Cronaca
Sequestro per un milione e mezzo di euro ad un bracciante agricolo
L'uomo 43enne era affiliato al clan "Griner" disarticolato stamane
Andria - giovedì 23 ottobre 2014
10.37
Un'unica operazione che questa mattina ha visto coinvolti Carabinieri e Polizia. I militari, in particolare, si sono occupati dell'aspetto patrimoniale di una banda dedita alle rapine ai tir, allo spaccio di droga e ad attività estorsive ed operante nel territorio di Andria e del Nord Barese. Risultava esser ufficialmente un bracciante agricolo ma ad un pluripregiudicato 43enne andriese sono stati sequestrati stamane beni pari ad un milione e mezzo di euro. L'uomo, Antonio Agresti già detenuto nel carcere di Trani, e raggiunto da un nuovo provvedimento questa mattina, era uno degli appartenenti al clan "Griner" disarticolato dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Le indagini dei Carabinieri sui patrimoni del clan, sono partite nel mese di gennaio 2014 ed, il provvedimento di sequestro beni eseguito dai militari, ha riguardato una villa di lusso su due piani in via Lagnone Santa Croce ad Andria, comprensiva di un ascensore, vasca idromassaggio, arredi, apparati tecnologici e tutti i beni di valore contenuti nello stesso immobile, un appartamento in via Forlanini sempre nella Città di Andria, tre appezzamenti di terreno in località Lama di Corvo e Sperlongano, due autovetture, due motocicli, una impresa agricola individuale ed otto conti correnti bancari intestati all'uomo ed ai propri familiari.
Gli accertamenti patrimoniali sono stati eseguiti utilizzando la normativa antimafia, oggi applicabile a tutta una serie di gravi reati, che consente il sequestro dei beni a coloro che, accusati di gravi reati, abbiano un tenore di vita e un patrimonio assolutamente sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Il 43enne, infatti, dichiarava un reddito di 1.380 euro al mese, comprensivi di contributo di disoccupazione dell'INPS ed assegni familiari del comune di Andria. Pochi per gli inquirenti per giustificare un patrimonio da un milione e mezzo di euro, ragione per cui il GIP ha ritenuto di accogliere pienamente le richieste della D.D.A. del capoluogo Barese.
Le indagini dei Carabinieri sui patrimoni del clan, sono partite nel mese di gennaio 2014 ed, il provvedimento di sequestro beni eseguito dai militari, ha riguardato una villa di lusso su due piani in via Lagnone Santa Croce ad Andria, comprensiva di un ascensore, vasca idromassaggio, arredi, apparati tecnologici e tutti i beni di valore contenuti nello stesso immobile, un appartamento in via Forlanini sempre nella Città di Andria, tre appezzamenti di terreno in località Lama di Corvo e Sperlongano, due autovetture, due motocicli, una impresa agricola individuale ed otto conti correnti bancari intestati all'uomo ed ai propri familiari.
Gli accertamenti patrimoniali sono stati eseguiti utilizzando la normativa antimafia, oggi applicabile a tutta una serie di gravi reati, che consente il sequestro dei beni a coloro che, accusati di gravi reati, abbiano un tenore di vita e un patrimonio assolutamente sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Il 43enne, infatti, dichiarava un reddito di 1.380 euro al mese, comprensivi di contributo di disoccupazione dell'INPS ed assegni familiari del comune di Andria. Pochi per gli inquirenti per giustificare un patrimonio da un milione e mezzo di euro, ragione per cui il GIP ha ritenuto di accogliere pienamente le richieste della D.D.A. del capoluogo Barese.