Accese le luci questa sera in piazza Catuma alla “Navicella”
Si tratta di un padiglione di forma “aerea”. Una sorta di disco volante spaziale atterrato a Terra per "I Dialoghi di Trani"
venerdì 23 dicembre 2022
21.49
Accese le luci questa sera in piazza Catuma, ad Andria dell'opera "Navicella", realizzata su progetto del prof. arch. Giuseppe Fallacara del Politecnico di Bari con la collaborazione dell'arch. Marco Stigliano ed inserita tra gli eventi della 21^ edizione de "I Dialoghi di Trani".
Alla manifestazione hanno preso parte con la Civica Amministrazione, tra questi il Sindaco Giovanna Bruno, anche i progettisti ed i realizzatori dell'opera. L'imponente manufatto, che per la realizzazione si è avvalso dell'apporto dell'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia Barletta Andria Trani ha visto all'opera il comitato scientifico e tecnico-organizzativo composto dall'arch. Francesca Onesti, arch. Azzurra Pelle, arch. Marina Di Matteo e dall'arch. Sabino Aniello, la cui realizzazione è stata curata da Euro Metal srl, Sgarra tende da sole ed Ebanisteria Colasanto.
"Navicella" è un padiglione di forma "aerea" in grado di far volare la fantasia e creatività e al contempo essere il luogo di protezione e presidio dei libri presentati durante la manifestazione, una sorta di disco volante spaziale atterrato a Terra per "I Dialoghi di Trani". La sua morfologia è una semplificazione costruttiva della celebre superficie di minima di Enneper la cui base teorica si sviluppa a partire dal problema dell'area minima: date una o più curve chiuse nello spazio (bordo del padiglione), trovare, tra tutte le superfici aventi le curve date come bordo, quella che ha area minima. Questa condizione, oltre a rappresentare una raffinatezza matematica, è in grado di ottimizzare lo stato tensionale (trazione della membrana) della superficie spaziale del padiglione. In natura è possibile rinvenire elementi "ottimizzati" sotto forma di superfici minime, ovvero in grado di massimizzare il comportamento strutturale minimizzando la materia attraverso la specifica conformazione geometrica. Dal punto di vista morfologico il padiglione è un guscio voltato tripartito il cui perimetro è composto in maniera alternata da tre aperture e tre chiusure. Dal punto di vista costruttivo, configurandosi come una vera tensostruttura, il padiglione si compone di un perimetro curvilineo di tubolari modulari metallici (o in polimero fibrorinforzato) a doppia curvatura entro cui è uniformemente teso il telo di copertura. Il padiglione può presentarsi anche in versione chiusa, tramite un telo perimetrale, per poter essere usato come ricovero emergenziale temporaneo e in geometria singola o aggregabile. La versione geometrica semplificata è composta da 6 semi cerchi perimetrali piani e un "riempimento" della superficie tramite cavi elastici tirati dal perimetro alla sommità. Al vertice è collocata una mini pala eolica ad asse verticale per l'autonomia energetica della struttura relativa all'illuminazione a led serale.
Grazie alle foto concesseci da Discornia ripercorriamo l'installazione della complessa struttura in piazza Catuma.
Alla manifestazione hanno preso parte con la Civica Amministrazione, tra questi il Sindaco Giovanna Bruno, anche i progettisti ed i realizzatori dell'opera. L'imponente manufatto, che per la realizzazione si è avvalso dell'apporto dell'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia Barletta Andria Trani ha visto all'opera il comitato scientifico e tecnico-organizzativo composto dall'arch. Francesca Onesti, arch. Azzurra Pelle, arch. Marina Di Matteo e dall'arch. Sabino Aniello, la cui realizzazione è stata curata da Euro Metal srl, Sgarra tende da sole ed Ebanisteria Colasanto.
"Navicella" è un padiglione di forma "aerea" in grado di far volare la fantasia e creatività e al contempo essere il luogo di protezione e presidio dei libri presentati durante la manifestazione, una sorta di disco volante spaziale atterrato a Terra per "I Dialoghi di Trani". La sua morfologia è una semplificazione costruttiva della celebre superficie di minima di Enneper la cui base teorica si sviluppa a partire dal problema dell'area minima: date una o più curve chiuse nello spazio (bordo del padiglione), trovare, tra tutte le superfici aventi le curve date come bordo, quella che ha area minima. Questa condizione, oltre a rappresentare una raffinatezza matematica, è in grado di ottimizzare lo stato tensionale (trazione della membrana) della superficie spaziale del padiglione. In natura è possibile rinvenire elementi "ottimizzati" sotto forma di superfici minime, ovvero in grado di massimizzare il comportamento strutturale minimizzando la materia attraverso la specifica conformazione geometrica. Dal punto di vista morfologico il padiglione è un guscio voltato tripartito il cui perimetro è composto in maniera alternata da tre aperture e tre chiusure. Dal punto di vista costruttivo, configurandosi come una vera tensostruttura, il padiglione si compone di un perimetro curvilineo di tubolari modulari metallici (o in polimero fibrorinforzato) a doppia curvatura entro cui è uniformemente teso il telo di copertura. Il padiglione può presentarsi anche in versione chiusa, tramite un telo perimetrale, per poter essere usato come ricovero emergenziale temporaneo e in geometria singola o aggregabile. La versione geometrica semplificata è composta da 6 semi cerchi perimetrali piani e un "riempimento" della superficie tramite cavi elastici tirati dal perimetro alla sommità. Al vertice è collocata una mini pala eolica ad asse verticale per l'autonomia energetica della struttura relativa all'illuminazione a led serale.
Grazie alle foto concesseci da Discornia ripercorriamo l'installazione della complessa struttura in piazza Catuma.