Cronaca
La Corte dei Conti boccia il rendiconto 2012 di Andria
Depositata la deliberazione, ora sessanta giorni per i correttivi
Andria - mercoledì 4 febbraio 2015
13.00
Oltre 50 pagine di delibera per formulare le proprie considerazioni e la propria analisi dei 13 punti di criticità trattati durante il Consiglio del 12 dicembre 2014 in cui si è riunita, in seduta pubblica, la Corte dei Conti con la sezione regionale di controllo per la Puglia presieduta dal Magistrato Luca Fazio. Sotto esame la situazione di bilancio del comune di Andria ed in particolare le criticità evidenziate nel rendiconto 2012. La convocazione in seduta pubblica, è stata fatta il 21 novembre scorso a conclusione dell'istruttoria e nei primi giorni del mese di dicembre l'ente comunale ha potuto presentare le proprie memorie che, tuttavia, sembrano non aver convinto i magistrati di controllo della Corte dei Conti pugliese.
Il dispositivo, consegnato nelle mani dell'ente lo scorso 29 gennaio con le motivazioni, dispone che l'Amministrazione Comunale di Andria debba, entro sessanta giorni, «adottare provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità accertate in ordine al conseguimento del patto di stabilità interno per l'anno 2012». Accanto a questo vi sono anche sessanta giorni per «trasmettere un'aggiornata situazione di cassa al 31 dicembre 2014». Poi l'indicazione finale per tutte le figure dell'ente incaricate di gestire e controllare le finanze: «a loro e con piena autonomia - scrivono i Magistrati - la valutazione delle conseguenze delle violazioni, accertate con la presente pronuncia, sugli equilibri di bilancio degli esercizi finanziari successivi al 2012».
Insomma il 2012 come spartiacque finanziario per le asfittiche casse ed i conti del Comune di Andria. In particolare l'analisi della Corte dei Conti si è concentrata sul mancato rispetto del patto di stabilità interno del 2012 «derivante dalla violazione di norme contabili e da atti e comportamenti elusivi del precetto normativo». In sostanza, i magistrati, dicono che non sarebbe stato possibile traslare oltre 5milioni di euro di entrate, rivenienti da un "presunto" credito vantato nei confronti dell'Italgas, dall'anno 2011 all'anno 2012: «L'operazione contabile realizzata dal Comune di Andria - scrivono nel dispositivo dalla Corte dei Conti - riguarda una massa particolarmente consistente di residui attivi, oltre 5 milioni di euro, che pur riferiti ad annualità pregresse dal 2006 al 2011, sono stati in un primo momento accertati nella competenza 2011 e successivamente, con un'operazione anomala anzi, del tutto illegittima sotto il profilo contabile, sono stati cancellati e contestualmente reiscritti negli accertamenti di competenza 2012 per raggiungere gli obiettivi fissati dal patto di stabilità». Senza questa operazione, il 2012 avrebbe raggiunto un risultato negativo di parte corrente di oltre 3 milioni di euro ed un saldo negativo di competenza di oltre 5 milioni di euro. Alla base di tutta la vicenda l'ormai famoso "canone" di locazione della rete Italgas a partire dal 2008 nella Città di Andria e che, ipoteticamente, frutterebbe circa 8 milioni di euro e per cui esiste una pronuncia del Consiglio di Stato del 2013 che, semplicisticamente, ha rimandato tutto al giudizio ordinario non potendo decidere sulla proprietà delle tubature. L'Italgas non ha mai versato queste somme e la stessa Corte dei Conti parla di somme di difficile esigibilità e per cui lo stesso Comune di Andria, con una delibera del 30 settembre 2014, ha iniziato a costituire un fondo crediti di dubbia esigibilità da un milione di euro.
Ma non solo patto di stabilità, infatti i Magistrati contabili hanno lavorato anche sulle difficoltà di riscossione degli importi accertati fra le entrate aventi carattere non ripetitivo, ma anche sulle difficoltà nel recupero dell'evasione tributaria con particolare attenzione alle riscossioni ICI e Tarsu che dovrebbero ammontare ad oltre 4 milioni di euro e di cui, al 31 luglio scorso, sono stati introitati solo 47mila euro. Infine, ma non trascurabile, la violazione del limite di spesa dei rapporti di lavoro flessibile per il personale comunale per via della necessità di rinnovare i contratti di 37 dipendenti per il servizio di pulizia delle strade in attesa dell'avvio, a settembre del 2012, del nuovo servizio di raccolta del rifiuti porta a porta. Rilevante anche la presenza di "scoperto" di tesoreria al 31 dicembre del 2013 con l'utilizzo di risorse vincolate per la spesa corrente. Per concludere la Corte dei Conti dice «che la sussistenza di una cassa asfittica e di una cospicua mole di residui passivi, hanno indotto forzatamente il comune a fare ricorso in maniera significativa e continuata alle anticipazioni di tesoreria ed all'impiego di entrate vincolate. Il collegio, infine, non può esimersi dal censurare la condotta superficiale, se non proprio spregiudicata tenuta dall'ente».
Il dispositivo, consegnato nelle mani dell'ente lo scorso 29 gennaio con le motivazioni, dispone che l'Amministrazione Comunale di Andria debba, entro sessanta giorni, «adottare provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità accertate in ordine al conseguimento del patto di stabilità interno per l'anno 2012». Accanto a questo vi sono anche sessanta giorni per «trasmettere un'aggiornata situazione di cassa al 31 dicembre 2014». Poi l'indicazione finale per tutte le figure dell'ente incaricate di gestire e controllare le finanze: «a loro e con piena autonomia - scrivono i Magistrati - la valutazione delle conseguenze delle violazioni, accertate con la presente pronuncia, sugli equilibri di bilancio degli esercizi finanziari successivi al 2012».
Insomma il 2012 come spartiacque finanziario per le asfittiche casse ed i conti del Comune di Andria. In particolare l'analisi della Corte dei Conti si è concentrata sul mancato rispetto del patto di stabilità interno del 2012 «derivante dalla violazione di norme contabili e da atti e comportamenti elusivi del precetto normativo». In sostanza, i magistrati, dicono che non sarebbe stato possibile traslare oltre 5milioni di euro di entrate, rivenienti da un "presunto" credito vantato nei confronti dell'Italgas, dall'anno 2011 all'anno 2012: «L'operazione contabile realizzata dal Comune di Andria - scrivono nel dispositivo dalla Corte dei Conti - riguarda una massa particolarmente consistente di residui attivi, oltre 5 milioni di euro, che pur riferiti ad annualità pregresse dal 2006 al 2011, sono stati in un primo momento accertati nella competenza 2011 e successivamente, con un'operazione anomala anzi, del tutto illegittima sotto il profilo contabile, sono stati cancellati e contestualmente reiscritti negli accertamenti di competenza 2012 per raggiungere gli obiettivi fissati dal patto di stabilità». Senza questa operazione, il 2012 avrebbe raggiunto un risultato negativo di parte corrente di oltre 3 milioni di euro ed un saldo negativo di competenza di oltre 5 milioni di euro. Alla base di tutta la vicenda l'ormai famoso "canone" di locazione della rete Italgas a partire dal 2008 nella Città di Andria e che, ipoteticamente, frutterebbe circa 8 milioni di euro e per cui esiste una pronuncia del Consiglio di Stato del 2013 che, semplicisticamente, ha rimandato tutto al giudizio ordinario non potendo decidere sulla proprietà delle tubature. L'Italgas non ha mai versato queste somme e la stessa Corte dei Conti parla di somme di difficile esigibilità e per cui lo stesso Comune di Andria, con una delibera del 30 settembre 2014, ha iniziato a costituire un fondo crediti di dubbia esigibilità da un milione di euro.
Ma non solo patto di stabilità, infatti i Magistrati contabili hanno lavorato anche sulle difficoltà di riscossione degli importi accertati fra le entrate aventi carattere non ripetitivo, ma anche sulle difficoltà nel recupero dell'evasione tributaria con particolare attenzione alle riscossioni ICI e Tarsu che dovrebbero ammontare ad oltre 4 milioni di euro e di cui, al 31 luglio scorso, sono stati introitati solo 47mila euro. Infine, ma non trascurabile, la violazione del limite di spesa dei rapporti di lavoro flessibile per il personale comunale per via della necessità di rinnovare i contratti di 37 dipendenti per il servizio di pulizia delle strade in attesa dell'avvio, a settembre del 2012, del nuovo servizio di raccolta del rifiuti porta a porta. Rilevante anche la presenza di "scoperto" di tesoreria al 31 dicembre del 2013 con l'utilizzo di risorse vincolate per la spesa corrente. Per concludere la Corte dei Conti dice «che la sussistenza di una cassa asfittica e di una cospicua mole di residui passivi, hanno indotto forzatamente il comune a fare ricorso in maniera significativa e continuata alle anticipazioni di tesoreria ed all'impiego di entrate vincolate. Il collegio, infine, non può esimersi dal censurare la condotta superficiale, se non proprio spregiudicata tenuta dall'ente».