Addio a Padre Vincenzo Pinto, il ricordo del diacono Michele Melillo
Di seguito alcuni momenti dell'incontro con il sacerdote dei Dehoniani, scomparso lo scorso 25 novembre
mercoledì 2 dicembre 2020
«Il mio carissimo amico Padre Vincenzo Pinto è volato verso la casa del Padre per un misterioso disegno Divino». E' il Diacono Michele Melillo che in questi giorni, dopo la tremenda perdita della moglie Luisa, riesce con questo scritto a gettare alcuni ricordi del suo caro Amico, scomparso lo scorso 25 novembre.
«Certo sono tanti che in quest'ultimo periodo del 2020 hanno completato il loro esodo: chi è deceduto a causa della pandemia, chi per tanti altri motivi che la vita presenta ogni giorno. Padre Pinto lo conoscevo da molti anni. Era un sacerdote molto colto e faceva parte della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore. Studioso e lo definirei anche "investigatore": grazie a lui sappiamo che il Santuario del SS. Salvatore non era mai stato consacrato, e lui stesso chiese all'allora Vescovo mons. Raffaele Calabro di consacrare il Santuario. Grazie a Padre Pinto sono inoltre venuti alla luce importanti documenti dimenticati dagli stessi Padri che lo hanno preceduto nella guida del Santuario. Assieme al reverendo don Gianni Agresti è stato "l'investigatore" sulla ricerca della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo: avevano effettuato un'accurata ricerca sul numero delle spine che trafissero il Sacro Capo di Cristo, oltre ad aver realizzato una mostra completa sulle Sacre Spine sparse in diverse parti d'Italia. Ogni anno non aveva mai perso occasione per parlarne durante le cerimonie dedicate alla reliquia senza intralciare gli interventi del reverendo don Gianni Agresti.
Per me è stato un carissimo Amico perché mi corresse il menabò del mio primo libro "I Santi Cosma e Damiano Medici e Martiri" presentandolo poi ai fedeli nella chiesa di San Nicola di Myra. E' stato un grande sostenitore della PIA Associazione Crociferi e un grande entusiasta per il ripristino delle antiche Croci del Venerdì Santo, tanto da ritrarne foto e filmati particolari.
Ricordo che gioì fin da subito quando scrissi due nuovi libri: "Le storiche croci del Venerdì Santo" e "il 10 marzo 1576 e le vicende del santuario di Andria". Persona semplice e umile: ogni volta che riceveva un dono non sapeva come contraccambiare. Aver conosciuto Padre Pinto è per noi motivo di orgoglio. Spesso anche Luisa condivideva quei pochi momenti di gioia e di condivisione fraterna. A volte siamo andati a trovarlo alla Casa di Roma, presso Villa Aurelia. Sono ricordi indelebili che provocano commozione in tutti noi. Con la fede nel cuore possa ora Padre Pinto godere l'eterna felicità nella luce del Cristo Risorto. Ora preghiamo per noi che stiamo continuando il nostro esodo per giungere alla Terra Promessa.
Prima di congedarsi da noi, il diacono Melillo ricorda quest'ultimo particolare aneddoto: «Padre Vincenzo da giovane era di salute cagionevole. Era in procinto di ricevere la Cresima e le sue condizioni erano tali che Mons. Giuseppe Di Donna volle impartire il sacramento alla casa paterna di Padre Pinto. Tanta fu la gioia nel vedere giungere alla sua abitazione il nostro venerabile Mons. Di Donna. Fatto sta che da allora si instaurò un legame forte ed indissolubile tra i due. Dalla scomparsa del Venerabile Vescovo di Andria, Padre Pinto non mancò mai di ricordarlo, non solo nelle sue preghiere. Tra l'altro non mancava mai alla messa d'inizio anno in ricordo di Mons. Di Donna e sicuramente adesso sarà con lui, nell'alto dei Cieli, a vegliare sulla nostra Comunità».
«Certo sono tanti che in quest'ultimo periodo del 2020 hanno completato il loro esodo: chi è deceduto a causa della pandemia, chi per tanti altri motivi che la vita presenta ogni giorno. Padre Pinto lo conoscevo da molti anni. Era un sacerdote molto colto e faceva parte della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore. Studioso e lo definirei anche "investigatore": grazie a lui sappiamo che il Santuario del SS. Salvatore non era mai stato consacrato, e lui stesso chiese all'allora Vescovo mons. Raffaele Calabro di consacrare il Santuario. Grazie a Padre Pinto sono inoltre venuti alla luce importanti documenti dimenticati dagli stessi Padri che lo hanno preceduto nella guida del Santuario. Assieme al reverendo don Gianni Agresti è stato "l'investigatore" sulla ricerca della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo: avevano effettuato un'accurata ricerca sul numero delle spine che trafissero il Sacro Capo di Cristo, oltre ad aver realizzato una mostra completa sulle Sacre Spine sparse in diverse parti d'Italia. Ogni anno non aveva mai perso occasione per parlarne durante le cerimonie dedicate alla reliquia senza intralciare gli interventi del reverendo don Gianni Agresti.
Per me è stato un carissimo Amico perché mi corresse il menabò del mio primo libro "I Santi Cosma e Damiano Medici e Martiri" presentandolo poi ai fedeli nella chiesa di San Nicola di Myra. E' stato un grande sostenitore della PIA Associazione Crociferi e un grande entusiasta per il ripristino delle antiche Croci del Venerdì Santo, tanto da ritrarne foto e filmati particolari.
Ricordo che gioì fin da subito quando scrissi due nuovi libri: "Le storiche croci del Venerdì Santo" e "il 10 marzo 1576 e le vicende del santuario di Andria". Persona semplice e umile: ogni volta che riceveva un dono non sapeva come contraccambiare. Aver conosciuto Padre Pinto è per noi motivo di orgoglio. Spesso anche Luisa condivideva quei pochi momenti di gioia e di condivisione fraterna. A volte siamo andati a trovarlo alla Casa di Roma, presso Villa Aurelia. Sono ricordi indelebili che provocano commozione in tutti noi. Con la fede nel cuore possa ora Padre Pinto godere l'eterna felicità nella luce del Cristo Risorto. Ora preghiamo per noi che stiamo continuando il nostro esodo per giungere alla Terra Promessa.
Prima di congedarsi da noi, il diacono Melillo ricorda quest'ultimo particolare aneddoto: «Padre Vincenzo da giovane era di salute cagionevole. Era in procinto di ricevere la Cresima e le sue condizioni erano tali che Mons. Giuseppe Di Donna volle impartire il sacramento alla casa paterna di Padre Pinto. Tanta fu la gioia nel vedere giungere alla sua abitazione il nostro venerabile Mons. Di Donna. Fatto sta che da allora si instaurò un legame forte ed indissolubile tra i due. Dalla scomparsa del Venerabile Vescovo di Andria, Padre Pinto non mancò mai di ricordarlo, non solo nelle sue preghiere. Tra l'altro non mancava mai alla messa d'inizio anno in ricordo di Mons. Di Donna e sicuramente adesso sarà con lui, nell'alto dei Cieli, a vegliare sulla nostra Comunità».