A processo con rito abbreviato il 22enne andriese accusato di estorsione ai danni di un prete

I fatti risalgono allo scorso settembre. Secondo la sua versione, il prete nel corso della confessione gli avrebbe rivolto delle attenzioni particolari

venerdì 20 gennaio 2023 10.16
A cura di Luisa Sgarra
Decreto di giudizio immediato emesso dal gip del Tribunale di Bari, Francesco Mettiace, per il 22 andriese, accusato di aver estorto oltre 5mila euro ad un prete per non rilevare le presunte avances ricevute dal religioso. Il ragazzo attualmente ancora detenuto nel carcere del capoluogo regionale, si è proclamato innocente raccontando la sua versione dei fatti oltre ad avere aggiunto di aver denunciato il prete con l'accusa di violenza sessuale.

I fatti risalgono allo scorso settembre. L'imputato era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza, cioè Andria. Nonostante questo pare che il giovane si sarebbe recato in una chiesa della periferia di Bari. E secondo la sua versione, il prete nel corso della confessione gli avrebbe rivolto delle attenzioni particolari. A seguito il 22enne avrebbe paventato al prete l'esistenza di un video, ripreso con il telefono cellulare e minacciato di diffondere in rete il video in cui il sacerdote, durante la confessione, tentava anche di baciarlo.

Il prelato avrebbe allora pagato effettuando un bonifico da 3mila euro il 19 settembre scorso ed uno da 2mila nel giorno successivo oltre ad altri due versamenti tra cui un vaglia postale ed una ricarica su postepay complessivamente di circa 1500 euro. Alle ulteriori due richieste di denaro, sempre con la minaccia di far vedere questo presunto video nel corso di una celebrazione religiosa, il sacerdote non ha ceduto denunciando il giovane. È nata così un'inchiesta innanzi alla procura di Bari, sfociata in un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 22enne andriese e l'immediato sequestro del telefonico per cercare di capire se il video esistesse o meno.

Il sacerdote non si è costituito parte civile mentre il giovane, difeso dagli avvocati Losappio e De Pascalis, ha chiesto ed ottenuto il rito abbreviato: in caso di condanna gli sarà comminata una pena ridotta di un terzo.