamento dell'Italia avvenuto il 27 gennaio 2012, che avrebbero provocato "effetti di turbolenza, volatilità e negatività dei titoli italiani" ancor prima dell'ufficiale retrocessione.
Inoltre, nel corso del processo, saranno indicati dall'accusa come testimoni sia Mario Monti, allora Premier, sia Pier Carlo Padoan, attuale Ministro dell'Economia, entrambi già sentiti nell'ambito delle indagini.
«Crediamo fermamente che le accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova. Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, fornendo un'opinione indipendente sul merito di credito dell'Italia, in linea con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea. Il merito di questa causa sarà ora esaminato da un tribunale nel pieno contraddittorio tra le parti. Siamo fortemente convinti che, quando questo avverrà, saremo pienamente assolti da ogni accusa». E' quanto dichiarato in una nota a conclusione della camera di consiglio sfociata nei rinvii a giudizio della società di rating e di sue cinque figure apicali.
Questo invece il commento del pm Michele Ruggiero: «Sono soddisfatto per l'esito dell'udienza preliminare ma francamente sorpreso per l'assenza, finora, in questo delicato processo, della Consob. La sua presenza avrebbe dato un segnale importante ai mercati finanziari. Confido che questa importante istituzione possa in prosieguo partecipare al fianco del pubblico ministero e delle parti civili nella fase dibattimentale».
Per S&P sono sott'accusa: l'ex presidente (sino al 2011) Deven Sharma, indiano; il responsabile per l'Europa Jann Le Pallec; gli analisti Moritz Kraemer (tedesco, operante nella sede di Francoforte), Eileen Zhang e Frank Gill (britannici, operanti nella sede di Londra). L'agenzia avrebbe fornito "intenzionalmente ai mercati finanziari un'informazione tendenziosa e distorta in merito all'affidabilità creditizia ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, in modo da disincentivare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il loro valore".
Per Fitch è invece stato rinviato a giudizio il britannico David Michael Willmoth Rilei. Nel mirino quelle che il pubblico ministero Michele Ruggiero ha ritenuto le irrituali anticipazioni che l'agenzia avrebbe fatto nei giorni precedenti l'ufficiale declassamento dell'Italia avvenuto il 27 gennaio 2012, che avrebbero provocato "effetti di turbolenza, volatilità e negatività dei titoli italiani" ancor prima dell'ufficiale retrocessione.
Inoltre, nel corso del processo, saranno indicati dall'accusa come testimoni sia Mario Monti, allora Premier, sia Pier Carlo Padoan, attuale Ministro dell'Economia, entrambi già sentiti nell'ambito delle indagini.
«Crediamo fermamente che le accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova. Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, fornendo un'opinione indipendente sul merito di credito dell'Italia, in linea con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea. Il merito di questa causa sarà ora esaminato da un tribunale nel pieno contraddittorio tra le parti. Siamo fortemente convinti che, quando questo avverrà, saremo pienamente assolti da ogni accusa». E' quanto dichiarato in una nota a conclusione della camera di consiglio sfociata nei rinvii a giudizio della società di rating e di sue cinque figure apicali.
Questo invece il commento del pm Michele Ruggiero: «Sono soddisfatto per l'esito dell'udienza preliminare ma francamente sorpreso per l'assenza, finora, in questo delicato processo, della Consob. La sua presenza avrebbe dato un segnale importante ai mercati finanziari. Confido che questa importante istituzione possa in prosieguo partecipare al fianco del pubblico ministero e delle parti civili nella fase dibattimentale».