A sicilian patriot, Giovanni Falcone e gli Stati Uniti d'America
Presentato ieri ad Andria l'ultimo libro di Giannicola Sinisi
sabato 4 luglio 2015
08.30
Ieri 3 luglio, nell'auditorium della chiesa dei Cappuccini di Andria, è stato presentato A sicilian patriot – Giovanni Falcone e Gli Stati Uniti d'America (Cacucci editore), l'ultimo libro di Giannicola Sinisi. «Questo lavoro - ha spiegato l'autore ed ex sindaco di Andria - è una pura raccolta di documentazioni sulle comunicazioni tra Washington e Roma ai tempi delle indagini sulla criminalità organizzata condotte dall'indimenticato maestro Falcone. Avevo chiesto la desegretazione di questo materiale poco prima che scoppiasse il caso Wikileaks, quindi la mia domanda era stata accantonata. Dopo qualche tempo, durante un corso di aggiornamento sulla legislazione europea, tenuto in America per diplomatici e funzionari statunitensi che sarebbero stati dislocati nel Vecchio Continente, ho incontrato la donna a cui era pervenuta la mia richiesta. Nei giorni seguenti ottenni il materiale necessario per poter avviare questo progetto».
Giannicola Sinisi, che è stato magistrato prima di dedicarsi alla politica, ha collaborato in prima persona col giudice palermitano ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992. «Spesso sbagliamo, circoscriviamo - ha proseguito l'autore - l'opera di questo patriota alla sola Sicilia. Giovanni Falcone ha spaventato anche i boss d'oltreoceano. Il primo monumento dedicato alla sua persona fu costruito negli Usa nel '94, in Italia abbiamo dovuto aspettare il terzo millennio. La Convenzione Internazionale della lotta contro la mafia è stata sottoscritta a Palermo e l'Fbi ha sperimentato la tecnica investigativa del Dna a Capaci».
Lo scrittore andriese è attualmente consigliere dell'ambasciata italiana negli Stati Uniti, dopo essere stato onorevole, sottosegretario al Ministero degli Interni e senatore. «Non voglio descrivere gli americani come degli infallibili - ha continuato Sinisi - magari ad operare nelle grandi capitali del mondo sono tra i migliori, ma è stata dura anche per loro la vita a Palermo. Dopo l'esperienza del pool antimafia ebbe inizio una stagione avvelenata per Giovanni, durante la quale il console statunitense in Sicilia lo descrisse come un tipo presuntuoso ed esageratamente ambizioso, lo stesso parla della necessità di un'Antimafia più sobria, ma Falcone proseguì per la sua strada. Io sono orgoglioso dell'amicizia che mi ha legato a questo guerriero, perché il suo coraggio resiste al tempo ed al male. Oggi intitoliamo le strade e le scuole a lui e a Paolo Borsellino, tanti bambini li conoscono e li considerano dei miti». A dialogare con l'autore, davanti ad una buona presenza di pubblico, vi era il prof. Michele Palumbo.
Il ricavato dalla vendita di A sicilian patriot sarà interamente devoluto per la realizzazione del progetto Senza sbarre, finalizzato all'inclusione sociale dei detenuti e coordinato dal sacerdote andriese don Riccardo Agresti.
Giannicola Sinisi, che è stato magistrato prima di dedicarsi alla politica, ha collaborato in prima persona col giudice palermitano ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992. «Spesso sbagliamo, circoscriviamo - ha proseguito l'autore - l'opera di questo patriota alla sola Sicilia. Giovanni Falcone ha spaventato anche i boss d'oltreoceano. Il primo monumento dedicato alla sua persona fu costruito negli Usa nel '94, in Italia abbiamo dovuto aspettare il terzo millennio. La Convenzione Internazionale della lotta contro la mafia è stata sottoscritta a Palermo e l'Fbi ha sperimentato la tecnica investigativa del Dna a Capaci».
Lo scrittore andriese è attualmente consigliere dell'ambasciata italiana negli Stati Uniti, dopo essere stato onorevole, sottosegretario al Ministero degli Interni e senatore. «Non voglio descrivere gli americani come degli infallibili - ha continuato Sinisi - magari ad operare nelle grandi capitali del mondo sono tra i migliori, ma è stata dura anche per loro la vita a Palermo. Dopo l'esperienza del pool antimafia ebbe inizio una stagione avvelenata per Giovanni, durante la quale il console statunitense in Sicilia lo descrisse come un tipo presuntuoso ed esageratamente ambizioso, lo stesso parla della necessità di un'Antimafia più sobria, ma Falcone proseguì per la sua strada. Io sono orgoglioso dell'amicizia che mi ha legato a questo guerriero, perché il suo coraggio resiste al tempo ed al male. Oggi intitoliamo le strade e le scuole a lui e a Paolo Borsellino, tanti bambini li conoscono e li considerano dei miti». A dialogare con l'autore, davanti ad una buona presenza di pubblico, vi era il prof. Michele Palumbo.
Il ricavato dalla vendita di A sicilian patriot sarà interamente devoluto per la realizzazione del progetto Senza sbarre, finalizzato all'inclusione sociale dei detenuti e coordinato dal sacerdote andriese don Riccardo Agresti.