Religioni
Sacra Spina, la storia di un mistero | 3
Nel ‘700 cinque ripetizioni del miracolo sino al furto del 1799
Andria - lunedì 21 marzo 2016
12.01
La storia è fatta di corsi e di ricorsi, di numeri e significati, di simboli e credenze. E per la Sacra Spina di Andria il '700 è stato un secolo particolarmente favorevole ai prodigi. Infatti, la data del Venerdì Santo corrispondeva per ben cinque volte con quella del Giorno dell'Annunciazione e cioè il 25 marzo. Dopo il 1701, il prodigio si è ripetuto nel 1712, anche se di questo particolare miracolo non è stato possibile ritrovare nessun atto ufficiale.
Fortunatamente, però, nella relazione di una visita pastorale svoltasi dieci anni più tardi ad opera di Mons. Torti, è fatto esplicito riferimento all'ultimo prodigio avvenuto proprio nel 1712 e vi sono citate alcune testimonianze dirette che confermano l'avvenimento straordinario. La popolazione andriese e soprattutto la Chiesa cominciavano, in quegli anni, a comprendere di essere i fortunati possessori di un tesoro da custodire e valorizzare. Cosicchè nel 1736, la Santa Sede, concesse che la festa della sacra reliquia si svolgesse in uno dei venerdì di marzo. Nel 1785, a distanza di 73 anni, il prodigio avvenne puntuale ed il Vescovo dell'epoca, Mons. Palica, fece studiare a fondo la reliquia ed il fenomeno connesso, da esperti medici e da un gran numero di testimoni. I fedeli accolsero con fervore il miracolo e nel 1796 la Sacra Spina tornò a far rosseggiare le sue "macchioline".
In queste due circostanze il fenomeno si presentò, come riportato negli atti ufficiali, alle ore 16 e proseguì sino alle 21,15. Dopo le cinque ripetizioni del miracolo, il 1700 terminò con i luttuosi avvenimenti del 1799, che videro Andria strenuamente fedele ai Borboni. L'esercito francese, guidato dal generale Broussier, vide nella cittadina pugliese la caduta di oltre 500 suoi soldati, mentre tra la popolazione vi furono 678 vittime. Negli incendi e nei saccheggi dei combattimenti che seguirono a quella vittoria francese, da Andria furono rubati molti oggetti preziosi tra cui la Sacra Spina della quale non si ebbe più notizia alcuna sino al 1837. Dopo 38 anni, Mons. Cosenza Vescovo di Andria, riuscì a recuperare la preziosa reliquia presso un malato ed anziano cameriere residente a Venosa, il quale aveva ricevuto il dono per il suo servizio reso in tanti anni, dal Vescovo della Città forse ignaro del tesoro posseduto.
La Sacra Spina fu riposta, tra la folla festante, nella Cattedrale di Andria il 24 ottobre 1837 e circa una settimana dopo manifestò il suo prodigio in un periodo straordinario. Il miracolo durò per ben trenta giorni, dal primo novembre al secondo giorno di dicembre.
Fortunatamente, però, nella relazione di una visita pastorale svoltasi dieci anni più tardi ad opera di Mons. Torti, è fatto esplicito riferimento all'ultimo prodigio avvenuto proprio nel 1712 e vi sono citate alcune testimonianze dirette che confermano l'avvenimento straordinario. La popolazione andriese e soprattutto la Chiesa cominciavano, in quegli anni, a comprendere di essere i fortunati possessori di un tesoro da custodire e valorizzare. Cosicchè nel 1736, la Santa Sede, concesse che la festa della sacra reliquia si svolgesse in uno dei venerdì di marzo. Nel 1785, a distanza di 73 anni, il prodigio avvenne puntuale ed il Vescovo dell'epoca, Mons. Palica, fece studiare a fondo la reliquia ed il fenomeno connesso, da esperti medici e da un gran numero di testimoni. I fedeli accolsero con fervore il miracolo e nel 1796 la Sacra Spina tornò a far rosseggiare le sue "macchioline".
In queste due circostanze il fenomeno si presentò, come riportato negli atti ufficiali, alle ore 16 e proseguì sino alle 21,15. Dopo le cinque ripetizioni del miracolo, il 1700 terminò con i luttuosi avvenimenti del 1799, che videro Andria strenuamente fedele ai Borboni. L'esercito francese, guidato dal generale Broussier, vide nella cittadina pugliese la caduta di oltre 500 suoi soldati, mentre tra la popolazione vi furono 678 vittime. Negli incendi e nei saccheggi dei combattimenti che seguirono a quella vittoria francese, da Andria furono rubati molti oggetti preziosi tra cui la Sacra Spina della quale non si ebbe più notizia alcuna sino al 1837. Dopo 38 anni, Mons. Cosenza Vescovo di Andria, riuscì a recuperare la preziosa reliquia presso un malato ed anziano cameriere residente a Venosa, il quale aveva ricevuto il dono per il suo servizio reso in tanti anni, dal Vescovo della Città forse ignaro del tesoro posseduto.
La Sacra Spina fu riposta, tra la folla festante, nella Cattedrale di Andria il 24 ottobre 1837 e circa una settimana dopo manifestò il suo prodigio in un periodo straordinario. Il miracolo durò per ben trenta giorni, dal primo novembre al secondo giorno di dicembre.