02/02/2020, data palindroma: "Come Giano bifronte e l’impresa nell’attuale contesto digitale"
L’attualità del concetto di impresa palindroma, nell'ultimo lavoro del prof. Savino Santovito
domenica 2 febbraio 2020
13.31
Il 2 febbraio 2020 è una data palindroma mondiale. Oggi, infatti, è il 02-02-2020: una data che non cambia se viene letta da sinistra o da destra, sia nel nostro formato "giorno/mese/anno", sia nel formato usato in Usa e Canada di "mese/giorno/anno". In 10mila anni, considerando il nostro formato, esistono 366 giorni palindromi. In questo secolo, ci saranno altre 23 date palindrome e poi ce ne saranno 31 nel prossimo, dal 10-12-2101 al 29-12-2192. Poi basta per secoli e per ritrovare di nuovo queste particolari date bisognerà aspettare il prossimo millennio, precisamente il 10-03-3001.
La speciale connotazione palindroma della data odierna ci consente di richiamare e sottolineare l'attualità del concetto di impresa palindroma (Savino Santovito: L'impresa palindroma: problematiche di gestione nel contesto evolutivo digitale Cacucci Editore - Bari 2017). La pubblicazione riproduce in copertina Giano bifronte, che rappresenta l'agire nel suo presente, che nasce dall'esperienza passata e si realizza in funzione di un futuro possibile. Giano era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani), agli archi e ai ponti, ne custodiva l'entrata e l'uscita, con le due facce che vegliavano nelle due direzioni. Infatti, presiede a tutti gli inizi e i passaggi, materiali e immateriali, come anche l'inizio di una nuova impresa o dell'attività economica. Rappresenta l'attualità dell'innovazione e l'invito ad agire, mediante un continuo riprodursi di passaggi che portano a modificarsi nella direzione di un possibile futuro.
Le analisi e le riflessioni che lo studioso dell'impresa si trova a elaborare o fronteggiare in questi ultimi anni evidenziano quasi sempre una duplicità di conclusioni, con visioni e tesi contrapposte, non già alternative, ma sempre più spesso coesistenti ed ambedue vere. La lettura delle esperienze isolate e spesso diversificate richiede una visione integrata delle componenti essenziali dei fenomeni dell'impresa, che tenti di astrarre dalle particolarità e dalla complessità una concezione olistica.
Tali situazioni sembrano rendere obsoleti i singoli paradigmi e gli schemi interpretativi classici e possono generare un senso di smarrimento e stupore, ove non si proceda verso un'accettazione di interpretazioni inclusive delle differenti prospettive, non già alternative.
Appare, pertanto, necessario richiamare lo scenario nuovo e il contesto attuale che genera una tale situazione, caratterizzato da alta volatilità, con veloci e repentini cambiamenti discontinui, per proporre una prospettiva interpretativa dell'impresa e delle sue problematiche gestionali definibile con l'attributo di "palindroma". Infatti, le differenti aree gestionali aziendali possono essere esaminate e reinterpretate rifacendosi alla metafora dell'impresa come Giano bifronte, ovvero come realtà palindroma, che può essere letta sia da destra che da sinistra, mantenendo o mutando il suo significato, al fine di evidenziare questa nuova necessità di significare e di reinterpretare, anche al contrario o in direzione inversa a quella tradizionale, il ruolo e le funzioni degli operatori e degli strumenti interpretativi posti alla base delle decisioni manageriali: il "consumer" diviene "prosumer" (il cliente si trasforma in fornitore), le transazioni (vendite di output) evolvono in relazioni e queste si amplificano in interazioni bidirezionali continue nel tempo ed illimitate nello spazio, il management passa dal perseguimento dell'obiettivo della massimizzazione del profitto per unità di rischio a quello della minimizzazione del rischio per unità di profitto, alle economie di scala si aggiungono o sostituiscono le economie di rete, che impongono obiettivi di crescita degli utenti, realizzabili unicamente con strategie di "low cost" e politiche di gratuità, si attenua la gerarchia interna all'impresa e aumenta il potere di grandi operatori sui mercati, l'innovazione nell'impresa oscilla tra exploration e exploitation etc. Tutto ciò rende potenzialmente ambivalente ed equivocabile ogni affermazione o ambigua ogni tesi o conclusione circa le scelte strategiche ed operative dell'impresa, allorché non si condivida una possibile rilettura da una prospettiva che accetti come metodo interpretativo la duplicità e molteplicità funzionale delle singole realtà che interessano la gestione dell'impresa: per ogni problematica aziendale potrà essere vera la tesi particolare e il suo contrario, un obiettivo gestionale e il suo opposto, in funzione di una tendenza generale del contesto o un suo particolare orientamento alternativo.
Questa chiave di lettura, basandosi sia sulla visione istituzionalistica dell'impresa (organizzazione economico-sociale in grande trasformazione), sia sulla visione contrattualistica (con un incremento esponenziale delle interazioni e degli scambi), rappresenta il metodo per esaminare il nuovo contesto di riferimento per le imprese, ripercorrendo alcune teorie classiche dell'impresa (dal passato), evidenziando la loro utilità per la lettura del presente e del futuro, e per una ricognizione delle problematicità delle scelte gestionali indotte dalla rivoluzione digitale e dalla crisi in atto nelle nostre economie. Infatti, le tecnologie digitali sono il frutto d'innovazioni dirompenti e al tempo stesso permettono alle imprese e alle persone, sia in qualità di lavoratori che di consumatori, di innovare i propri comportamenti e i processi organizzativi, decisionali e gestionali.
La frequenza, alta e tendenzialmente crescente, d'intensi cambiamenti di contesto, derivante dalla riduzione negli intervalli che intercorrono fra innovazioni anche di diversa tipologia, introduce l'impresa in uno scenario discontinuo che non le permette di prevedere, seppur con un accettabile grado di imperfezione, la direzione e l'intensità dei cambiamenti successivi. Dunque, il management sembra essere chiamato a una visione strategica, con un compito tanto arduo quanto rischioso: ripensare l'impiego dei propri schemi interpretativi e categorie valoriali (Barile, 2009), per riconfigurare continuamente in modo non usuale l'assetto e il comportamento dell'intera struttura operativa dell'impresa, in modo da garantirne l'efficace allineamento al contesto di riferimento, qualunque esso sia e qualunque esso venga a qualificarsi.
Al management dell'impresa non è più richiesta solo la capacità di risolvere i problemi (problem solving), ma anche di analizzare con accortezza i problemi emergenti (problem setting) e di comporre e definire i nuovi problemi latenti (problem scouting). L'immaginazione creativa messa al servizio dell'interpretazione in un flusso circolare di sviluppo della conoscenza può aiutare l'impresa a decidere in modo efficace come attivare e gestire le relazioni con gli attori rilevanti per reperire e rimescolare le risorse strategiche di cui non dispone, in modo da trasformarle in competenze distintive atte a raggiugere il corretto grado di consonanza sistemica con i sovra-sistemi rilevanti nel contesto di riferimento.
La speciale connotazione palindroma della data odierna ci consente di richiamare e sottolineare l'attualità del concetto di impresa palindroma (Savino Santovito: L'impresa palindroma: problematiche di gestione nel contesto evolutivo digitale Cacucci Editore - Bari 2017). La pubblicazione riproduce in copertina Giano bifronte, che rappresenta l'agire nel suo presente, che nasce dall'esperienza passata e si realizza in funzione di un futuro possibile. Giano era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani), agli archi e ai ponti, ne custodiva l'entrata e l'uscita, con le due facce che vegliavano nelle due direzioni. Infatti, presiede a tutti gli inizi e i passaggi, materiali e immateriali, come anche l'inizio di una nuova impresa o dell'attività economica. Rappresenta l'attualità dell'innovazione e l'invito ad agire, mediante un continuo riprodursi di passaggi che portano a modificarsi nella direzione di un possibile futuro.
Le analisi e le riflessioni che lo studioso dell'impresa si trova a elaborare o fronteggiare in questi ultimi anni evidenziano quasi sempre una duplicità di conclusioni, con visioni e tesi contrapposte, non già alternative, ma sempre più spesso coesistenti ed ambedue vere. La lettura delle esperienze isolate e spesso diversificate richiede una visione integrata delle componenti essenziali dei fenomeni dell'impresa, che tenti di astrarre dalle particolarità e dalla complessità una concezione olistica.
Tali situazioni sembrano rendere obsoleti i singoli paradigmi e gli schemi interpretativi classici e possono generare un senso di smarrimento e stupore, ove non si proceda verso un'accettazione di interpretazioni inclusive delle differenti prospettive, non già alternative.
Appare, pertanto, necessario richiamare lo scenario nuovo e il contesto attuale che genera una tale situazione, caratterizzato da alta volatilità, con veloci e repentini cambiamenti discontinui, per proporre una prospettiva interpretativa dell'impresa e delle sue problematiche gestionali definibile con l'attributo di "palindroma". Infatti, le differenti aree gestionali aziendali possono essere esaminate e reinterpretate rifacendosi alla metafora dell'impresa come Giano bifronte, ovvero come realtà palindroma, che può essere letta sia da destra che da sinistra, mantenendo o mutando il suo significato, al fine di evidenziare questa nuova necessità di significare e di reinterpretare, anche al contrario o in direzione inversa a quella tradizionale, il ruolo e le funzioni degli operatori e degli strumenti interpretativi posti alla base delle decisioni manageriali: il "consumer" diviene "prosumer" (il cliente si trasforma in fornitore), le transazioni (vendite di output) evolvono in relazioni e queste si amplificano in interazioni bidirezionali continue nel tempo ed illimitate nello spazio, il management passa dal perseguimento dell'obiettivo della massimizzazione del profitto per unità di rischio a quello della minimizzazione del rischio per unità di profitto, alle economie di scala si aggiungono o sostituiscono le economie di rete, che impongono obiettivi di crescita degli utenti, realizzabili unicamente con strategie di "low cost" e politiche di gratuità, si attenua la gerarchia interna all'impresa e aumenta il potere di grandi operatori sui mercati, l'innovazione nell'impresa oscilla tra exploration e exploitation etc. Tutto ciò rende potenzialmente ambivalente ed equivocabile ogni affermazione o ambigua ogni tesi o conclusione circa le scelte strategiche ed operative dell'impresa, allorché non si condivida una possibile rilettura da una prospettiva che accetti come metodo interpretativo la duplicità e molteplicità funzionale delle singole realtà che interessano la gestione dell'impresa: per ogni problematica aziendale potrà essere vera la tesi particolare e il suo contrario, un obiettivo gestionale e il suo opposto, in funzione di una tendenza generale del contesto o un suo particolare orientamento alternativo.
Questa chiave di lettura, basandosi sia sulla visione istituzionalistica dell'impresa (organizzazione economico-sociale in grande trasformazione), sia sulla visione contrattualistica (con un incremento esponenziale delle interazioni e degli scambi), rappresenta il metodo per esaminare il nuovo contesto di riferimento per le imprese, ripercorrendo alcune teorie classiche dell'impresa (dal passato), evidenziando la loro utilità per la lettura del presente e del futuro, e per una ricognizione delle problematicità delle scelte gestionali indotte dalla rivoluzione digitale e dalla crisi in atto nelle nostre economie. Infatti, le tecnologie digitali sono il frutto d'innovazioni dirompenti e al tempo stesso permettono alle imprese e alle persone, sia in qualità di lavoratori che di consumatori, di innovare i propri comportamenti e i processi organizzativi, decisionali e gestionali.
La frequenza, alta e tendenzialmente crescente, d'intensi cambiamenti di contesto, derivante dalla riduzione negli intervalli che intercorrono fra innovazioni anche di diversa tipologia, introduce l'impresa in uno scenario discontinuo che non le permette di prevedere, seppur con un accettabile grado di imperfezione, la direzione e l'intensità dei cambiamenti successivi. Dunque, il management sembra essere chiamato a una visione strategica, con un compito tanto arduo quanto rischioso: ripensare l'impiego dei propri schemi interpretativi e categorie valoriali (Barile, 2009), per riconfigurare continuamente in modo non usuale l'assetto e il comportamento dell'intera struttura operativa dell'impresa, in modo da garantirne l'efficace allineamento al contesto di riferimento, qualunque esso sia e qualunque esso venga a qualificarsi.
Al management dell'impresa non è più richiesta solo la capacità di risolvere i problemi (problem solving), ma anche di analizzare con accortezza i problemi emergenti (problem setting) e di comporre e definire i nuovi problemi latenti (problem scouting). L'immaginazione creativa messa al servizio dell'interpretazione in un flusso circolare di sviluppo della conoscenza può aiutare l'impresa a decidere in modo efficace come attivare e gestire le relazioni con gli attori rilevanti per reperire e rimescolare le risorse strategiche di cui non dispone, in modo da trasformarle in competenze distintive atte a raggiugere il corretto grado di consonanza sistemica con i sovra-sistemi rilevanti nel contesto di riferimento.