“Abbracciare la cultura della neurodiversità”: l’impegno del Circolo della Sanità di Andria
Successo per la tradizionale festa della pentolaccia svoltasi presso l'agriturismo Tannoja
lunedì 25 marzo 2019
Le tradizionali feste del Circolo della Sanità di Andria sono diventate nel corso degli anni sicuramente pilastri portanti della sua storia. Sono occasioni per incontrarsi, divertirsi, conoscersi e/o rivedersi in un clima di allegria e di spensieratezza. Nell'ultimo biennio, inoltre, hanno anche consentito di delineare uno spazio di accoglienza, conoscenza ed integrazione con altre realtà territoriali impegnate per il bene comune.
Così è stato per la tradizionale festa della pentolaccia che quest'anno si è tenuta presso l'agriturismo Tannoja con una partecipazione numerosa di soci e simpatizzanti, 77 adulti e 37 bambini e che ha permesso, appunto, di "abbracciare la cultura della neurodiversità".
La neurodiversità spiega nel suo senso più ampio, lo sviluppo neurologico atipico come una normale variazione naturale del cervello umano, una forma alternativa della biologia umana. Il significato di tale termine si è espanso nel corso degli anni fino a comprendere un gruppo di condizioni cognitive come l'autismo, la dislessia, la disprassia, la sindrome di Tourrette ed il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività. In questa cornice le persone "neurodiverse" rappresentano una normale variazione neurologica al pari di razza, genere o sessualità (Jaarsma e Wellin, 2012). Il paradigma delle neurodiversità sostiene che la condizione del neurodiverso, non è una condizione da curare, quanto piuttosto una specificità umana o una differenza nei modi di socializzare, comunicare e percepire, che non sono affatto necessariamente svantaggiosi (Jaarsma e Wellin, 2012).
Gli ospiti della nostra festa della pentolaccia sono stati papà Francesco e mamma Claudia, stimati professionisti ed anche genitori di Alessandro, un meraviglioso ragazzo di 15 anni, che vivono sul campo, quotidianamente, la fatica della scoperta del valore delle risorse e della ricchezza di una persona "neurodiversa". Gli stessi hanno anche costituito nel 2018 la Fondazione Pugliese per le Neurodiversità per la sensibilizzazione del territorio e la realizzazione di progetti a breve, medio e lungo termine per queste persone e le loro famiglie. La loro testimonianza è stata intensa, ricca di emozioni: è riuscita ad evidenziare le potenzialità, le abilità dei cosiddetti "neurodiversi" che con un cambio culturale della società possono diventare una risorsa importante per la stessa nel rispetto delle differenze. Papà Francesco ci ha aiutato a comprendere che la neurodiversità non può essere correlata solo ad un modello medico, ma può essere definita come un paradigma bio-politico interessato alla promozione dei diritti ed alla prevenzione di discriminazione nei confronti di persone neurologicamente diverse dalla popolazione "neurotipica". Abbraccia anche l'idea di cura intesa come sollievo dalla sofferenza, nel rispetto delle difficoltà che incontrano le persone "neurodiverse", ma sostiene accanto all'implementazione di trattamenti efficaci per gestire le alterazioni comportamentali e altre difficoltà, anche lo sviluppo di interventi per aiutare queste persone ad organizzare le loro vite, a fare amicizia, a rendersi autonomi, coinvolgendo il mondo del lavoro (oltre le assunzioni, mantenendo un ambiente attento ad ogni esigenza) e coinvolgendo la società tutta (Robinson, 2017).
Al termine della testimonianza, il Circolo della Sanità ha donato alla Fondazione un contributo economico raccolto con una pesca in beneficenza durante la festa e con la collaborazione anche della Tenuta Tannoja e della Gioielleria Fatone di Andria che hanno fornito alcuni premi.
Per tutti noi la festa della pentolaccia è stata solo la prima tappa del percorso che vorremmo continuare con papà Francesco, mamma Claudia e la Fondazione. Ci impegneremo con loro a favorire la diffusione della cultura della neurodiversità poiché il compromesso tra le persone "neurotipiche e neurodiverse" sarà tanto più possibile quanto più vi sarà conoscenza delle reciproche "culture" di appartenenza, affinché si potranno realizzare altri abbracci che colorano la vita come è successo per il Circolo della Sanità.
Così è stato per la tradizionale festa della pentolaccia che quest'anno si è tenuta presso l'agriturismo Tannoja con una partecipazione numerosa di soci e simpatizzanti, 77 adulti e 37 bambini e che ha permesso, appunto, di "abbracciare la cultura della neurodiversità".
La neurodiversità spiega nel suo senso più ampio, lo sviluppo neurologico atipico come una normale variazione naturale del cervello umano, una forma alternativa della biologia umana. Il significato di tale termine si è espanso nel corso degli anni fino a comprendere un gruppo di condizioni cognitive come l'autismo, la dislessia, la disprassia, la sindrome di Tourrette ed il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività. In questa cornice le persone "neurodiverse" rappresentano una normale variazione neurologica al pari di razza, genere o sessualità (Jaarsma e Wellin, 2012). Il paradigma delle neurodiversità sostiene che la condizione del neurodiverso, non è una condizione da curare, quanto piuttosto una specificità umana o una differenza nei modi di socializzare, comunicare e percepire, che non sono affatto necessariamente svantaggiosi (Jaarsma e Wellin, 2012).
Gli ospiti della nostra festa della pentolaccia sono stati papà Francesco e mamma Claudia, stimati professionisti ed anche genitori di Alessandro, un meraviglioso ragazzo di 15 anni, che vivono sul campo, quotidianamente, la fatica della scoperta del valore delle risorse e della ricchezza di una persona "neurodiversa". Gli stessi hanno anche costituito nel 2018 la Fondazione Pugliese per le Neurodiversità per la sensibilizzazione del territorio e la realizzazione di progetti a breve, medio e lungo termine per queste persone e le loro famiglie. La loro testimonianza è stata intensa, ricca di emozioni: è riuscita ad evidenziare le potenzialità, le abilità dei cosiddetti "neurodiversi" che con un cambio culturale della società possono diventare una risorsa importante per la stessa nel rispetto delle differenze. Papà Francesco ci ha aiutato a comprendere che la neurodiversità non può essere correlata solo ad un modello medico, ma può essere definita come un paradigma bio-politico interessato alla promozione dei diritti ed alla prevenzione di discriminazione nei confronti di persone neurologicamente diverse dalla popolazione "neurotipica". Abbraccia anche l'idea di cura intesa come sollievo dalla sofferenza, nel rispetto delle difficoltà che incontrano le persone "neurodiverse", ma sostiene accanto all'implementazione di trattamenti efficaci per gestire le alterazioni comportamentali e altre difficoltà, anche lo sviluppo di interventi per aiutare queste persone ad organizzare le loro vite, a fare amicizia, a rendersi autonomi, coinvolgendo il mondo del lavoro (oltre le assunzioni, mantenendo un ambiente attento ad ogni esigenza) e coinvolgendo la società tutta (Robinson, 2017).
Al termine della testimonianza, il Circolo della Sanità ha donato alla Fondazione un contributo economico raccolto con una pesca in beneficenza durante la festa e con la collaborazione anche della Tenuta Tannoja e della Gioielleria Fatone di Andria che hanno fornito alcuni premi.
Per tutti noi la festa della pentolaccia è stata solo la prima tappa del percorso che vorremmo continuare con papà Francesco, mamma Claudia e la Fondazione. Ci impegneremo con loro a favorire la diffusione della cultura della neurodiversità poiché il compromesso tra le persone "neurotipiche e neurodiverse" sarà tanto più possibile quanto più vi sarà conoscenza delle reciproche "culture" di appartenenza, affinché si potranno realizzare altri abbracci che colorano la vita come è successo per il Circolo della Sanità.